Bilancia commerciale dell'Italia
L'Italia ha un'economia fortemente orientata al commercio estero, che è in continuo aumento in quantità e valore da molti anni. Benché l'Italia sia un Paese povero di materie prime, la maggior parte degli scambi non riguarda questi beni: anche considerati il petrolio e il gas naturale, che in valore comportano una quota consistente delle importazioni, la maggior parte del movimento commerciale riguarda manufatti e si svolge con Paesi industrializzati. Principali corrispondenti commerciali dell'Italia sono, ovviamente, i Paesi dell'Unione europea, tanto più dopo gli allargamenti degli anni 2000, seguiti dagli altri Paesi europei (la Svizzera, in primo luogo, poi la Russia). L'aumento recente degli scambi intracomunitari è molto più veloce dell'aumento degli scambi in generale. Tuttavia, i corrispondenti commerciali dell'Italia sono assai diversificati: i Paesi asiatici (soprattutto Giappone, Cina, Turchia, Corea del Sud, Taiwan), l'America settentrionale e l'Africa (soprattutto Libia, Algeria, Sudafrica, Tunisia). Più limitato è l'interscambio con l'America meridionale: in questa zona c'è una storica presenza di grandi gruppi industriali italiani (Fiat, Pirelli, Telecom, Camuzzi, Benetton) che producono però per il mercato interno
Nell'insieme, per l'importazione le voci più consistenti sono rappresentate da prodotti metalmeccanici, chimici, mezzi di trasporto e materie prime energetiche e non; per l'esportazione, analogamente, i più rilevanti sono i prodotti metalmeccanici, poi tessili e abbigliamento e altri prodotti di consumo, quindi mezzi di trasporto.
Nel 2016, per il decimo anno consecutivo da quando l'International Trade Centre (agenzia dell’UNCTAD e del Wto) di Ginevra ha cominciato la sua indagine, l’Italia si conferma il secondo Paese più competitivo nel commercio mondiale dopo la Germania: il Trade Performance Index 2016, infatti, sulla base di un confronto tra 189 Paesi e 14 settori, assegna all’Italia due primi posti, cinque secondi posti, un terzo posto e un quinto posto per migliore competitività commerciale in altrettanti settori esaminati.[1]
La bilancia commerciale
Dall'inizio degli anni 1990 la bilancia commerciale (e così quella dei pagamenti) presenta consistenti attivi con gli scambi intracomunitari, in rapida crescita, e anche quelli extracomunitari, in forte aumento specialmente per quanto riguarda le quantità di beni importati, ma - dato il basso corso delle materie prime - in calo dal punto di vista del valore. L'Italia, cioè, continua a importare sempre di più, ma a costi decrescenti. La tendenza si è avviata nel 1992 quando, per la prima volta, si registrò un modestissimo avanzo, decuplicato durante l'anno seguente per effetto della svalutazione della lira italiana (quella del settembre '92 e le successive) e della riduzione delle importazioni per la contrazione della domanda interna. Anche quando, negli anni successivi, i consumi interni hanno ripreso a crescere e, con essi, le importazioni, le esportazioni hanno continuato a mantenersi sensibilmente più consistenti in valore. Sebbene molti operatori e osservatori non italiani considerino tali svalutazioni esattamente come svalutazioni competitive (realizzate cioè volutamente per rendere più convenienti le vendite italiane all'estero), ma l'aumento delle esportazioni e l'attivo della bilancia commerciale hanno continuato a realizzarsi anche negli anni seguenti al 1996 (stabilizzazione del cambio e rientro nello SME).
