Bozza:Carlo Di Mambro

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Il matrimonio di Carlo con la signora Anna nell'immediato dopoguerra.

Carlo Di Mambro nasce a Cassino il 27 febbraio 1915 da Giuseppe e Maria Neri, una famiglia umile, residente alla via Cappella Morrone, nella periferia della città sovrastata dal celebre Monastero benedettino di Montecassino. Carlo termina precocemente gli studi per esigenze familiari, conseguendo comunque il diploma di quinta elementare. Lavora dapprima come carrettiere e, successivamente, il 12 maggio 1937 viene chiamato alle armi dopo un periodo di congedo illimitato provvisorio in attesa della fine della coscrizione obbligatoria del fratello Antonio (classe 1911) ex art. 105 del Testo Unico delle leggi sul reclutamento 5 agosto 1927, n. 1437.

Il Fante Carlo DI MAMBRO, matricola n. 53833 del Distretto Militare di Frosinone, svolge il periodo di leva obbligatoria (circolare n. 268 del Giornale Militare 1937) presso il 37° Reggimento Fanteria stanziato ad Alessandria, inquadrato nella Divisione di fanteria “Ravenna”, con l'incarico di mitragliere scelto dapprima nella 3^ Compagnia sino al 30 agosto 1937 e poi nella 1^ Compagnia. Mandato in congedo illimitato il 17 agosto 1938 (circolare n. 525 del Giornale Militare 1938).

Viene richiamato alle armi in data 12 settembre 1939 per istruzione ai sensi della circolare 33690 e assegnato al 52° Reggimento Fanteria “Alpi” stanziato a Terni e inquadrato nella 22ª Divisione fanteria "Cacciatori delle Alpi". Il 4 gennaio 1940 viene inviato in licenza straordinaria di 30 giorni, ma al termine di questo periodo viene nuovamente inviato in licenza straordinaria illimitata e senza assegni (circolare n. 3950 del giorno 8 febbraio 1940). Perduto di forza per effetto della circolare 8700, in data 30 marzo 1940 e iscritto nel fascicolo ruolo della forza in congedo del Distretto di Frosinone. Durante la seconda Guerra mondiale, il 16 agosto 1940 viene richiamato alle armi per mobilitazione e inviato presso il 52° Reggimento fanteria “Alpi”.

Il 16 gennaio 1941 parte con il Reggimento per l'Albania imbarcandosi a Brindisi e sbarca a Durazzo il giorno successivo, si dirige in territorio dichiarato in stato di guerra, partecipando sino al 23 aprile 1941 alle operazioni svoltesi alla frontiera greco – albanese con il 52° Reggimento fanteria “Alpi”. In tale circostanza di guerra, il Reggimento che serviva Carlo Di Mambro, per essersi distinto, venne decorato con la Medaglia di bronzo al Valor Militare con la seguente motivazione: «Puri alle sue nobili, gloriose tradizioni, in tre mesi di aspra lotta, contrastò con indomito valore il passo dell'agguerrito nemico imbaldanzito da notevoli fortunati successi, inchiodandolo al terreno, fiaccarne con violente e sanguinose azioni offensive ed a prezzo di dure perdite, ogni velleità di avanzata lungo le direttrici prestabilite. Nella ripresa azione offensiva, attaccò violentemente il nemico, ributtandolo oltre i confini dando fulgido esempio di valore e confermando ancora una volta le sue belle tradizioni garibaldine. Fronte greco-albanese, gennaio-aprile 1941».

Il 19 luglio 1941, il 52° Reggimento fanteria viene mobilitato in Slovenia (territorio ex jugoslavo) fino al giorno 8 settembre 1943 in operazioni di polizia, con compiti di presidio e controguerriglia.

Il 19 agosto 1942, il Soldato Carlo Di Mambro è stato protagonista sulle montagne di Kočevski rog (Slovenia) di un atto eroico per cui è stato insignito a Roma in data 17 marzo 1954 della Croce al Valore Militare n. 44463 con la seguente motivazione: “Durante una operazione di grande polizia, scorto un gruppo avversario in agguato, da solo lo affrontava e, incurante della reazione di fuoco, lo metteva in fuga e lo inseguiva, consentendo la cattura di otto armati effettuata ad opera di altro reparto sopraggiunto - Kočevski Rog (Slovenia), li 19 Agosto 1942.”, n. d'ordine 44463 del M.D.E., pubbl. nel Bollettino Ufficiale 1953, Disp. 50, Pag. 4000.

