Combattimento dell'Oasi delle Due Palme
Combattimento dell'Oasi delle Due Palme parte della guerra italo-turca | |||
---|---|---|---|
Data | 12 marzo 1912 | ||
Luogo | vicinanze di Bengasi, Libia | ||
Esito | vittoria italiana | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
| |||
Perdite | |||
| |||
Voci di battaglie presenti su Wikipedia | |||
Il combattimento dell'Oasi delle Due Palme, noto anche come Suani Abd el-Rani, fu un episodio della guerra italo-turca.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Gli arabo-turchi provenienti da una grossa base costituita a Benina,[1] svilupparono nel corso dei mesi di novembre e dicembre 1911 numerosi attacchi contro la linea fortificata italiana di Bengasi e contro reparti in ricognizione, mantenendosi in forze nell'Oasi delle Due Palme, chiamata localmente anche Suani 'Abd el-Rani (arabo Suwānī ʿAbd al-Rānī[2]).
Nel marzo 1912 gli arabo-turchi rinnovarono i loro attacchi contro le opere difensive della città.[3] Oltre agli assalti condotti contro le opere difensive in fase costruttiva ed in particolare contro la ridotta del Foyat, gli ottomani agirono anche per interrompere le comunicazioni telefoniche e telegrafiche tra la ridotta Grande e quella del Foyat; ciò costrinse il comando di Bengasi, nella notte tra l'11 e il 12 marzo, a disporre un servizio di appostamento al margine est del Foyat per sorprendere gli assalitori e a destinare allo scopo una compagnia del 57º fanteria.[4]. Nelle prime ore del mattino, verso le 5:00, si sviluppò un primo attacco ottomano, accompagnato da salve di artiglieria contro la ridotta del Foyat cui fu risposto con il fuoco delle artiglierie e dei reparti di presidio. Alle 9:00, il generale Ottavio Briccola ordinò al generale Giovanni Ameglio di agire controffensivamente e questi destinò all'operazione sette battaglioni organizzati su due reggimenti, appartenenti alla IV Brigata (due battaglioni del 4º ed uno del 63º) ed alla VII Brigata (due battaglioni del 57° ed uno del 79º), un gruppo di artiglieria da campagna, uno da montagna ed il reggimento cavalleggeri (due squadroni dei Cavalleggeri di Lucca e due dei Cavalleggeri di Piacenza), alle truppe già schierate si aggiunse anche uno squadrone indigeno di savari comandati da Maurizio de Vito Piscicelli. Il settimo battaglione (III/57°) fu assegnato alla riserva generale.
Iniziato il tiro delle artiglierie il generale Ameglio decise di procedere contro i turchi avanzando da nord e da sud per impedire vie di fuga. Sviluppato il combattimento intervennero, oltre ai reparti delle colonne d'assalto, anche altri contingenti del 79º fanteria e il battaglione del 57º posto a riserva. Le truppe turche, attaccate alla baionetta dai fanti del 4°, del 63°, del 57°, del 79º fanteria e sotto il fuoco delle artiglierie, furono costrette alla ritirata dopo aver subito perdite ingentissime.[4].
Le perdite da parte italiana furono di 5 ufficiali morti e 12 feriti; 32 uomini di truppa morti e 130 feriti. Le perdite avversarie furono stimate in circa un migliaio di cui 750 morti contati sul campo.[5] Il successo italiano, se valse a far rinunciare all'esercito turco l'idea di ulteriori azioni contro Bengasi, non fu risolutivo poiché nella battaglia non intervenne il grosso delle forze turche che continuarono quindi a minacciare la regione.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Durante la Guerra italo-turca, costituì base armata per lo sviluppo di numerose azioni compiute contro fortificazioni e truppe italiane nel settore di Bengasi. Il campo rimase attivo fino all'aprile del 1913 quando le truppe del generale D'Alessandro lo distrussero catturando ingenti quantitativi di materiale bellico e di derrate alimentari.
- ^ Dal nome di uno degli appartenenti alla famiglia che contribuì a sviluppare la vita sociale nella regione.
- ^ Enciclopedia Militare - Il Popolo d’Italia - Milano
- ^ a b Società Editoriale Milanese – L'Italia a Tripoli. Storia degli avvenimenti della Guerra italo-turca
- ^ Ministero degli Affari Esteri - M. A. Vitale - L'Italia in Africa - Serie storico-militare - Vol. 1 Avvenimenti Militari e Impiego - Africa Settentrionale (1911-1943). Roma, 1964
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enciclopedia Militare - Il Popolo d'Italia - Milano
- F.lli Treves. La formazione dell'Impero Coloniale Italiano. Fratelli Treves Editori, Milano 1938
- V. Giglio - A. Ravenni. Le Guerre Coloniali d'Italia. Francesco Vallardi Editore, Milano, 1935
- Società Editoriale Milanese – L'Italia a Tripoli. Storia degli avvenimenti della Guerra italo-turca
- Ministero della Guerra - Comando del Corpo di Stato Maggiore - Ufficio Storico - Campagna di Libia - Roma