Catalogo Shapley-Ames

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Il Catalogo Shapley-Ames (titolo originale: Shapley-Ames Catalog of Bright Galaxies) è un catalogo di galassie pubblicato nel 1932 che include osservazioni relative a 1249 oggetti più luminosi della magnitudine 13,2.[1]

Il catalogo è stato compilato da Harlow Shapley e Adelaide Ames che identificarono 1189 oggetti basati sul New General Catalogue e 48 basati sull'Index Catalogue.[2] Con l'aiuto di nuove registrazioni fotografiche, che contenevano anche stelle riferimento di luminosità nota, fu misurata la luminosità di molte galassie e registrate quelle fino alla magnitudine 13,2. Era la prima compilazione di galassie luminose del cielo settentrionale meridionale. Il catalogo contiene posizione, luminosità, dimensione e classificazione di Hubble delle galassie. Nei successivi 60 anni, gli astronomi si riferirono a questo catalogo come alla fonte primaria di informazione riguardo al redshift e alla tipologia delle galassie.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Shapley e Ames iniziarono il loro studio sulle galassie vicine nel 1926.[3] Un importante risultato di questo studio fu che le galassie non erano uniformemente distribuite (cioè violavano l'assunzione dell'isotropia), in quanto l'emisfero settentrionale conteneva più galassie di quello meridionale.[4] Trovarono inoltre che l'ammasso della Vergine si estendeva oltre quanto precedentemente ritenuto.[5]

In base a questi dati, Shapley e Ames crearono una nuova gerarchia di ammassi chiamata superammasso, cioè un ammasso di ammassi galattici, e chiamarono quello della Vergine nell'emisfero settentrionale il "Superammasso Locale".[6]

Revised Shapley-Ames Catalog[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1981, Allan Sandage e Gustav Andreas Tammann pubblicarono il Revised Shapley-Ames Catalog (RSA).[4] In questa nuova edizione rivista, fu mantenuta la lista originale di galassie, ad eccezione di tre oggetti che non furono più considerati galassie. Le informazioni sulle 1246 galassie furono aggiornate e significativamente ampliate.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Albrecht Unsöld e Bodo Baschek, The New Cosmos: An Introduction to Astronomy and Astrophysics, Springer, 1º gennaio 2001, pp. 402, ISBN 978-3-540-67877-9.
  2. ^ Steinicke, Observing and Cataloguing Nebulae and Star Clusters, Cambridge University Press, pp. 467, ISBN 978-1-139-49010-8.
  3. ^ a b Allan Sandage, Centennial History of the Carnegie Institution of Washington: Volume 1, The Mount Wilson Observatory: Breaking the Code of Cosmic Evolution, Cambridge University Press, 2004, pp. 491–2, ISBN 978-0-521-83078-2.
  4. ^ a b Vera C. Rubin, Bright Galaxies, Dark Matters, Springer, 1997, pp. 89, ISBN 978-1-56396-231-8.
  5. ^ Ronald Newbold Bracewell, Paris Symposium on Radio Astronomy, Held from 30 July to 6 August 1958, Stanford University Press, 1º gennaio 1959, pp. 351–, ISBN 978-0-8047-0571-4.
  6. ^ Wolfgang Steinicke, Galaxies and How to Observe Them, Springer, 2007, pp. 45, ISBN 978-1-85233-752-0.