Diritto di angheria

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Il diritto di angheria (latino: jus angàriae; inglese: right of angary; francese: droit d'angarie; tedesco: angarienrecht) è la facoltà di una nazione belligerante di porre sotto sequestro, ed eventualmente riutilizzare a fini bellici, qualsiasi tipo di bene presente su un territorio belligerante, incluso tutto ciò che può appartenere a persone fisiche o a persone giuridiche di paesi neutrali o di paesi non belligeranti. Tale capacità, prevista unicamente dal diritto consuetudinario, venne applicata in numerosi casi durante la prima e la seconda guerra mondiale.

L'articolo 53 dei regolamenti sulle leggi e gli usi di guerra terrestre, annessi alla convenzione dell'Aia del 1899, prevede che ferrovie, telegrafi, telefoni e navi, appartenenti a compagnie o a privati, possano essere utilizzati per fini bellici, ma debbano essere riparati al termine del conflitto e debba essere corrisposta un'indennità ai proprietari. L'articolo 54 aggiunge che il materiale ferroviario di nazioni neutrali, sia esso di proprietà statale, o di persone giuridiche, o di persone fisiche, debba essere restituito il prima possibile.

Un esempio di applicazione del diritto di angheria è il sequestro, da parte del presidente degli Stati Uniti d'America Woodrow Wilson, di tutto il naviglio olandese presente in acque statunitensi il 20 marzo 1918.[1] Un altro esempio è il blocco marittimo che Regno Unito e Francia, in guerra contro la Germania, applicarono alla non belligerante Italia dal 1º settembre 1939 al 25 maggio 1940, periodo durante il quale furono fermate e controllate 1347 navi italiane, che spesso venivano dirottate su porti inglesi o francesi e tenute sotto sequestro anche per diversi giorni, senza alcuna distinzione fra grandi navi passeggeri (il transatlantico Augustus venne tenuto fermo a Gibilterra per otto giorni, dal 22 al 30 ottobre 1939) e piccole navi mercantili (con conseguenze anche gravi nel caso di merci deperibili).[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Angary in international law, su britannica.com. URL consultato il 12 febbraio 2019.
  2. ^ Paoletti, p. 77.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Thomas Barclay, Angary, in Hugh Chisholm (a cura di), Enciclopedia Britannica, XI, Cambridge University Press, 1911.
  • Ciro Paoletti, Dalla non belligeranza alla guerra parallela, Roma, Commissione Italiana di Storia Militare, 2014, ISBN non esistente.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]