Castello di Filissano

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Castello di Filissano
Utilizzoinsediamento, fortificazione
EpocaX secolo-XV secolo
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
ComuneNepi

Il castello di Filissano (anche noto come castello di San Valentino) è situato nella valle del Treja su un pianoro affacciato sul Fosso di Capo Rio. Il sito nasce nel X secolo e viene abbandonato nel 1431.[1]

Il castello è citato in una bolla di papa Alessandro III nel 1177 dove viene indicato come Casale Filissanum e rientrava nei possedimenti del monastero di Sant'Elia Fallarense. Documenti del secolo successivo citano il castello relativamente alle decime versate alla mensa vescovile nepesina tra 1274 e 1280 e tra 1290 e 1295.[2] Nel 1427 castrum Filissani viene ceduto da Rainaldo di Giacomo Orsini ad Antonio Colonna; pochi anni dopo, nel 143, il sito viene confiscato da papa Eugenio IV e venne conseguentemente abbandonato.[2]

Il castello è delimitato da un fossato collegato ad una tagliata proveniente dalla valle. Le mura, che sembrano essere presenti solo sul lato del fossato, terminano a ridosso di una torre, munita di feritoie, posta a controllo della porta di accesso.[1] Sebbene lo stato di conservazione sia precario, è stato possibile individuare edifici, conservati anche per 5 m di altezza, strade e spiazzi. Sul lato Sud sono ancora visibili degli ambienti ipogei caratterizzati dalla presenza di un pilastro centrale e dalla presenza di un passaggio voltato costruito in blocchi. Tali ambienti sono datati tra X e XI secolo.

  • M. C. Dalessandro, Tracce di "ecclesia castri" in territorio nepesino, Biblioteca e società, 2, giugno 1994, pp. 17-25.
  • E. Mariani, L’incastellamento nella Valle del Treia, gli esempi di Castel d’Ischi e Filissano, Studi Vetrallesi 11, gennaio-giugno 2003, pp. 28-30.
  • E. Mariani, Il castrum di Filissano ed il suo abitato rupestre, 2008, pp. 569-575.
  • S. Orazi, Forme dell’insediamento castrense nel comprensorio nepesino. Alcune considerazioni, in Il Tesoro delle città: strenna dell'Associazione Storia della Città VI, 2008-2010, pp. 275-293.