Chiesa di San Lorenzo (Torino)

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Template:Infobox edifici religiosi La chiesa di San Lorenzo è una chiesa di Torino.

Viene talvolta chiamata Real chiesa di San Lorenzo perché voluta dai Savoia e perché è stata vista come chiesa della casa reale.

Si trova in piazza Castello a lato del Palazzo Reale.

Storia

Emanuele Filiberto di Casa Savoia ed il cugino Filippo II di Spagna vinsero la battaglia di san Quintino il 10 agosto 1557, giorno di San Lorenzo. Avevano promesso che avrebbero fatto costruire, in caso di vittoria, una chiesa in onore di san Lorenzo. Il re di Spagna, all'Escorial, farà erigere una stupenda basilica in onore del santo, a forma di graticola, per ricordare il supplizio inflitto a Lorenzo martire.

Tornato a Torino, non potendo per il momento costruire una nuova chiesa, Emanuele Filiberto fa sistemare una chiesetta già presente nell'attuale piazza Castello e la intitola a san Lorenzo[1]. In questo luogo, ancor oggi visibile, si recherà san Carlo Borromeo al momento del suo pellegrinaggio nei territori sabaudi, al fine di venerare la Sacra Sindone: proprio nella piccola cappella ducale essa verrà esposta per il santo arcivescovo milanese, che poi ivi celebrerà la Messa: a tale celebrazione assisterà anche Torquato Tasso, all'epoca poeta di corte del duca di Savoia.

Solamente un secolo più tardi nel 1634 si posa la prima pietra della chiesa, su progetto di Ascanio Vittozzi, poi rivisto da Carlo di Castellamonte. Ma è con l'arrivo a Torino dell'architetto Guarino Guarini che i lavori vanno avanti. Il Guarini vi lavora dal 1666 al 1680, quando, alla presenza di tutta la corte sabauda, la chiesa viene inaugurata.

All'interno è conservata una copia su tela fotografica dell Sacra Sindone, ovvero il presunto sudario di Cristo.

Architettura

La cupola vista da Piazza Castello

Pregevole è l'architettura della chiesa.

La chiesa si presenta senza facciata: a parte la cupola, nulla lascerebbe intuire la presenza, qui, di un edificio religioso. Ciò è sempre stato fonte di dibattito: secondo varie ipotesi, costruire la facciata al tempio avrebbe spezzato la simmetria della piazza.

L'architetto Guarini trasforma l'originaria pianta a croce latina della chiesa in pianta centrale costituita da un grande spazio ottagonale racchiuso da una forma quadrata. Da qui è possibile accedere ad un piccolo presbiterio ellittico trasverso collegato al coro con decorazioni in marmi e ori. Il dinamismo è dato dal giro delle cappelle parietali concepite come indipendenti. Lo spazio assume così un ritmo elastico e rotatorio. Il cornicione è composto da otto superfici curve che si congiungono.

L'edificio trova particolare sfogo in altezza, nei quattro grandi pennacchi, nella cupola e nella lanterna. La calotta della cupola è sostenuta dalle colonne delle serliane, é illuminata da otto finestroni ellittici ed attraversata da un sistema di nervature che formano una stella a otto punte (ripresa dall'architettura islamica) e al cui centro vi è un ottagono regolare.

vista dall'interno della cupola a costoloni

Di particolare valore è l'altare maggiore, risalente al 1680, uno dei più importanti dell'Italia settentrionale per il suo stile innovativo: proprio dietro questo altare, il Guarini celebrerà la messa di consacrazione della chiesa.

Le colonne e i marmi policromi, infine, danno un particolare colore a tutto l'interno.

Grazie alle ridotte dimensioni, è particolarmente apprezzata per la sua atmosfera intima e raccolta.

Note

  1. ^ Questa chiesa resterà come atrio d'ingresso della futura chiesa di san Lorenzo.

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