Discussione:Eccidio del Castello dell'Imperatore

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Il 6 settembre 1944 a Prato, località Figline, vengono impiccati 29 partigiani. Il 7 di settembre 1944 cominciano le esecuzioni del Castello, e non c'è traccia del più importante evento di sangue sia mai avvenuto in questa città. Un evento del giorno prima, di segno opposto e probabilmente più grosso, viene bucato come irrilevante. Mi chiedo cosa sappia chi ha scritto questa voce della storia di Prato in guerra.


Paolofalcone (msg) 01:10, 11 set 2018 (CEST)[rispondi]

Una ipotesi di contesto. Nazionale. A grandi linee, l'eccidio avviene in un contesto di guerra che racchiudeva: l'occupazione tedesca, l'avanzata degli Alleati verso la Germania, come gli italiani vivevano una guerra disastrosa, la riduzione di libertà della dittatura fascista e l'azione antifascista, vendette ed interessi personali. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943,  https://it.m.wikipedia.org/wiki/Proclama_Badoglio_dell%278_settembre_1943 il Regno d'Italia esercita la propria sovranità solo su una frazione del territorio e con scarsa autonomia rispetto agli Alleati. A nord Mussolini accetta la richiesta di Hitler di tornare a capo di un ricostituito partito fascista https://it.m.wikipedia.org/wiki/Partito_Fascista_Repubblicano  e di un nuovo stato. La RSI è di fatto uno stato insurrezionale https://it.m.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Sociale_Italiana.

Locale Per dare un'idea di quella che poteva essere la percezione della situazione agli occhi dell'antifascismo locale e di molta parte della popolazione. Nel ventennio c'erano state circa 500 iscrizioni al casellario centrale come sovversivi e 300 arrestati come sovversivi. Le angherie spicce potevano colpire degli arrestati, come chi non si toglieva il cappello, chi faceva una battuta, chi inveiva in casa propria, chi scherzava ecc. Gli ebrei colpiti dalle leggi razziali furono 57 nel 1941 (*1b). Il primo dei tanti bombardamenti avvenne il 2 settembre 1943, e la città era povera di rifugi antiaerei. Le prime demolizioni dei tedeschi sono del 18 luglio 1944 (*2b). La città pagava la sua importanza logistica e le industrie che ormai lavoravano solo per i tedeschi. Nel frattempo si sviluppava il movimento di resistenza https://it.m.wikipedia.org/wiki/Resistenza_italiana. La città ebbe danneggiamenti, demolizioni, azioni partigiane, rappresaglie, esecuzioni, sequestri, torture, stupri, deportazioni, renitenza di massa alla leva (e al lavoro coatto, confische di viveri e beni. Per i beni, si segnala la sottrazione del tesoro della Sinagoga di Firenze, nascosto nella Villa del Palco(*2c). Le azioni più conosciute che coinvolgono la resistenza nel pratese, sono il sabotaggio del polverificio a Poggio alla Malva https://it.m.wikipedia.org/wiki/Poggio_alla_Malva. A seguire la battaglia di Valibona https://it.m.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Valibona. Non meno sinificativo fu quando i fascisti tentarono  l'arruolamento di 748 lavoratori coatti nel febbraio 1944, si presentarono solo 2 idonei. (*3). Poi a marzo 1944, riuscì lo sciopero generale. Per rappresaglia, 137 scioperanti o presunti tali verranno deportati a Mathausen (*4). Fu uno shock per la città.

Via via i servizi e le attività produttive si indebolivano sempre più, la RSI si sfarinava, la GNR scomparve del tutto https://it.m.wikipedia.org/wiki/Guardia_Nazionale_Repubblicana. La notte tra il 31 agosto e il 1 settembre i tedeschi si ritirano a nord di Prato e completano danneggiamenti e distruzioni di ponti, strade, fabbriche, case. Prato aveva all'8 settembre 1943, circa 250 militari morti, a questi andrebbero aggiunti gli uccisi in seguito all'armistizio e gli IMI https://it.m.wikipedia.org/wiki/Internati_Militari_Italiani deceduti. Il Comune censirà 228 civili morti per attacco aereo e tiro d'artiglieria(*5). A settembre, facendo una proporzione con la popolazione, è stimabile che vi siano in Germania circa 1000 IMI pratesi, oltre ai deportati. Per le case, il comune ne censirà come distrutte 296, danneggiate gravemente 687 e leggermente 1045, per 4150 famiglie e circa16600 persone(*6). Le case e morti vennero quasi tutti colpiti entro la fase di passaggio del fronte.

