Discussione:Farmacoeconomia

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Considerazioni[modifica wikitesto]

Già un paragrafo che si intitola considerazioni non sembra molto enciclopedico, ma piuttosto esprerssione di considerazioni, appunto, personali.

Può darsi. Ma più di una enciclopedia su carta, a volte, usa tale termine,quando tende a chiarire concetti che implicano processi specifici. Comunque se non ti piace toglilo.

Il brevissimo percorso storico da Ippocrate fino alla riforma sanitaria italiana che sanciva il principio etico di considerare tutti gli esseri umani uguali è mirabile. Non si capisce però il successivo passaggio delle necessarie modifiche All'uguaglianza degli essere umani? Alla necessità di restrizioni per i poveri? E perchè la lievitazione delle spese è ovvia?È aumentato il numero degli assistiti? i costi sono aumentati più della media nazionale dell'istat? è aumentata la qualità delle prestazioni?

E' aumentata la spesa pubblica, perchè ovviamente lo Stato pagava tanto per i ricchi quanto per i poveri (invece prima aveva pagato solo per coloro che avevano un'umiliante documento chiamato "tessera di povertà". Le necessarie modifiche sono state dovute all'aumento della spesa san.pubblica e i soldi non bastano più. Ma se non è chiaro correggilo o elimina tutto.


Passando alle regioni, che quelle più ricche offrano la migliore assistenza potrebbe anche essere condivisibile; ma che questo avvenga al costo minore per l'utente che paga sia tramite le imposte nazionali (fondi di trasferimento), sia con tassazioni differenziate per regione (ticket), sia direttamente se si rivolge alla sanità privata, rimane tutto da dimostrare. Gac 22:35, 28 set 2007 (CEST)

Il riferimento è al ticket diretto, alla qualità dei servizi sanitari, ecc.. ; in sintesi, se la regione è ricca perchè i suoi abitanti hanno pagato più tasse ci sono più fondi sanitari. Ma anche questo puoi, tu o altri, renderlo più chiaro o eliminarlo. Salute--nitil 01:42, 29 set 2007 (CEST)[rispondi]

Credo sia meritorio avere iniziato una voce sulla Farmacoeconomia. Purtroppo però l'impostazione data soffre di seri limiti epistemologici e metodologici. Proporrei di iniziare con qualche Definizione Operativa. E' vero: "Ogni definizione è un atto di impudenza" (citando S.Moscovici). Ma è pur vero che ogni atto di conoscenza inizia con una distinzione, ovvero una definizione. Se non c'è distinzione, non c'è conoscenza. Di che stiamo parlando? Cosa mi propongo di dire? e soprattutto, entro che limiti? Comuncare è anche un atto etico e implica rispetto per il lettore. Chi lo fa, dovrebbe "mettere le mani avanti" e stabilire i limiti della propria ricerca. Per fare qualche esempio: l'affermazione "La farmacoeconomia è una disciplina complessa ed estremamente pratica" è estremamente retorica e non fornisce alcun contenuto informativo al lettore (Vi immaginate se avessi detto: La farmacoeconomia è estremamente semplice e non vale la pena neanche di parlarne"?). Il testo confonde immediatamente temi di Economia Sanitaria, peraltro espressi in forma apodittica, come notato da altri, con altri che sono presumibilmente legati alla Farmacoeconomia. Introduce temi etici (peraltro molto importanti) ma non se ne capisce il legame con la voce. Mi offro di contribuire a questa voce, dando possibilmente un taglio pragmatico ma sufficiente arioso da fornire al lettore elementi utili per procedere più spedito nella propria ricerca.--Michele Intorcia 17:40, 29 feb 2008 (CET)[rispondi]