Bozza:Nicola Maria Vincenzo Giuseppe Corbo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Nicola Maria Vincenzo Giuseppe Corbo (Avigliano, 10 aprile 1740Avigliano, 16 giugno 1803) è stato un politico e avvocato italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque da un'antica famiglia nobile nella Terra di Avigliano, i Corbo. Questi ultimi, trasferitisi da Sulmona ad Avigliano nel 1214 avevano compiuto nel corso dei secoli un lungo e fruttuoso accumulo di terre, culminato nella prima metà del XVIII secolo con l'attività del padre di Nicola, il Magnifico Don Benedetto Nicolò Antonio Canio Bartolomeo (1691-1749), contribuente al processo di presa in fitto dei vasti latifondi e delle mandrie del Principe Doria, già signore di Avigliano. La madre di Nicola era la proprietaria terriera Donna Beatrice Martinelli (deceduta nel 1749), mentre i suoi nonni paterni erano il Magnifico Don Andrea Giuseppe (1655-1710), medico, e la nobildonna di ascendenze beneventane Donna Teresa Rendina, deceduta nel 1736 ed appartenente ad un nobile casato detentore della contea di Campomaggiore. Ultimogenito di undici figli (fra i quali Don Giuseppe Gerardo Andrea Antonio Mariano Pasquale, nato nel 1725 e futuro vicario generale del Vescovo di Potenza, Monsignor Giovanni Andrea Serrao, si trovò ben presto a divenire orfano di padre e madre, ed affidato dunque alla formazione dei suoi fratelli e zii maggiori, fra i quali l'arciprete Don Domenico (1685-1765). Dopo gli studi svolti nella terra natia, svolse la sua formazione universitaria presso Napoli, dove divenne, seguendo il secolare costume della famiglia di origine, dottore in utroque jure. Da questo momento in poi le sue attenzioni furono protese nella conduzione del vasto latifondo famigliare, fra i più grandi della Basilicata e sempre maggiormente specializzatosi in un'innovativa azienda agricola, con elemento di spicco rappresentato dalla Masseria di Iscalunga. Nel gioco delle alleanze famigliari fra i più importanti proprietari terrieri regionali e cittadini, sposò Donna Chiara Gagliardi, nipote del Vescovo di Muro Lucano, il conte Carlo Gagliardi, dalla quale ebbe svariati figli, fra i quali il sindaco di Avigliano Benedetto (1779-1826) ed il senatore e cavaliere Giulio Corbo. Negli anni '90 del 1700, sulla spinta e l'influenza del potente sacerdote aviglianese Don Nicola Palomba, figura di primo rilievo nei circoli massonici partenopei e romani, contribuì alla fondazione della prima loggia massonica aviglianese, della quale fece poi costantemente parte fino agli eventi rivoluzionari del 1799, ai quali aderì come gran parte della sua famiglia. In tale contesto, venne nominato Presidente della Municipalità di Avigliano (carica dalla quale dovette poi dimettersi in seguito al suo scontro con Girolamo Vaccaro, vista la sua intransigenza nel voler concedere la spartizione delle terre demaniali ai contadini, venendo sostituito dal cognato, il dottore in utroque jure Giustiniano Gagliardi). Caduta la Repubblica a seguito della vittoria dell'armata sanfedista di Fabrizio Ruffo venne arrestato, per poi essere libero in seguito all'indulto del 23 aprile 1800. Decedette, lasciando vedova la moglie Chiara, il 16 giugno 1803.


Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • A. Lerra, L'albero e la croce. Istituzioni e ceti dirigenti nella Basilicata del 1799, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 2004 (ristampa; I ed. 2001);
  • D. Ruggero, La Massoneria nelle due Sicilie Vol. IV E i fratelli meridionali del '700 - Le Province", 2014, Gangemi Editore