Lo 1 settembre gli statunitensi occupano Campi Bisenzio a est e le colline a sud, (*7). Il 3 il CLN https://it.m.wikipedia.org/wikiComitato_di_Liberazione_Nazionale pratese prende contatto con gli statunitensi, che comunicano l'intenzione di occupare Prato il 7. Il CLN, che si trovava nascosto in centro presso le suore del convento di San Niccolò, alle 18 del 4 da il via all'occupazione della città con 189 partigiani della piana ed insedia la sua giunta (*8). Paolofalcone (msg) 23:33, 1 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Esecuzione

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Il giorno prima l'eccidio vennero impiccati 29 partigiani pratesi ad opera dei tedeschi. Non se parla nemmeno, però si trova spazio per dire che americani, avvisati, non impediscono l'eccidio del Castello. Non si immagina neppure lontanamente che vi sia stato un nesso tra i 29 impiccati, l'eccidio del Castello, il comportamento degli americani. La deportazione in Germania degli operai pratesi, fu un fatto che segno profondamente la città. Furono i fascisti del Castello i protagonisti materiali dell'operazione. Il fatto è citato, ma senza spiegare all'ignaro lettore che la cosa ebbe un peso così enorme, tale da segnare tuttora la memoria cittadina. Si parla del sequestro del Podesta descrivendolo come quello di un semplice funzionario dello stato in una situazione di normale vita pubblica, come se fosse stato un episodio gratuito. Il comportamento dei tedeschi fu quello degli occupanti più che quello degli alleati della RSI. I fascisti si misero a disposizione in tal senso. Lo storico tedesco Lutz Klinkammer, spiega bene la cosa. Descrive i lavori forzati, i prelievi di beni, viveri, l'inesistente autonomia della RSI, il suo servilismo nei confronti degli occupanti tedeschi. Questo è il clima della vendetta. È strumentale far risalire l'eccidio semplicemente alla vendetta personale di un capo partigino. Per il conteggio degli uccisi, è strumentale dare il solito peso ai calcoli fatti da uno che fa ricerca storica, con quelli fatti da qualcuno di cui si cita solo il cognome. Paolofalcone (msg) 09:20, 14 set 2018 (CEST)[rispondi]


[@ Paolofalcone] Potresti correggere tu e ampliare completando il testo della voce, con le vicende dei gironi precedenti, usando e citando le fonti che conosci. Ciao--Bramfab Discorriamo 09:27, 14 set 2018 (CEST)[rispondi]

Ho visto adesso che viene citato anche il nome e che ha scritto un libro. Rimane la sostanza della critica al peso delle fonti, alla descrizione del clima di occupazione tedesca, al peso avuto dalla collaborazione fascista in quell'occupazione. Questa voce fa capire che un capo partigiano ha fatto una strage per vendicarsi di nemici di famiglia. I suoi sodali l'hanno aiutato, e per pigrizia gli americani non hanno fatto niente. La storia serve a capire, non è questa roba. Paolofalcone (msg) 09:42, 14 set 2018 (CEST)[rispondi]

Non credo di avere molto materiale in casa. Sono andato a memoria. Devo vedere. Dovrei fare un salto in biblioteca. Paolofalcone (msg) 09:48, 14 set 2018 (CEST)[rispondi]

Sì dice che l'obiettivo erano i monarchici, ma poi non si spiega perché. Se le motivazioni erano quelle di una vendetta familiare, i monarchici non potevano entrarci nulla con la morte del parente di un capo dei partigiani. Rimanendo sul riduttivo ed insufficiente versante della vendetta, per quale motivo si esclude che una delle qualsiasi vittime di cose successe in guerra, non volesse anche lui vendicarsi? Le famiglie dei 132 deportati per lo sciopero di marzo. Le famiglie che avevano degli IMI in Germania. Coloro che avevano lutti o distruzioni di beni e che considerassero il fascismo come primo responsabile per essere entrato in guerra? Le famigLie dei colpiti dalle cannonate tedesche in piazza Duomo? Mi sembra ci sia molto lavoro da fare. Mancano molte informazioni e la voce probabilmente risulterà riscritta più che arricchita.

