Castello Bissari Sforza Colleoni

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Castello Bissari Sforza Colleoni
Portineria dell'ingresso inferiore
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneVeneto
LocalitàCostabissara
IndirizzoVia Giuseppe Mazzini
Coordinate45°35′09.81″N 11°28′55.06″E / 45.586057°N 11.48196°E45.586057; 11.48196
Informazioni generali
CondizioniIn uso
CostruzioneX secolo ca. - 1859
Distruzione1241
Ricostruzione1285
Usocivile
Realizzazione
Costruttoreconti Bissari
Proprietariofamiglia Putin
Committenteconti Bissari
marchese De Buzzacarini

Il castello Bissari Sforza Colleoni, detto anche villa De Buzzacarini, è una fortificazione medioevale presente nel comune di Costabissara in provincia di Vicenza.

Già dei conti Della Costa[1][2], fu dei conti Bissari fino al loro ultimo erede, Girolamo Enrico Sforza, per passare poi al conte Guardino Colleoni che lo ristrutturò ed ampliò donandogli la consistenza attuale[1][3][4]. Successivamente fu del marchese De Buzzacarini[1][5][6] e dal 1973 il castello è di proprietà della famiglia Putin[7].

Il castello faceva parte, insieme a quello di Donna Berta e di Pizamerlo, dei tre castelli presenti nel feudo di Costa Fabrica, molto prima che questa diventasse dei conti Bissari e prendesse il nome di Costabissara.

Denominazioni[modifica | modifica wikitesto]

Targa

Il castello, per via dei numerosi proprietari ha cambiato più volte nome e tuttora è conosciuto con più denominazioni.

Nel Dalla-Cà viene nominato come "antico Castello dei Della Costa"[8][9] e Villa De Buzzacarini[8]: secondo l'autore, infatti, il primo è uno dei tre castelli citati dal Maccà, non più presente perché distrutto da Ezzelino e al quale ha preso posto la villa[9]. Nel Mantese si ritrovano invece le denominazioni di "Villa De Buzzacarini" e "il Castello"[4].

Il nome oggi ufficiale è "castello Bissari Sforza Colleoni", probabilmente in ricordo dei tre principali proprietari storici e maggiori contributori di ciò che la struttura è adesso, secondo le targhe appese fuori dalle due entrate. Nonostante questo, la denominazione "villa De Buzzacarini" permane nell'uso comune, dal momento che la vendita è avvenuta solo nel 1973.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

«Quest'antico castello di Costa Fabrica dei Della Costa, di Jacopo Baretta e di Guidone da Lozzo, dall'ira di Ezzelino III quasi distrutto, dal 1285 al 1859 feudo dei Conti Bissari, il loro discendente conte Guardino Colleoni demoliti i circostanti edifici ad aprirgli maggiore orizzonte ricompose a medioevale aspetto accrebbe ed ornò - 1877 -»

Parte dei giardini del castello visibili dal cancello superiore

Il castello sembra esistere dal X secolo[10] e già nei secoli XI e XII era provvisto di una cinta muraria che si estendeva per tutto il contorno del declivio del colle[11].

La parte più antica, che corrisponde al blocco principale con quattro finestre gotiche originali[4], ha visto passare tutti i feudatari precedenti ai Bissari: i Maltraverso, i Della Costa, i Baretta e i Conti da Lozzo[2][11].

Il castello, quindi, era già esistente all'arrivo dei Bissari nel 1285, anno in cui il castello venne ricostruito dopo la distruzione portata da Ezzelino III nel 1241, inglobando e mantenendo le strutture residue. Questo è confermato dal notevole spessore dei muri portanti soprattutto nell'angolo a nord est dove si presume fosse presente una torre.[4]

Non sono da dimenticare alcune aggiunte successive come quelle in epoca cinquecentesca con la costruzione di due finestre nel lato sud-ovest, la porta d'ingresso dal porticato e quella interna di fronte[12] e in epoca settecentesca che portarono alla costruzione del balconcino sempre a sud-ovest[3].

Con la morte nel 1859 dell'ultimo erede Girolamo Enrico Sforza, il castello passò nelle mani del nobile Guardino Colleoni, che lo ristrutturò donandogli una forma medievale[3], un boschetto di pini, un vigneto, il frutteto[6] e un'iscrizione lapidaria che ne riassume la storia[13].