Dopo l'armistizio di Cassibile, firmato dal Generale italiano Castellano e reso pubblico il giorno 8 settembre 1943 con il proclama di Badoglio, il soldato Carlo Di Mambro viene trattenuto prigioniero dai tedeschi nel fatto d'arme in Slovenia il giorno 14 settembre 1943 e tradotto nello STALAG VI D in Dortmund (GE) sino al 12 aprile 1945 ove, per non aver mai collaborato con i nazisti, venne dapprima ricattato e poi sottoposto a lavoro forzato in fabbrica in condizioni disumane, obbligato allo sgombero di macerie. Coloro che ebbero la fortuna di tornare, ebbero a dire: eravamo in condizioni  “indegne di un uomo”, “carne da macello”, altri ancora, “abbiamo visto l'inferno”.

Successivamente, con la vittoria degli alleati, Carlo viene trattenuto in prigionia dalle Forze Armate alleate fino al 25 agosto 1945. Nel suo foglio matricolare si legge: “nessun addebito può essere elevato in merito alle circostanze della cattura e al comportamento tenuto durante la prigionia di guerra”, dando prova della sua integrità morale, dell'esemplare temperamento e delle proprie lodevoli qualità umane.

Il 5 aprile 1960, in Roma, con il diploma n. 45854, Carlo Di Mambro viene autorizzato a fregiarsi a tutti gli effetti araldici dell'emblema dell'Istituto del Nastro Azzurro. Venne insignito, ancora, della Croce al merito di Guerra n. 8948 a Roma in data 2 gennaio 1962 per l'internamento in Germania ed anche delle Croci al merito di Guerra n. 62586 e n. 62587, in data 2 gennaio 1962.

in occasione della giornata della Memoria, il 27 gennaio 2021, presso l'Istituto statale alberghiero “M. Buonarroti” di Fiuggi, per il tramite della Prefettura di Frosinone, è stata concessa la Medaglia d'onore della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Infine, sono state concesse a Carlo Di Mambro, da parte del Presidente della Repubblica, per il tramite del Ministero della Difesa, a Roma in data 28 maggio 2021 il Diploma d'onore di "Combattente per la libertà d'Italia 1943-1945" ai sensi della Legge 16 marzo 1983, n. 75 e, in data 17 marzo 2021, in Roma, la Medaglia commemorativa del periodo bellico 1940-43 con il Distintivo d'onore di “Volontario della libertà” dal Ministero della Difesa ai sensi del D.P.R. 06 maggio 1959, n. 399 per il tramite del Comando militare della capitale.

Il padre e la madre della signora Anna, insieme al primo genito Vittorio (sommergibilista della Regia Marina militare).

Al termine della guerra mondiale, Carlo conoscerà e sposerà la signora Anna Apruzzese (classe 1928), anche lei originaria di Cassino, la quale sopravvisse al drammatico bombardamento della città martire, avvenuto il 21 ottobre 1943 e in cui persero la vita il padre Gennaro (46 anni), la mamma Angela Maria Oliviero (54 anni) e i fratelli Vittorio (20 anni), Domenico (17 anni) Renato (10 anni) e Remo (9 anni), le cui spoglie riposano presso il cimitero del Comune di Cassino. Carlo, ebbe dalla signora Anna quattro figli: Gennaro, Adolfo Gianvittorio, Maria Angela e Antonio Franco.

Carlo e Anna compreranno, nel giorno 28 marzo 1954, un locale commerciale in via Gabriele D'Annunzio in Cassino per adibirlo a trattoria.

Carlo morirà a Cassino il 13 aprile 1970 a seguito di un aggravamento delle proprie condizioni di salute, già precarie per via dei patimenti e le angherie subite dai nazisti durante il lungo periodo di prigionia.

In data 7 maggio 2024 il Comune di Cassino, con la delibera n. 213 della Giunta comunale, ha intitolato una strada della Città martire al benemerito Carlo Di Mambro, conferendo il meritato lustro, affinché le future generazioni non dimentichino mai gli errori del passato e le gesta eroiche di valorosi soldati che, sacrificandosi per la propria Patria, hanno saputo affrontare con sprezzo del pericolo, disciplina ed onore, il proprio dovere.