Discussione:Partita doppia/archivio

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Semplificare

Sono un povero ingegnere e ho cercato di semplificare almeno il primo paragrafo; mi sono arreso davanti a "terze economie". Qualcuno può chiarire, o aggiungere un link? (ad esempio, quali sono le prime e le seconde economie, se ha senso la domanda?) — Giuliopp 00:28, 11 apr 2007 (CEST)[rispondi]

Diciamo che "terze economie" è una definizione economica per indicare aziende/enti con i quali si possono avere rapporti di affari. È un sinonimo di "terzi" utilizzato di più nei rapporti giuridici.

Saluti

--Ragsatana 14:08, 22 mag 2007 (CEST)[rispondi]


La Partita doppia è un metodo di scritture, non un sistema di scritture. La definizione quindi contiene un grave errore. Spero che venga eliminato. LP Sondrio


Un esempio minimo, ma completo

Chi ha redatto la voce attualmente esposta (18.12.2012) ha sicuramente esposto il meccanismo così come di sua competenza.

La voce, così come ora è presentata, è utilizzabile solo da persona già informata sull'argomento. Viene criticata la mancanza di fonti, però la bibliografia è assai ricca; è vero che manca il link a documenti elettronici, ma in questo caso si tratterebbe di manuali di contabilità, documenti in genere assai voluminosi. Propongo perciò di aggiungere alla voce un esempio che consente a chiunque (con una normale applicazione) d'afferrare l'intero "meccanismo" della partita doppia. La "fonte" di questo esempio sono io stesso e ne ho titolo perché sono ragioniere, laureato in economia commercio, con esperienza contabile e sopratutto perché analista-programmatore, attività nella quale ho "scritto" programmi per la tenuta della partita doppia. Tuttavia neppure la mia "fonte" è necessaria per rendere credibile l'esempio proposto: una volta verificata l'esattezza della convenzione di partenza (registrare ogni fenomeno economico due volte essendo duplice il punto di vista con cui può essere osservato) tutto il resto è una derivazione logica

--Gino33 (msg) 22:13, 18 dic 2012 (CET)[rispondi]


La partita doppia è una "convenzione" per cui ogni fatto economico viene registrato DUE volte così come duplice è in realtà ogni fatto economico. Mi spiego: se vai a comprare una matita ti cavi 50 centesimi dal borsellino e metti una matita nel taschino. Cioè hai l'USCITA di una moneta dal tuo portamoneta più l'ENTRATA di una matita nel tuo taschino (oppure un COSTO se preferisci considerare il fatto da questo punto di vista). A questo punto è solo questione di mettersi d'accordo su come chiamare le cose e come annotarle comodamente.

La terminologia in uso fu influenzata dai "conti correnti" bancari dove si usavano (e si usano) "colonne" intestate DARE e AVERE per esprimere i soldi che si dovevano dare o avere, ma la partita doppia è cosa che abbraccia una casistica più ampia: riguarda le ENTRATE ed USCITE di soldi, i COSTI e RICAVI ed altri fatti economici. Invece, per consuetudine, in tutti i "conti" della partita doppia si parla sempre di DARE ed AVERE mentre il reale significato è legato alla natura del conto e questo può generare confusione. Per evitare inutili confusioni, assumiamo quindi che DARE vada inteso come SCRIVI A SINISTRA mentre AVERE significhi SCRIVI A DESTRA e non se ne parli più.

E ora ecco i punti fondamentali della "partita doppia".

1°) Ogni fatto economico va registrato in due "conti". Ad esempio Cassa e Matite se compro o vendo delle matite. Naturalmente potrei comprare o vendere a credito, in tal caso invece di Cassa userò del conti della stessa natura per esprimere dei debiti o dei crediti, cioè Fornitori o Clienti. Avrò poi altri conti sempre della stessa natura dove possono entrare-uscire dei soldi o dei crediti-debiti come le Banche. Oltre alle matite potrei avere anche Gomme e Pennini, tutta roba che rappresenta il mio Patrimonio oppure, da un altro punto di vista, i miei COSTI e RICAVI nel senso che se io fossi una Cartoleria il mio REDDITO deriverebbe dalla differenza fra il costo totale d'acquisto e il ricavo totale di vendita di queste cose. In questi conti di Reddito rientrano poi altre voci come: Interessi attivi o passivi, stipendi e salari, imposte e tasse, fettine di costi pluriennali chiamate -ammortamenti- (quando comprate un bene che dura a lungo) eccetera eccetera. Questi conti vengono spesso chiamati conti DI REDDITO mentre gli altri c’è chi li chiama PATRIMONIALI salvo alcuni di natura particolare (ma non è essenziale starne a discutere). C'è anche chi usa terminologie diverse, ma possiamo trascurare i dettagli.

