Crocifissione (Grechetto)

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Crocifissione
AutoreGiovanni Benedetto Castiglione, detto il Grechetto
Data1660 circa
TecnicaOlio su carta incollato su tela
Dimensioni60×45 cm
UbicazionePalazzo Rosso - Musei di Strada Nuova, Genova

La Crocifissione è un dipinto a tempera su carta incollata su tela di Giovanni Benedetto Castiglione detto il Grechetto. L'opera è attualmente conservata ai Musei di Strada Nuova a Genova

Questo piccolo dipinto viene citato per la prima volta nell'inventario dei quadri di Gio. Francesco I Brignole-Sale redatto entro il 1648. Nel corso del Settecento non risulta esposto nella dimora di famiglia: Palazzo Rosso sito in Strada Nuova (oggi via Garibaldi). Probabilmente, a seguito delle varie vicende ereditarie, fu trasferito in un'altra residenza di proprietà dei Brignole-Sale.[1] Torna ad essere menzionato nella residenza in Strada Nuova nell'inventario di Ridolfo II, steso dopo la sua morte intorno al 1800. Il dipinto rimarrà a Palazzo Rosso fino al momento della donazione dell edificio stesso al Comune di Genova da parte della duchessa di Galliera, Maria Brignole-Sale, nel 1874. La tela fa parte del nucleo di opere che la duchessa tenne per se al momento della donazione, venne infatti spostata a Palazzo De Ferrari fino all'anno della sua morte avvenuta nel 1888. Nel 1889, grazie al legato della nobildonna, entrò a far parte delle collezioni civiche genovesi[1].

Le figure, poste in una composizione diagonale, si stagliano su di uno spazio indefinito. Sulla sinistra è raffigurato Cristo crocifisso che spigiona dal capo una luce abbagliante. In basso a destra la Madonna, travolta dal dolore, viene sorretta da San Giovanni e da un angelo che spunta sulla destra. Ai piedi della croce è inginocchiata la Maddalena con accanto un catino ed una canna[2]. Nonostante negli inventari venga definito "machia", ovvero bozzetto, non sono note opere di grande formato riconducibili a questo dipinto specifico né ad altre versioni dello stesso tema realizzate da Grechetto. Questa piccola Crocifissione è infatti una delle redazioni più riuscite di una vasta serie di opere con la stessa iconografia, realizzate dal pittore genovese durante gli ultimi anni di attività. Grechetto sperimenta diverse tecniche: disegno, pittura a olio su carta e incollata su tela o su tavola, olio su tela e monotipo. Nelle diverse varianti del soggetto l'artista prende a modello un'incisione di Rembrandt databile al 1634. La tecnica utilizzata da Grechetto in questo dipinto, caratterizzata da piccoli tocchi di colore, crea forme scomposte che emergono dal fondo con grande immediatezza riflettendo l'interesse dell'artista per il procedimento del monotipo (una stampa da unica lastra in cui l'artista dipinge con inchiostro a pennello e ottiene luci e sfumature tramite l'asportazione del colore)[1].

  1. ^ a b c Raffaella Besta (autore contributo) in, Van Dyck e i suoi amici. Fiamminghi a Genova 1600-1640, a cura di Anna Orlando, Sagep Editori, 2018, p. 256.
  2. ^ Opera nel catalogo online dei Musei di Strada Nuova, su catalogo.museidigenova.it. URL consultato l'8 luglio 2024.
  • Laura Tagliaferro, Il genio di Giovanni Benedetto Castiglione il Grechetto (catalogo della mostra), Genova, 1990.
  • Andreana serra (autore contributo) in, Musei di Strada Nuova a Genova. Palazzo Rosso, Palazzo Bianco e Palazzo Tursi, Skira, 2010, p. 46.
  • Daniele Sanguineti (autore contributo), Van Dyck e il Cristo spirante, a cura di L. Leoncini e D. Sanguineti, Genova, 2012, pp. 6-41.
  • Maurizio Romanengo (autore contributo) in, Uomini e Dei. Il '600 genovese dei collezionisti (catalogo della mostra), a cura di Anna Orlando, Genova, Sagep, 2016, pp. 84-86.

Collegamenti esterni

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Scheda dell'opera nel catalogo online dei Musei di Strada Nuova, su catalogo.museidigenova.it.

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