Complesso Islam Khodja

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complesso Islam Khodja
StatoBandiera dell'Uzbekistan Uzbekistan
LocalitàKhiva
Coordinate41°22′36.11″N 60°21′37.62″E / 41.376697°N 60.360449°E41.376697; 60.360449
Religionemusulmana
TitolareIslam Khodja
FondatoreIslam Khodja
Completamento1908

Il complesso Islam Khodja è una delle antiche madrase di Itchan Kala, il centro storico di Khiva, in Uzbekistan.

Il complesso[modifica | modifica wikitesto]

Si trova dietro il minareto Islam Khodja che, come la madrasa, prende il nome da colui che l'ha costruito. Islam Khodja[1] è stato il Gran Visir (e il patrigno) dell'ultimo khan, Asfandiar, che regnò dal 1910 al 1918. Sono i maestri artigiani del villaggio di Madir Bolt, Vaïzov e Madaminov che hanno creato le piastrelle smaltate con schizzi di Ish-Muhammad Khoudaïberdiev.

La madrasa Islam Khodja, costruita nel 1908, è un complesso architettonico molto specifico che rispecchia l'influenza del tempo e dello spirito del maestro artigiano di Khiva. Si compone di quarantadue celle, una grande sala sotto una cupola e un alto minareto di 45 metri. Il controllo degli architetti si rivela dalla combinazione di forme fatte in un piccolo spazio. La nicchia del mihrab è decorata con piastrelle e gantch finemente cesellati.

Museo di Arti Applicate di Khiva[modifica | modifica wikitesto]

L'edificio oggi ospita il Museo delle Arti Applicate di Khiva in cui sono esposti i manufatti della regione di ogni epoca. Vi sono esposti: sculture in legno, oggetti in metallo, tappeti, pietre con antiche iscrizioni in arabo, grandi vasi chiamati hum, ma anche oggetti di vita quotidiana e monete.[2] Sotto questo aspetto il museo è uno dei più completi dell'Uzbekistan.

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ È stato ucciso dagli uomini del ministro della guerra nei pressi del Khan per aver cercato, tra l'altro, la riforma del sistema educativo
  2. ^ Anur Tour Uzbekistan, Museum of Applied Art and Life in Khiva, Museums of Uzbekistan, Sights of Uzbekistan, su tourstouzbekistan.com. URL consultato l'11 marzo 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ouzbékistan, guide Le Petit Futé, édition 2012

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]