2°) Ogni fatto economico va quindi registrato due volte, come se fosse visto da due punti di vis ta diversi (i soldi e l'oggetto) però una volta va registrato a sinistra (in DARE) e l'altra volta a destra (in AVERE). In questo modo si potrà verificare la completezza delle registrazioni: difatti facendo la somma di tutti i DARE essa deve essere uguale alla somma di tutti gli AVERE.

3°) Cos'è un "conto"? Può essere un pezzo di carta col nome del conto scritto in testa, per esempio "Cassa". Per "tradizione" nel conto Cassa si usa scrivere a sinistra (intestato DARE) le entrate di soldi e a destra le uscite. Ricordiamoci quindi che i soldi presenti nel nostro portafoglio s’è deciso che stanno a sinistra nel nostro conto Cassa (ma poteva essere viceversa): basta ricordare questo per essere quasi ragionieri, difatti da questo deriva tutto il resto.

4°) Normalmente le "registrazioni" partono da una annotazione di "prima nota" usata come promemoria delle registrazioni da trascrivere nei conti interessati. Esempio. Compero una matita pagandola 50 centesimi. Essendoci un'uscita di cassa dovrò scrivere 0,50 nella colonna di destra (Avere) del conto Cassa dato che s'è deciso di scrivere lì le uscite di cassa. Ne deriva necessariamente che il costo della matita va scritto nella colonna di sinistra (Dare) del conto Matite. Scriverò allora sul promemoria Matite "a" Cassa 0,50 da leggersi nel gergo contabile: "dare di Matite e avere di Cassa per 0,50 euro" ovvero, in linguaggio da cristiani, "costo (o entrata) di Matite e uscita di Cassa per 0,50 euro".

Bene, ora ne sappiamo abbastanza per fare i ragionieri. Descriviamo dei fatti e poi registriamoli in partita doppia:

a) Ho 12 euro in tasca e mi dico: "Con questi 12 monete voglio aprire una Cartoleria", scrivo pertanto:

Cassa     a      Capitale  12

Che cos'è questo "Capitale"? E’ il conto tipico di un'altra categoria di conti chiamata appunto "di Capitale". Esso è l'altro aspetto dei soldi coi quali comincio a lavorare: il mio "capitale", appunto. A parte il fatto che si è assunta la regola di annotare lo stesso fatto sempre due volte, il conto "capitale" sintetizza tutto quanto si è messo a disposizione di un’impresa (potrebbe trattarsi di molte cose: soldi, macchine, edifici, crediti da soci eccetera...). Proseguiamo:

Compero 10 matite e spendo 5 euro                  Matite   a   Cassa         5
Vendo 8 matite e ricavo 9 euro                     Cassa    a   Matite        9
Compero a credito 20 gomme per 10 euro             Gomme    a   Fornitori    10
Spese postali 3 euro                               Spese    a   Cassa         3

Per capire il meccanismo non occorrono altri fatti ed altre registrazioni.

Supponiamo ora d’essere arrivati a fine d’anno: dovrò chiudere i conti; però prima dovrò rilevare le rimanenze della merce giacente (cioè devo fare l'inventario):

Trovo 2 matite, valutate al costo, 1 euro.    Rimanenze  Matite  a   Matite   1
Trovo 20 gomme, valutate 10 euro al costo.    Rimanenze Gomme    a  Gomme    10

I conti di Rimanenze esprimono "le cose" che riporterò al nuovo esercizio, come se le avessi comprate dal vecchio esercizio. lo stesso valore lo metto nei conti di reddito corrispondenti come le avessi vendute al nuovo esercizio (nella pratica non si fa proprio così, ma così è molto più chiaro).

Ora dovrei esporre i vari conti con le cifre incolonnate in dare e in avere, ma la cosa è talmente semplice che possiamo fare i conteggi ad occhio:

in Cassa abbiamo 12 e 9 in Dare, 5 e 3 in Avere, quindi il saldo è 13 in Dare.

Operando così per gli altri conti risulta: Capitale 12 Avere, Matite 5 Avere, Gomme a zero, Fornitori 10 avere, Spese 3 Dare, Rimanenza Matite 1 Dare, Rimanenza Gomme 10 Dare.

