COSMOS-AzTEC3

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COSMOS-AzTEC3
Protoammasso di galassie
COSMOS-AzTEC3. Le galassie componenti del protoammasso sono indicate dai cerchi bianchi.
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneSestante
Ascensione retta10h 00m 20.7s
Declinazione+02° 35′ 20″
Distanza12,617 miliardi di a.l. (distanza percorsa dalla luce)

(distanza comovente: 26,414 miliardi di a.l.)  

Redshiftz = 5,299161
Velocità radiale1.588.301 km/s
Caratteristiche fisiche
TipoProtoammasso di galassie
Altre designazioni
MM J100020.54+023509.3, AzTEC J100020.71+023518.2
Mappa di localizzazione
COSMOS-AzTEC3
Categoria di oggetti astronomici

COSMOS-AzTEC3 è un protoammasso di galassie, situato nella costellazione del Sestante con un red shift di z ~ 5,3 che corrisponde ad una distanza percorsa dalla luce di circa 12,6 miliardi di anni luce (distanza comovente di circa 26,4 miliardi di anni luce)[1][2].

Questo protoammasso è il più distante ammasso di galassie attualmente conosciuto, le cui immagini risalgono ad un'epoca in cui l'Universo aveva un'età di circa un miliardo di anni dal Big Bang. La massa complessiva è stimata in almeno 400 miliardi di masse solari. Protoammassi così massicci sono stati sempre rilevati ad red shift di z = 1,62 (corrispondenti a circa 3,9 miliardi di anni dopo il Big Bang[3].

L'ammasso è stato studiato dai telescopi spaziali Hubble, Chandra e Spitzer nelle varie bande dello spettro elettromagnetico e con i telescopi di terra Keck e Subaru.

È stata rilevata un'intensa attività di formazione stellare e la presenza di un buco nero supermassiccio di massa equivalente ad oltre 30 milioni di masse solari.

  1. ^ NASA Telescopes Help Identify Most Distant Galaxy Cluster - NASA Spitzer Space Telescope, su NASA Spitzer Space Telescope. URL consultato il 16 gennaio 2016.
  2. ^ Chandra Press Room :: NASA Telescopes Help Identify Most Distant Galaxy Cluster :: 12 January 11, su chandra.harvard.edu. URL consultato il 16 gennaio 2016.
  3. ^ Peter L. Capak, Dominik Riechers e Nick Z. Scoville, A massive proto-cluster of galaxies at a redshift of z {\approx} 5.3, in Nature, vol. 470, n. 7333, 10 febbraio 2011, pp. 233-235, DOI:10.1038/nature09681. URL consultato il 16 gennaio 2016.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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