Discussione:Alessandro Pirzio Biroli

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Non sarebbe meglio sostituire il template sportivo con uno storico? Di certo Pirzio Biroli non è ricordato maggiormente per essere stato uno schermidore! --Prat (msg) 22:11, 10 dic 2009 (CET)[rispondi]

Comando 9a Armata Ufficiali, sottufficiali, graduati, soldati e legionari della 9 Armata, La campagna d’Albania e’ finita! Per lunghi mesi, combattenti dell’Armata dal silenzio operoso, avete sofferto e lottato mantenendo intatta la fede nella vittoria. Avete sofferto nel fango dello Shkumbini, del Devoli, del Tomorriza e sugli innevati greppi del Guri Topit e del Tomori. Avete lottato contro un nemico aggressivo, tenace, valoroso e per un lungo periodo strapotente di forze. Avete avuto fede anche quando chiunque altro avrebbe disperato. Pur essendo impegnata l’armata su due fronti voi spiccaste da entrambe il primo balzo della definitiva riscossa portando ovunque il tricolore in terra nemica. Avete ben meritato della Patria! Ed oggi, mentre l’armistizio segna con la Vittoria la fine di un periodo di storia, Io, vostro comandante, mi inchino reverente ai nostri morti e abbraccio voi tutti con commosso affetto di padre, affermando che ciascuno di voi e’ in diritto di rammentare fieramente questi giorni e dire domani orgogliosamente ai propri figli: “Io fui della 9a Armata d’Albania”. Il Generale D’Armata Comandante Alessandro Pirzio Biroli Korça, 23 Aprile 1941 - XIX

Rappresaglie controverse[modifica wikitesto]

Da qualche tempo ci sono delle controversie su questo paragrafo:

nel gennaio 1942 Pirzio Biroli ordinò che per ogni soldato ucciso, o ufficiale ferito la rappresaglia avrebbe compreso una proporzione di 50 ostaggi fucilati per ogni militare italiano e di 10 ostaggi fucilati per ogni sottufficiale o soldato ferito

poiché tale affermazione è corredata da una fonte, la ripristino nuovamente.

Tra l'altro, la frase dei 10 ribelli per ogni camerata è una citazione piuttosto famosa che riportano vari libri di storia e anche su internet, tuttavia la disposizione dei 50 ostaggi per ogni italiano ucciso e 10 per ogni soldato ferito è documentata da una fonte attendibile ed è stata presa direttamente da una direttiva del gennaio '42, quindi è sicura. Tutto sommato, la frase dei "per ogni camerata caduto paghino con la vita 10 ribelli" non è che una citazione, detta così sul momento, la seconda viene da un documento ufficiale redatto appositamente; la frase sulla rappresaglia in proporzione di 10 a 1, cioè, non è da considerarsi se non proprio come una mera citazione e basta, la decisione ufficiale era quella in regione di 50 a 1. Non c'è tuttavia da stupirsi: quante volte, sul momento, militari e politici hanno affermato delle cose in ambito militare, esagerando in un modo o nell'altro, a cui poi sono seguite decisioni diverse? Dopo l'attentato di via Rasella Hitler vagheggiò una rappresaglia di apocalittiche proporzioni di 50 ad 1, la distruzione dell'intero quartiere (che comprende il Quirinale) e la deportazione da Roma di 1000 uomini per ogni tedesco ucciso; poi egli stesso stabilì la rappresaglia in 10 a 1. Se comunque c'è una qualche ambiguità, allora proporrei di levare la citazione senza fonte.

--Dexter High (msg) 23:42, 12 dic 2012 (CET)[rispondi]

Forse è meglio togliere la citazione senza fonti, sono d'accordo. Comunque quando si parla di rappresaglia, penso che si debba contestualizzare la situazione: essa è prevista dalle convenzioni internazionali, credo, ma non so in che proporzioni: se si riuscisse a recuperare questo dato, sarebbe una gran cosa. --vadsf (msg) 01:35, 23 dic 2012 (CET)[rispondi]
Anche secondo me le citazioni andrebbero sempre contestualizzate altrimenti nell'inserimento in una parte o nell'altra della voce rischiamo solo di povvare.--Jose Antonio (msg) 13:54, 23 dic 2012 (CET). Inoltre tutta la sezione "Seconda Guerra Mondiale" è una unica povvata con quote accuratamente selezionati per sviare il lettore e suggerire del personaggio una immagine negativa.--Jose Antonio (msg) 13:59, 23 dic 2012 (CET)[rispondi]