Ci sei? Paolofalcone (msg) 16:56, 29 set 2018 (CEST)[rispondi]

Si.--Bramfab Discorriamo 17:07, 8 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Sì potrebbero cancellare le due discussioni in questo momento presenti per passare a successivi argomenti? Rischiano di essere fuorvianti. Se qualcuno ha rilievi da fare sulle parti che ho inserito, lo potrà fare più agevolmente ripartendo da una situazione pulita. Il contesto è completamente nuovo e c'è altro materiale pronto che in parte non è compatibile con cose che adesso sono presenti nella pagina.

 Paolofalcone (msg) 18:12, 21 ott 2018 (CEST)[rispondi]
 
Queste discussioni non si cancellano, rimangono per futura memoria. Per nuove discussioni si aprono nuove discussioni.--Bramfab Discorriamo 19:57, 21 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Ok Paolofalcone (msg) 20:19, 21 ott 2018 (CEST)[rispondi]

Passaggio del fronte.

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Finalmente è arrivato anche il libro di Salvagnini, una delle 500 copie che ha stampato in proprio. Posso continuare.

Alcune considerazioni sugli ultimi 5 capoverso che si trovano attualmente dentro il paragrafo "Si dissolve la RSI a Prato". In realtà i tedeschi arretrarono sul margine nord della piana, mantenendo però delle pattuglie più a sud, tanto che vi furono degli scontri con i partigiani ed in almeno un caso anche con gli statunitensi. Le fortezze volanti erano un modello ben preciso di aereo e non il termine generico con cui si chiamavano i bombardieri. Tra attacchi aerei, di artiglieria e minamenti, è adesso presente un più dettagliato riferimento globale ai 60 bombardamenti aerei e ai 228 morti (fatti insieme all'artiglieria) entro il passaggio del fronte. Le distruzioni furono un multiplo di quelle che questo capoverso fa percepire, e i tedeschi fecero ben altro che minare due ponti. Non c'è traccia delle decine di morti fatti dai tedeschi in quei giorni. Per il canale che si era aperto con Campi Bisenzio, oltre l'informazione che gli statunitensi non sarebbero arrivati a Prato prima del 7, arrivò l'ordine del CLN Toscana di occupare la città. Agli alleati venne anche consegnata una mappa con gli apprestamenti dei tedeschi sulla gotica. Ci sarebbe poi da citare un ipotetico fatto, pur nel suo essere controverso e contestato. Secondo alcune fonti partigiane ed altre testimonianze, ci furono alcuni fascisti che spararono nel centro di Prato. Viene descritta una situazione in scala microscopica rispetto al massiccio fenomeno dei Franchi tiratori di Firenze. Questo a prescindere dalla diatriba sul ruolo dei fratelli Giorgi. Il 5 gli statunitensi erano alla periferia della città, di sicuro erano in via Zarini, all'incrocio con via Roma. C'era poi una colonna proveniente da Campi Bisenzio, la cui avanguardia era ferma all'incirca al bivio tra Via Campolmi e via Ferrucci. Forse un'altra colonna che arrivava verso il centro provenendo da ovest-sud-ovest. I cannoni tedeschi spararono dopo che le campane presero a suonare a festa per la voce che stessero entrando gli americani dietro i 30 partigiani. Oltre che in piazza Duomo, le cannonate arrivarono anche in altri luoghi e i morti furono 4 e 3 feriti. Nel caso di Ardizzone il tribunale ha appurato con certezza il nome dei partigiani che lo arrestarono e il luogo di ritrovamento del cadavere. Non risulta che il tribunale abbia individuato nè chi lo uccise, nè dove, nè quando.

Tutta questa parte andrebbe rifatta (senza replicare dati già presenti) e buona parte di essa andrebbe inserita in un capitolo Emergenza ed occupazione di Prato. Dopo verrà il capitolo dell'esecuzioni che e dei molti processi che ci furono.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da Paolofalcone (discussioni · contributi) 11:38, 4 nov 2018 (CET) (CET).[rispondi]

F.C. Bene --Bramfab Discorriamo 17:14, 15 nov 2018 (CET)[rispondi]
Wikipedia:Non aver paura di fare modifiche :) --Riöttoso 15:32, 4 nov 2018 (CET)[rispondi]
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