A questo punto (siamo nelle cosiddette scritture di chiusura) si raggruppano i saldi dei conti in due prospetti, una specie di due conti riepilogativi degli altri conti chiamati l'uno "Perdite e Profitti" dove ci vanno tutti i conti DI REDDITO (quelli che riguardano COSTI E RICAVI) da cui per differenza si ricaverà quanto s'è guadagnato o s'è perso, l'altro "Stato Patrimoniale" dove ci va il resto assieme all'utile o alla perdita a quadrare.

Per fare questo chiudiamo prima i conti di reddito, cioè facciamo delle registrazioni in modo che il loro saldo vada a zero e tutto si sintetizzi nel conto "Perdite e Profitti". L'esempio sarà più chiaro:

Matite                 a       Perdite e Profitti     5
Gomme                  a       Perdite e Profitti     0
Perdite e Profitti     a       Spese                  3

A questo punto si deve fare il saldo del conto Perdite e Profitti aggiungendo poi la registrazione dell’Utile (o della Perdita):

Perdite e Profitti     a       Utile                  2

Queste registrazioni di chiusura di Perdite e Profitti vengono poi usate per compilare il primo prospetto del Bilancio:

Costi (Dare)-------Perdite e Profitti-----Ricavi (Avere)
Spese     3                                Matite     5
                                           Gomme      0
    --------------                              ------------ 
          3                                totali     5 
Utile     2 
    --------------                              ------------
          5         totali a pareggio                 5

Credo si possa saltare il brogliaccio di chiusura degli altri conti allo Stato Patrimoniale. Si deve naturalmente aggiungere anche l'utile generato da Perdite e Profitti. Ecco il risultato:

Attivo (Dare)-----Stato Patrimoniale------Passivo (Avere)
Cassa            13                     Fornitori     10
Rimanenza Matite  1                     Capitale      12
Rimanenza Gomme  10                     Utile          2
          -------------                         ----------
                 24      totali a pareggio            24

Questi due prospetti sono altresì noti come "Bilancio". Notate che in esso si abbandona l'intestazione dare-avere; ad esempio nello Stato Patrimoniale nella colonna di destra, invece di Avere, c’è scritto Passivo, nome che più si avvicina alla natura dei conti ivi presenti (NB. qualche anno fa sono state emesse disposizioni di legge che hanno un po' modificato la forma del Bilancio, ma la sostanza resta questa). Questo commento non firmato è stato inserito da Gino33 (discussioni contributi) .

in WP anche sugli esempi è bene basarsi su fonti. --ignis scrivimi qui 09:10, 19 dic 2012 (CET)[rispondi]

Faccio ammenda.

Anch'io ho detto che l'autore della voce non ha citato fonti (giustificandolo perché la fonte sarebbe un qualsiasi manuale di partita doppia), ma avevo torto: lui ha citato la fonte primaria: quella di frà Luca Pacioli che è l'unica fonte utile e necessaria. Poiché io aggiungerei solo un esempio, non è certo il caso che io ripeta (ma non mi costerebbe nulla ripetere l'aggancio).

Tanto per essere chiari, la "partita doppia" è lo sviluppo logico di una convenzione di partenza (registrare i fatti economici due volte, una in termini "fisici" -matita- e l'altra in termini monetari -soldi corrispondenti-) dopo di che è come nella matematica (Pacioli era un matematico), si sviluppa la formula, che c'entrano le fonti?

Se venisse Euclide a scrivere i suoi libri di geometria, una volta enunciati i suoi postulati, ti pare che dovrebbe citare fonti ad ogni piè sospinto? Beh, potrebbe citare se stesso :-)

E se anche venisse citato qua e là un qualche manuale contabile, chi garantirebbe della competenza dell'autore? Il fatto che insegna in qualche scuola e che perciò ha fatto studi appropriati? Beh, ma allora anch'io sono una fonte, anch'io ho un laurea sull'argomento eccetera eccetera. Nessun problema a mettere in linea la foto del mio diploma di laurea. Però dopo mi metterei a rompere le palle tulle le volte che vedo un link a qualcosa per il quale non ho le fonti necessarie per risalire alla reale autorevolezza di chi scrive. --Gino33 (msg) 09:39, 20 dic 2012 (CET)[rispondi]

(Ps. però è mia opinione che i titoli di studio, e i titoli in generale, di per sé non valgano un fico) --Gino33 (msg) 09:39, 20 dic 2012 (CET)[rispondi]

Obiezione superata? Aggiungo l'esempio? --Gino33 (msg) 20:31, 5 gen 2013 (CET)[rispondi]
Parrebbe superata. Provo ad eseguire --Gino33 (msg) 08:56, 10 gen 2013 (CET)[rispondi]