Alla vendita del castello a Pia Zabeo, moglie del Nobile Marchese Aleduse De Buzzaccarini De Vetulis, nel 1894 seguì anche un abbellimento e un arricchimento da parte dei nuovi proprietari[14]. Il castello diventa quindi una residenza signorile che venne comprata nel 1973 dalla famiglia Putin che lo restaurò nel 1979[7].

Oratorio di Sant'Antonio[modifica | modifica wikitesto]

Cancello d'entrata dell'oratorio
Gradinata d'accesso dell'oratorio

«Pia a imperitura memoria dei tuoi amati genitori - Prosdocino e Carolina Conti Zabeo - il tuo sposo questo marmo consacra pregando i fedeli d'una prece. (Castello di Costabissara, lì 26 novembre 1900. Aleduse De Buzzacarini»

L'oratorio di Sant'Antonio è una piccola chiesetta presente all'interno del parco del castello restaurata a inizio Novecento dai nobili De Buzzacarini aggiungendo anche un campanile[16]. In occasione di ciò è stata eseguita nuovamente la consacrazione in un rito compiuto dal vescovo di Vicenza Antonio Feruglio il 26 novembre 1900, come riporta l'iscrizione sull'altare[17].

Il cancello di ingresso si apre sulla strada e continua in una lunga gradinata fino alla chiesa. Su tale cancello sono presenti i due stemmi del marchese De Buzzacarini e della moglie Pia dei Conti Zabeo.[18]

All'interno le pareti sono affrescate da opere di Gino Raselli di Asolo raffiguranti alcuni miracoli del patrono. È presente un altare in marmo di Carrara dietro il quale è posta una statua di Sant'Antonio nell'atto di rivolgere la parola ai fedeli. Nel pavimento al centro della chiesa è presente la tomba di famiglia.[15]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Dalla-Cà, p. 2.
  2. ^ a b Balistreri et al., p. 43.
  3. ^ a b c Balistreri et al., p. 44.
  4. ^ a b c d Canova e Mantese, p. 220.
  5. ^ Dalla-Cà, p. 28.
  6. ^ a b Balistreri et al., p. 45.
  7. ^ a b Balistreri et al., p. 47.
  8. ^ a b Dalla-Cà, p. 11.
  9. ^ a b Dalla-Cà, p. 27.
  10. ^ Come testimoniano gli scritti del Maccà (nel suo Storia del Territorio Vicentino) e del Dalla-Cà (in Costabissara - Memorie storiche) senza però dilungarsi mai su dimensioni e forma originarie. Balistreri et al., p. 41.
  11. ^ a b Balistreri et al., p. 41.
  12. ^ Balistreri et al., p. 44.
  13. ^ Dalla-Cà, p. 29.
  14. ^ «...cui tanto è l'amore alle bellezze dell'arte che vi profusero e vi profondono del pari continue ed ingenti spese a fine di conservarla ed infondere ad essa tutta la maestà del suo antico splendore.» Dalla-Cà, p. 11.
  15. ^ a b Dalla-Cà, p. 42.
  16. ^ Dalla-Cà, p. 41.
  17. ^ «- Anno 1900 Die 26 Novembris - Ego Antonius D, Feruleus Episcopus Vicentinus consecravi Oratorium et Altare hoc in honorem S, Antonii Patavini et Reliquias SS, Petri et Paoli Ap. M. M. S. Prosdocini Ep, S. Pii II, Pp, S, Iustinae V, M. S. Antonii Pat. et S, Aloysii Gonz. in eo inclusi et singulis Cristi fidelibus hodie unum annum et quotannis Dominica Quarta Octobris ipsum visitantibus quadraginta dies de vera Indulgentia in forma Ecclesiae consueta concessi». Dalla-Cà, p. 42.
  18. ^ Dalla-Cà, p. 43.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Balistreri, Lovato, Traverso e Vighy, Costabissara, memorie e rilievi degli edifici di un tempo, Venezia, Cluva, 1991, ISBN 88-7259-004-3.
  • Antonio Canova e Giovanni Mantese, I castelli medioevali del vicentino, Vicenza, Accademia Olimpica di Vicenza, 1979.
  • Alessandro Dalla-Cà, Costabissara, memorie storiche, Schio, 1904.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]