La voce contiene notevoli errori[modifica wikitesto]

1) Alessandro Pirzio Biroli è nato a Campobasso, non a Bologna, il 23 luglio 1877; 2) non apparteneva a una rinomata famiglia di esploratori, bensì a una famiglia di tradizioni militari. L'errore viene dal fatto che il ratello di Alessandro, Giuseppe, sposò Idanna Savorgnan di Brazzà, figlia di Detalmo Savorgnan di Brazzà (fratello dell'esploratore Pietro) e di Cora Slocomb; 3)dal suo Stato di servizio (è la mia fonte per la carriera militare del generale) non risulta che nel 1921, generale di brigata (o meglio: brigadiere generale), fosse al comando della divisione militare territoriale di Padova; risulta invece a disposizione per ispezione fino al dicembre 1921, quando gli venne assegnato il comando della missione militare italiana in Ecuador. Angelo Ventura sbaglia Pirzio Biroli: potrebbe aver confuso Alessandro con lo zio Luigi Nelson; 4) rientrato dall'Ecuador nel settembre 1927, venne promosso generale di divisione nel marzo 1928. Ispettore delle truppe celeri dal giugno 1928 a dicembre 1931, quindi comandante della divisione militare territoriale di Udine fino al gennaio 1933; 5) promosso generale di corpo d'armata nel gennaio 1933, dal luglio dello stesso anno al marzo 1935 fu comandante del corpo d'armata territorialedi Trieste; 6) per quanto riguarda le citazioni sul suo comportamento in Etiopia e in Montenegro, vengono prese per oro colato anche affermazioni di parte non sostenute da documentazione

Correggi pure--Jose Antonio (msg) 11:21, 10 dic 2014 (CET) Se le citazioni sono fontate ok, ma in questo caso non lo sono. L'ideale sarebbe contestualizzarle. Normalmente accade che qualche utente le infila dentro con intento un po povvistico ma sorvolando bellamente sulle motivazioni che le hanno provocate. Prova pure a riordinare la voce.--Jose Antonio (msg) 11:38, 10 dic 2014 (CET)[rispondi]

Il problema è che la voce è impostata male. Su Alessandro Pirzio Biroli ho scritto 750 pagine di tesi di laurea, attingendo a documentazione d'archivio e fonti bibliografiche molto vaste. Il personaggio è molto complesso e non si può trattare con quattro citazioni da cui si è estratto solo quanto portava acqua al proprio mulino. Ad esempio, Si dice che ha scritto in un opuscolo "odiate questo popopolo [...]. Ammazzate, fucilate, incendiate e distruggete questo popolo!". In realtà, questa accusa è contenuta nella relazione n. 3 della Commissione d'inchiesta jugoslava su crimini commessi dagli occupanti. Quanto detto sarebbe il contenuto di una circolare di Pirzio Biroli diffusa fino a livello di comando di stazione carabinieri, secondo la testimonianza del magg. Giovanni Ferro, catturato, processato e giustiziato dai partigiani jugoslavi mentre combatteva al loro fianco tra le file della divisione Garibaldi. L'opuscolo diffuso da Pirzio Biroli, "... perché i combattenti del Montenegro sappiano!" (gennaio 1942), non dice questo; per quanto infarcito delle consuete frasi della retorica fascista, non incita a massacri e non è nemmeno così razzista come è stato affermat

Ottimo. Se sei un esperto non temere a modificare la voce. Non c'è bisogno di dirtelo ma cmq tieni toni neutrali ed enciclopedici, se puoi contestualizza e cita le fonti Purtroppo la tua tesi di laurea in base alle linee guida qui non ha valore ma disponi pure e ampiamente delle fonti bibliografiche. se alcune citazioni sono in parte falsate scrivilo pure e contestualizza riportando all'effettiva fonte. --Jose Antonio (msg) 18:20, 10 dic 2014 (CET)[rispondi]

Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

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