Beate Cecilia, Ippolita e Lisabetta

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Beate Cecilia, Ippolita, Elisabetta
Affresco raffigurante le tre Beate, conservato nel Santuario di Sant'Antonio in Mortara
 

Beate

 
Venerata daChiesa cattolica

Cecilia Attendoli di Cotignola, Ippolita di Melegnano e Elisabetta (o Lisabetta) (... – Mortara, 22 maggio - 18 luglio - 29 marzo 1530-1531) sono state tre monache italiane.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Le notizie sulle vite delle tre religiose sono praticamente nulle; appartenenti al Terzo Ordine Regolare di San Francesco, vivevano nel Monastero di Santa Chiara in Mortara, ubicato nel territorio dell'attuale Centro Sociale Cappa-Ricci. Elisabetta morì il 22 maggio e Ippolita il 18 luglio dello stesso anno 1530.

Cecilia, originaria di Cotignola, morì il 29 marzo (forse 9 aprile) dell'anno 1531; di Cecilia si conoscono le virtù e i miracoli che ha compiuto in vita, dopo essere stata portata dal padre, in viaggio verso Milano, al monastero delle Clarisse di Mortara.

Ippolita ed Elisabetta furono probabilmente entrambe originarie di Melegnano. La provenienza di Elisabetta è però dubbia; alcune fonti la citano infatti come Elisabetta da Mortara [1]; anche sull'origine di Ippolita le notizie sono piuttosto contrastanti, in quanto nel territorio di Olevano di Lomellina si trova una cascina chiamata Melegnana, dalla quale poteva provenire la beata Clarissa.

Il luogo di sepoltura delle tre beate monache è a tutt'oggi ignoto; furono inizialmente seppellite nell'atrio del monastero[2]. Si persero col tempo le tracce della sepoltura, fino al 1701[3]. Si legge in una relazione di don Pietro Francesco Guelfio, confessore del monastero: Premesso un digiuno e dopo una ricerca fatta con ogni diligenza trovarono i corpi delle BB. Ippolita da Melegnano, Cecilia da Cotignola ed Elisabetta da Mortara nell'atrio contiguo alla chiesa ridotti a ossa candide e lucide come soave alabastro, spiranti odore soave, e il 18 giugno, giorno di sabato avanti la terza domenica dopo Pentecoste, li deposero in altra cassa particolare. Pianzola scrive che i corpi ritrovati furono solamente due. Con la soppressione del monastero di Santa Chiara, nel 1802, le reliquie furono portate nella Basilica di San Lorenzo; il vescovo Francesco Maria Milesi, nella sua visita pastorale, non riconobbe sufficienti le prove del culto e dell'identità, in quanto l'archivio del monastero era andato distrutto. Ordinò di far sparire in segreto la cassetta, della quale non si seppe più nulla; secondo le cronache di Ercole Delconte, potrebbe anche essere collocata in una zona segreta del sottosuolo della Basilica di San Lorenzo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Memorie Storico-Biografiche della Provincia di San Diego in Piemonte, di Padre Mariano Manni - Stamperia Aldina, Varallo
  2. ^ Cenni storici dell'antico e moderno insigne borgo di Melegnano, raccolti in parte colla scorta della manoscritta descrizione che ne fece íl M. R. D. Giacinto Coldani,... ed accresciuti... per Ferdinando Saresani
  3. ^ Mortara, la Collegiata di san Lorenzo - F. Pianzola, Scuola Tipografica Derelitti, Vigevano

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • don Cesare Amelli, Dizionario biografico dei melegnanesi.
  • Martirologio francescano
  • Romoaldo Magnani, Vite di Santi, Beati, Venerabili, Servi di Dio della Diocesi di Faenza.
  • Santi, Beati e Venerabili in Lomellina, Francesco Pianzola - Cortellezzi

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]