Blixa Bargeld

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Blixa Bargeld
Blixa Bargeld (a destra) con gli Einstürzende Neubauten nel 2000
NazionalitàBandiera della Germania Germania
GenereRock alternativo[1]
Rock sperimentale[1]
Industrial[1]
Post-punk[2]
Periodo di attività musicale1980 – in attività
StrumentoChitarra
Gruppi attualiEinstürzende Neubauten
Gruppi precedentiNick Cave and the Bad Seeds
Sito ufficiale

Blixa Bargeld, pseudonimo di Christian Emmerich (Berlino Ovest, 12 gennaio 1959[3]), è un chitarrista e cantante tedesco.

Artista poliedrico, è conosciuto principalmente per la sua attività di musicista con gli Einstürzende Neubauten e con Nick Cave and the Bad Seeds.[3] Il suo nome d'arte Blixa viene da una marca di pennarelli tedesca, mentre Bargeld significa letteralmente denaro contante, con riferimento allo pseudonimo dell'artista Johannes Theodor Baargeld, esponente del movimento dadaista tedesco.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1980 fonda gli Einstürzende Neubauten, una delle band più importanti e significative del movimento industrial, con i quali è tuttora attivo.[1] Tra il 1984 ed il 2003 è stato chitarrista e cantante nei Bad Seeds, la band di supporto di Nick Cave.[2] Dalla metà degli anni novanta Bargeld si è anche esibito come solista. Durante queste esibizioni viene solitamente coadiuvato dall'ingegnere del suono dei Neubauten, Boris Wilsdorf.

Nel 2007 ha dato inizio a un progetto di collaborazione con il musicista tedesco Alva Noto, indicato con l'acronimo ANBB.[3] Nel 2013 ha pubblicato il primo album in collaborazione con il musicista italiano Teho Teardo, intitolato Still Smiling, a cui ha fatto seguito nel 2016 l'album Nerissimo.[3]

Discografia[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d (EN) Einstürzende Neubauten, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 4 luglio 2013.
  2. ^ a b (EN) Nick Cave & the Bad Seeds, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 4 luglio 2013.
  3. ^ a b c d e (EN) Blixa Bargeld, su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 aprile 2019.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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