Discussione:HMS Barham (04)

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L’AFFONDAMENTO DELLA CORAZZATA BRITANNICA “BARHAM” (25 novembre 1941)

La Barham salpò da Alessandria il 24 novembre con altre due corazzate del 1° Squadron da Battaglia (Queeen Elizabeth e Valiant) e otto cacciatorpediniere di scorta della Mediterranean Fleet (Napier, Nizam, Griffin, Kipling, Hasty, Decoy, Jervis e Jackal), per appoggiare, nel Mediterraneo centrale, operazioni offensive di due divisioni di incrociatori che erano stati destinati ad intercettare alcuni convogli dell’Asse diretti in Libia.

La Barham, trovandosi a circa 60 miglia a nord est di Sollum, nel pomeriggio del 25 novembre 1941 venne attaccata, con lancio di quattro siluri, dal sommergibile tedesco U-331 (tenente di vascello Hans-Dietrich von Tiesenhausen), che trovandosi in immersione aveva percepito la presenza delle navi britanniche con l’ecogoniometro, per poi avvistarle col periscopio mentre procedevano in linea di fila. Inizialmente il comandante von Tiersenhausen aveva deciso di attaccare la corazzata di testa, ma questa passò velocemente davanti alla prora del suo sommergibile e perciò egli ripiegò sulla nave che seguiva, ossia La Barham, che si trovava al centro della linea delle corazzate, tra la nave ammiraglia Queen Elizabet e la Valiant.

La Barham attaccata dall’U-331 dalla distanza di 1200 yards fu raggiunta alle ore 16.25 da tre siluri sul fianco sinistro. Il colpo fu mortale. La corazzata s’inclinò rapidamente sul fianco, e quando raggiunse un’inclinazione di 90°, il comandante, capitano di vascello Geoffrey Clement Cooke. ordinò l’evacuazione. Ma era troppo tardi. Per l’esplosione dei depositi delle munizioni da 381 mm., verificatasi tra il fumaiolo e la torre Y, e che creò un’altissima colonna di fumo, la Barham affondò dopo quattro minuti dall’istante del siluramento, in lat. 32°34’N, long. 26°24’E., corrispondente a 55 miglia ad ovest di Sidi el Barrani, con la perdita di 862 uomini dell’equipaggio, incluso il comandante. I superstiti della corazzata, raccolti dai cacciatorpediniere Nizam e Hotspur (distaccati dalla 7a Divisione incrociatori), furono 449; tra essi il vice ammiraglio H.D. Pridham-Wippell, comandante in seconda della Mediterranean Fleet, recuperato dall’Hotspur (tenente di vascello Terence Desmond Herrick).

Dopo l’attacco l’U-331 scese addirittura a 820 piedi, mentre non avrebbe dovuto superare i 390 piedi. Alcuni anni più tardi von Thiesenhause riferì in un’intervista: “Siamo felici di essere stati fortunati ad essere ancora vivi”. Per la Barham si era trattato del secondo siluramento a opera dei sommergibili tedeschi, in quanto il 28 dicembre 1939 era stata colpita e danneggiata ad ovest delle Isole Ebridi da un siluro lanciato dall’U 30 del tenente di vascello Fritz-Julio Lemp.

Francesco MATTESINI

Roma, 13 settembre 2012

Riferimento: Francesco Mattesini, “Navi Militari delle Marine Alleate affondate nel Mediterraneo durantela seconda guerra mondiale (giugno 1940 – maggio 1945)”, Bollettino d’Archivio dell’Ufficio Storico della Marina Militare, Parte prima, giugno 2001, pagine 161 e 162. Il racconto dell’episodio è stato modificato e aggiornato dall’Autore.

suggerisco di controllare lo sbandamento di 90o. pietro--18:48, 26 mar 2017 (CEST)

giorgerini, le navi da battaglia della ..., 1972[modifica wikitesto]

trovate interessante "Le stesse Barham e Malaya furono considerate di efficacia secondaria, tanto che nella primavera 1941 la Barham fu destinata ad essere affondata all' imboccatura del porto di Tripoli" (pagina 42) pietro--18:52, 26 mar 2017 (CEST)

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