Carbonato di cobalto(II)
Carbonato cobaltoso | |
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Nome IUPAC | |
triossocarbonato (IV) di cobalto (II) | |
Nomi alternativi | |
carbonato di cobalto (II) | |
Caratteristiche generali | |
Formula bruta o molecolare | CoCO3 |
Massa molecolare (u) | 118,94 |
Aspetto | polvere rosa inodore[1] |
Numero CAS | |
Numero EINECS | 208-169-4 |
PubChem | 10565 |
SMILES | C(=O)([O-])[O-].[Co+2] |
Proprietà chimico-fisiche | |
Densità (g/cm3, in c.s.) | 4,13[1] |
Solubilità in acqua | 1,1 g/l a 15 °C[1] |
Proprietà tossicologiche | |
DL50 (mg/kg) | 640 oral rat[1] |
Indicazioni di sicurezza | |
Simboli di rischio chimico | |
pericolo | |
Frasi H | 302 - 317 - 334 - 341 - 350i - 360F - 410 |
Consigli P | 201 - 260 - 273 - 280 - 302+352 |
Il carbonato di cobalto(II) è il composto inorganico di formula CoCO3. In condizioni normali è una polvere rosa inodore. Industrialmente si ottiene come intermedio nella purificazione idrometallurgica di minerali contenenti cobalto.[2] In natura il CoCO3 è presente nel minerale raro sferocobaltite. In commercio è disponibile nella forma idrata, CoCO3⋅nH2O, o come carbonato basico, CoCO3⋅xCo(OH)2⋅yH2O (CAS 12069-68-0).
Sintesi[modifica | modifica wikitesto]
Il carbonato basico si ottiene facendo reagire a caldo un sale di cobalto con carbonato di sodio o bicarbonato di sodio.[3]
Uso[modifica | modifica wikitesto]
È usato come pigmento inorganico per ottenere il colore blu nelle ceramiche, come precursore per la sintesi di altri composti di cobalto, e come integratore alimentare.[2][3]
Reattività[modifica | modifica wikitesto]
CoCO3 è praticamente insolubile in acqua, ma si scioglie in presenza di acidi formando il complesso ottaedrico [Co(H2O)6]2+ di colore rosa:
- CoCO3 + 2HCl + 5H2O → [Co(H2O)6]Cl2 + CO2
Tossicità / Indicazioni di sicurezza[modifica | modifica wikitesto]
Il carbonato di cobalto idrato è irritante per gli occhi, le vie respiratorie e la pelle. Risulta nocivo se ingerito, ed è un sospetto cancerogeno. È anche nocivo per l'ambiente acquatico, con effetti di lunga durata.[1]
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) J. D. Donaldson, Cobalt and Cobalt Compounds, in Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, Wiley-VCH, 2002, DOI:10.1002/14356007.a07_281.
- GESTIS, Cobalt(II) carbonate, su gestis-en.itrust.de, 2017. URL consultato il 6 settembre 2017. Pagina del carbonato di cobalto(II) nel data base GESTIS.
- (EN) H. W. Richardson, Cobalt and cobalt compounds, in Kirk-Othmer Encyclopedia of Chemical Technology, 4ª ed., John Wiley & Sons, 1998.
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