Complesso museale di Santa Maria della Scala

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L'ingresso dell'Ospedale.

Il Santa Maria della Scala è uno dei più antichi ospedali europei e dei primi esempi di xenodochio, che da alcuni anni ha esaurito le proprie funzioni sanitarie ed è stato (e in parte lo è ancora) oggetto di una importante operazione di recupero a fini museali e culturali.

Questo grande complesso, situato nel cuore di Siena, di fronte alla Cattedrale, conserva integre le testimonianze di mille anni di storia, restituendo un percorso che, dall’età etrusca e romana, dal Medioevo al Rinascimento, arriva al giorno d'oggi. Nelle testimonianze artistiche qui presenti si confondono le immagini di civiltà etrusche, pellegrini stanchi, viandanti e malati, nobili signori, imperatori bizantini, bambini abbandonati e confratelli preganti. Nel Museo si alternano ambienti monumentali, corridoi angusti, affreschi coloratissimi con storie di vita, cripte oscure, intrecci di gallerie scavate nel tufo e grandi spazi voltati a mattoni. Il Santa Maria della Scala non si presta quindi ad una lettura univoca e anche se alcuni tra i più grandi artisti italiani vi hanno lasciato preziose e rare testimonianze, il grande edificio (350.000 metri cubi) è soprattutto una sintesi della città e della sua storia. La particolarità consiste proprio in questo: è un contenitore dove architettura, opere d’arte e storia raccontano una vita che continua senza interruzioni da mille anni.

Sorto sulla via Francigena, costituì, uno dei primi esempi europei di ricovero e ospedale, con una propria organizzazione autonoma e articolata per accogliere i pellegrini e sostenere i poveri e i bambini abbandonati. La sua istituzione si deve ai canonici del Duomo, anche se una leggenda medievale senese parla di un mitico fondatore, tale Sorore, calzolaio, morto nell'898. La gestione dell’importante complesso, prima dovuta ai canonici del Duomo, poi ai frati dell’ospedale, progressivamente si laicizzò e, nel Quattrocento, passò sotto il controllo diretto del Comune. Grazie ai lasciti delle grandi famiglie della città e alle cospicue elemosine che affluivano nelle casse del Santa Maria, l’ospedale acquistò subito un peso rilevante nell’economia della repubblica senese, nel territorio della quale erano sparse numerose proprietà agricole, dette grance, che hanno costituito per secoli una fonte di sostegno all’intensa attività dell’ospedale. Il Santa Maria della Scala ebbe un ruolo molto importante anche in ambito culturale, tanto da poterlo considerare il "terzo polo artistico" della città, insieme al Palazzo Pubblico e alla cattedrale.

L’impegno di una committenza di questa istituzione prestigiosa anche in campo artistico si è dimostrata fin dall’inizio costante, quasi sempre di altissimo livello e indirizzata verso tutti i molteplici aspetti della millenaria attività svolta dall’ospedale: dal grande ciclo a fresco (purtroppo perduto) con le Storie della Vergine realizzato sulla facciata esterna da Simone Martini, Ambrogio e Pietro Lorenzetti (1335), alla serie di affreschi della grande sala del Pellegrinaio, fino alla decorazione della vasta zona absidale della chiesa dipinta nel Settecento da Sebastiano Conca.

Il nucleo originario del Santa Maria è rappresentato proprio dalla chiesa della Santissima Annunziata, edificata attorno alla metà del Duecento, e sviluppata nella forma attuale alla fine del XV secolo.

Oggi il fulcro centrale dei percorsi museali del Santa Maria (di cui attualmente sono aperti al pubblico 13.000 metri quadrati) è però il Pellegrinaio, costruito nella seconda metà del Trecento, e affrescato quasi un secolo più tardi, con un importante ciclo dedicato alla storia dell’ospedale. Il Pellegrinaio costituisce non solo una significativa occasione per una lettura storico–artistica di un ciclo quattrocentesco di grande originalità e suggestione, ma anche un’opportunità per ricostruire puntualmente la storia e le funzioni svolte da questo millenario edificio. Sui grandi riquadri delle pareti sono infatti rappresentate per mano di Domenico di Bartolo, Lorenzo Vecchietta e Priamo della Quercia, la storia dell’istituzione e la vita quotidiana all’interno dell’ospedale.

Dal 1995, oltre alla chiesa della Santissima Annunziata e al Pellegrinaio, sono stati progressivamente restaurati e aperti ambienti monumentali come la Sagrestia Vecchia con i dipinti di Lorenzo Vecchietta, la Cappella del Manto con la lunetta di Domenico Beccafumi, la Cappella della Madonna, nonché gli ambienti del fienile medievale che ospita la quattrocentesca Fonte Gaia di Jacopo della Quercia, i suggestivi locali della Compagnia di Santa Caterina della Notte e quelli della sede storica della Società di Esecutori di Pie Disposizioni, il museo archeologico e i grandi spazi espositivi di Palazzo Squarcialupi.

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