Borinage (film)

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Borinage
Titolo originaleBorinage
Paese di produzioneBelgio
Anno1934
Durata34 min
Dati tecniciB/N
film muto
Generedocumentario
RegiaJoris Ivens e Henri Storck
FotografiaJoris Ivens
MontaggioHelen Van Dongen

Borinage (indicato anche col titolo Misère au Borinage) è un film muto del 1933 diretto da Joris Ivens e Henri Storck.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1932 in Belgio, dopo la quinta diminuzione del salario dei minatori in meno di due anni, un grande sciopero paralizza le miniere di carbone per due lunghissimi mesi dal 6 luglio al 4 settembre 1932. Lo sciopero sarà poi duramente represso.[1]. Il documentario descrive le condizioni degli operai e delle loro famiglie. La struttura si compone di una serie di sequenze narrative autonome:

  • distruzione da parte del padronato delle derrate alimentari: latte e caffè sono rovesciati in acqua e a terra, il frumento pronto per il raccolto viene bruciato;
  • montaggio di filmati della repressione di un altro sciopero a Ambridge in Pennsylvania;
  • corteo di donne e repressione da parte della forza pubblica;
  • notizie e commenti sullo sciopero nella stampa nazionale;
  • tomba del giovane minatore Louis Tayenne ucciso il 10 luglio 1932;
  • consegna alla madre vedova del 73.50 di un giovane minatore di 15 anni che lavora nelle profondità della miniera immerso nell'acqua;
  • sfratto delle famiglie che non possono più pagare l'affitto (di 330 case operaie 200 resteranno vuote) e trasferimento in baracche dismesse senza acqua corrente e senza elettricità, collocate per ironia sotto i pali dell'alta tensione;

episodi di solidarietà tra i lavoratori e riunioni organizzative;

  • raccolta degli scarti di carbone;
  • visita medica organizzata dal sindacato dei bambini malati e denutriti
  • dimostrazione a Wasmes del 15-16 ottobre 1933 con il ritratto di Karl Marx per l'anniversario della sua morte.[2][3]

Origine dell'opera[modifica | modifica wikitesto]

Quando Henry Storck rientrò in Belgio dopo aver lavorato in Francia come assistente per Jean Grémillon e come assistente e attore per Jean Vigo, grandi scioperi scoppiano nel Borinage. Denis Marion, André Thirifays e Pierre Vermeylen, animatori del Club de l'Écran di Bruxelles domandano al cineasta di realizzare insieme a Joris Ivens un film documentario sullo sciopero.

Tempi e luoghi delle riprese[modifica | modifica wikitesto]

  • estate del 1933
  • bacino carbonifero del Borinage, sub-regione francofona del Belgio

Accoglienza critica[modifica | modifica wikitesto]

Il film incontrò grandi difficoltà di distribuzione e fu sottoposto a divieti e censure.

Testimonianza dei registi[modifica | modifica wikitesto]

(FR)

«Ma première impression fut si sombre en arrivant dans le Borinage que j’ai d’abord pensé qu’il était impossible de faire un film. Même la nature me parut à l’image de cette misère humaine...Le Borinage était l’exemple parfait de l’injustice capitaliste... Malgré la grève perdue, malgré les expulsions et les menaces, les mineurs étaient à nouveau prêts à se battre pour obtenir le droit au charbon. Comment filmer une expulsion ? C’était impossible. Les maisons d’habitation appartenaient aux compagnies. Après la grève, les mineurs en avaient été chassés et il nous fallait reconstituer. D’un autre coté, nous eûmes la chance de filmer des scènes authentiques, comme celle où le jeune homme donne sa paie à sa mère à la fin de la semaine... Au cours de ces semaines passées dans le Borinage, nous avons vécu très près des mineurs... Le film que nous avions entrepris devenait de plus en plus leur film... Notre vision esthétique subit, elle aussi, le contrecoup de cette réalité... Chaque plan devait dire ’j’accuse’ et non ’je compatis’... Ce style dépouillé au possible, presque contemplatif, fut pour la presse bourgeoise le prétexte de se déchaîner contre le film et contre moi...»

(IT)

«La mia prima impressione fu così triste arrivando nel Borinage che dapprima pensai che sarebbe stato impossibile fare un film. Persino la natura mi parve assomigliare a quella miseria umana...Il Borinage era l'esempio perfetto dell'ingiustizia capitalista...Malgrado lo sciopero fallito, malgrado i licenziamenti e le minacce, i minatori erano di nuovo pronti a battersi per ottenere il diritto al carbone. Come filmare un licenziamento? Era impossibile. Le case d'abitazione appartenevano alle Compagnie. Dopo lo sciopero, i minatori ne erano stati cacciati via e dovevamo ricostituirle. D'altra parte noi avemmo la fortuna di filmare scene autentiche, come quella in cui il ragazzo consegna la sua paga alla madre alla fine della settimana...Durante quelle settimane trascorse nel Borinage, noi abbiamo vissuto molto vicino ai minatori...Il film che avevamo iniziato diventava sempre più il loro film...La nostra visione estetica subì, anch'essa, il contraccolpo di quella realtà. Ogni inquadratura doveva dire "io accuso" e non "io compatisco"...Lo stile assolutamente spoglio, quasi contemplativo, fu per la stampa borghese il pretesto per scagliarsi contro il film e contro di me.»

"Qualsiasi tipo di estetica ci sembrava indecente. La nostra mdp non era altro che un grido di rivolta" (Henri Storck).

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Scarecrow press, 1999, p. 191
  2. ^ Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, pp.37-39
  3. ^ Klaus Kreimer, Il cinema di Joris Ivens, pp.26-29

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Joris Ivens e Robert Destanque, Joris Ivens ou la mémoire d'un regard, Parigi, 1982.
  • V. Tosi, Joris Ivens, Cinema e Utopia, Roma 2002.
  • L. Vichi, Henri Storck. De l'avant-garde au documentaire social, Crisnée 2002.
  • L. Vichi, Dal cinegiornale all'opera d'arte. I film di montaggio di Henri Storck, in Il film e i suoi multipli, a cura di A. Antonini, Udine 2003.
  • G. Gautier, Naissance d'un documentaire,"Image et son", n.183, aprile 1965.
  • Klaus Kreimer, Il cinema di Joris Ivens, Mazzotta, Milano 1977.
  • Silvano Cavatorta, Daniele Maggioni, Joris Ivens, Il Castoro Cinema n. 66, Editrice Il Castoro, 1979.
  • Kees Bakker, Joris Ivens and the Documentary Context, Amsterdam, Amsterdam University Press, 1999.
  • Yvette Desaut, Du reportage artistique au cinéma social in "Actes de la recherche en sciences sociales" nº 1-2, 2006, numero speciale Lumière d'ambiance sur les années 1930

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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