Cappella di San Giovanni Decollato a Ponte Sant'Angelo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Cappella di San Giovanni Decollato a Ponte Sant'Angelo
La cappella (indicata dalla freccia) in un'incisione di Giuseppe Vasi del 1754
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneLazio
LocalitàRoma
Coordinate41°54′04.6″N 12°27′59.8″E / 41.901278°N 12.466611°E41.901278; 12.466611
Religionecattolica di rito romano
TitolareGiovanni Battista
Inizio costruzioneXVI secolo
Demolizioneseconda metà del XIX secolo

La cappella di San Giovanni Decollato a Ponte Sant'Angelo, anche nota con il nome di cappella della Conforteria, era una piccola cappella che si trovava a Roma, nella piazza di Ponte Sant'Angelo, nel rione Ponte. Era dedicata a san Giovanni il Battista decapitato e fu demolita alla fine del diciannovesimo secolo.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Questa cappella, costruita probabilmente nel sedicesimo secolo (in quanto appare nella mappa del Tempesta realizzata nel 1593), era il luogo nel quale erano confortati i condannati a morte delle vicine carceri di Tor di Nona, la cui esecuzione avveniva in un angolo della stessa piazza.[1][2] Apparteneva all'Arciconfraternita della Misericordia,[3] una confraternita della comunità fiorentina di Roma fondata nel 1578 e che possedeva anche una chiesa nell'area del Velabro, la chiesa di San Giovanni Decollato.[1] La scelta del santo era abbastanza appropriata, dato che ai lati del ponte Sant'Angelo si appendevano le teste decapitate dei condannati a morte.[4]

Non si trattava della prima cappella che sorgeva ai lati del ponte Sant'Angelo: nel quindicesimo secolo ne erano state innalzate due (la cappella dei Santi Innocenti a destra e la cappella di Santa Maria Maddalena a sinistra) che finirono per essere demolite dopo essere state danneggiate durante il sacco di Roma del 1527.

La cappella fu demolita alla fine del diciannovesimo secolo all'epoca dei lavori di contenimento dei margini del fiume Tevere e l'apertura delle vie marginali, chiamate lungoteveri, un'operazione edilizia che portò anche alla distruzione del palazzo Altoviti e del teatro Apollo.[4]

Galleria d'immagini[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Ponte Adriano, su www.romeartlover.it. URL consultato il 27 agosto 2023.
  2. ^ Armellini 1891, p. 351.
  3. ^ Curiosità romane - quando Mastro Titta passava ponte, su roma.andreapollett.com. URL consultato il 27 agosto 2023.
  4. ^ a b i rioni di Roma - V - Ponte, su roma.andreapollett.com. URL consultato il 27 agosto 2023.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]