Tra il 2005 ed il 2008 le esportazioni italiane sono aumentate del 16,6% in valore medio unitario e del 5,5% in volume. Le importazioni, invece, pur essendo aumentate soltanto dello 0,5% in volume sono cresciute del 22,9% in valore medio unitario, in gran parte a causa dell'aumento dei prezzi delle materie prime. Nel 2009, anno di crisi, mentre il valore medio unitario dell'import-export è rimasto quasi stabile, in leggera flessione, si è avuto un forte crollo dei volumi commerciali scambiati con l'estero, in particolare per quanto riguarda le esportazioni.[2] Nel 2012 la bilancia commerciale italiana è tornata attiva, risultando in quell’anno la trentunesima a livello mondiale.[3] Nel 2013 l'export italiano è tornato ai livelli pre-crisi e nello stesso anno il surplus commerciale è risultato il sedicesimo più alto del mondo, nel 2014 il decima e nel 2015 l’ottavo.[3] Nel 2016 la bilancia commerciale italiana ha registrato un attivo di 51,566 miliardi di euro (in crescita di quasi 10 miliardi rispetto all’avanzo di 41,807 miliardi del 2015), il livello più alto dal 1991, anno di inizio della serie storica.[4]
Serie storica
Anno | Importazioni | Esportazioni | Bilancia commerciale | ||||
---|---|---|---|---|---|---|---|
Import italiano | Variazione % rispetto al periodo precedente |
Export italiano | Variazione % rispetto al periodo precedente |
Quote di mercato mondiale a prezzi correnti |
Saldo commerciale | Variazione assoluta rispetto al periodo precedente | |
1991 | 116.588 | 108.316 | -8.272 | ||||
1992 | 119.875 | 2,8 | 113.329 | 4,6 | -6.546 | 1.726 | |
1993 | 120.330 | 0,4 | 137.488 | 21,3 | 17.158 | 23.704 | |
1994 | 140.673 | 16,9 | 159.092 | 15,7 | 18.419 | 1.261 | |
1995 | 173.354 | 23,2 | 196.860 | 23,7 | 23.506 | 5.087 | |
1996 | 165.930 | - 4,3 | 200.842 | 2,0 | 34.912 | 11.406 | |
1997 | 184.678 | 11,3 | 211.297 | 5,2 | 26.619 | - 8.293 | |
1998 | 195.625 | 5,9 | 220.105 | 4,2 | 24.480 | - 2.319 | |
1999 | 207.015 | 5,8 | 221.040 | 0,4 | 3,82 | 14.025 | - 10.455 |
2000 | 258.507 | 24,9 | 260.413 | 17,8 | 3,8 | 1.906 | - 12.119 |
2001 | 263.757 | 2,0 | 272.990 | 4,8 | 4,1 | 9.233 | 7.327 |
2002 | 261.226 | - 0,1 | 269.064 | -1,4 | 4,1 | 7.838 | - 1.395 |
2003 | 262.998 | 0,7 | 264.616 | -1,7 | 4,0 | 1.618 | - 6.220 |
2004 | 285.634 | 8,6 | 284.413 | 7,5 | 3,9 | - 1.221 | - 2.839 |
2005 | 305.686 | 7,0 | 295.739 | 5,5 | 3,6 | - 9.947 | - 8.726 |
2006 | 352.465 | 15,3 | 332.013 | 10,7 | 3,5 | - 20.452 | - 10.505 |
2007 | 373.340 | 5,9 | 364.744 | 9,9 | 3,66 | - 8.596 | 11.856 |
2008 | 382.050 | 2,3 | 369.016 | 1,2 | 3,43 | - 13.035 | - 4.439 |
2009 | 297.609 | - 22,1 | 291.733 | -20,9 | 3,33 | - 5.876 | 7.159 |
2010 | 367.390 | 23,4 | 337.346 | 15,6 | 3,00 | - 30.044 | - 24.168 |
2011 | 401.428 | 9,3 | 375.904 | 11,4 | 2,93 | - 25.524 | 4.520 |
2012 | 380.292 | - 5,3 | 390.182 | 3,8 | 2,79 | 9.890 | 35.413 |
2013 | 361.002 | - 5,1 | 390.233 | 0,0 | 2,82 | 29.230 | 19.341 |
2014 | 356.939 | - 1,1 | 398.870 | 2,2 | 2,86 | 41.932 | 12.701 |
2015 | 370.484 | 3,8 | 412.291 | 3,4 | 2,82 | 41.807 | - 125 |
2016 | 367.626 | - 0,8 | 417.269 | 1,2 | 2,94 | 49.643 | 7.836 |
2017 | 400.659 | 9,0 | 448.106 | 7,4 | 47.452 | -2.192 | |
Fonte: Istat, «Indagini sul commercio con l'estero» (citato in: Il commercio estero dell'Italia nel lungo periodo: un'analis dal 1970 al 2005 di Natale Renato Fazio e Carmela Pascucci, capitolo 6, pagina 423), Serie storiche su Importazioni, Esportazioni e Saldo commerciale dell'Italia da Il Sole 24Ore (dati Istat), Statistiche sull'interscambio commerciale italiano (pdf) sul Sito del Ministero dello Sviluppo Economico, Tabelle sul commercio estero dell'Italia dall'Annuario Istat 2017 |
Tra il 1960 e il 2016 la bilancia commerciale dell'Italia è stata in media in attivo per un valore pari allo 0,59% del prodotto interno lordo, con un minimo del -3,76% nel 1974 e un miglior risultato del 4,54% nel 1996.[6]
Note
- ^ Marco Fortis, L’Italia si conferma ai vertici per competitività, in Il Sole 24Ore, 24 novembre 2017.
- ^ Istat, Commercio estero - Febbraio 2010 [collegamento interrotto], su istat.it.
- ^ a b Marco Fortis, La corsa del surplus commerciale, in Il Sole 24Ore, 17 ottobre 2016.
- ^ Italia: export da record nel 2016 - FIRSTonline, in FIRSTonline, 16 febbraio 2017. URL consultato il 3 ottobre 2018.
- ^ I dati fino al 1998 sono espressi in milioni di eurolire ottenuti per conversione secondo la parità fissata (1 euro = 1.936,27 lire)
- ^ Italia: bilancia commerciale, percentuale del PIL, su theglobaleconomy.com.