Battaglia di Bitonto

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Battaglia di Bitonto
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Nel contesto della Guerra di successione polacca, Filippo V di Spagna si alleò con la Francia per rientrare in possesso del Sud Italia a discapito degli Austriaci. Le truppe Spagnole sbarcarono a Genova e poi si unirono, in Toscana, con quelle del figlio del re di Spagna Carlo. L’esercito di 40.000 uomini invase lo Stato Pontificio e poi il Regno di Napoli, Vicereame Austriaco, senza trovare opposizione entrando il 7 maggio 1734 a Napoli: Carlo saliva sul trono sul trono del Regno delle Due Sicilie.

Nel frattempo il viceré austriaco Guido Visconti, dopo aver abbandonato Napoli, si diresse verso Bari dove venne raggiunto dalle truppe del conte Taun che dalla Sicilia era sbarcato a Taranto. Per affrontare l’avanzata degli Spagnoli, il Governo austriaco ricorse al reclutamento dei cittadini nelle proprie milizie.

Nel consiglio di guerra tenutosi nel Castello di Bari si pensò in un primo momento di preparare la propria difesa davanti alle mura di Bari, ma il principe Belmonte fece notare che, in caso di sconfitta, non ci sarebbe stato spazio per una ritirata. Si decise allora di preparare la difesa presso Bitonto che disponeva della difesa naturale della lama presente sul lato sud ed est della città. La difesa degli Austriaci si attestò fuori dalle mura di Bitonto, verso Terlizzi.

Le prime schermaglie si ebbero nella notte del 24 maggio ma subito interrotte da un violento temporale. All’alba del 25 maggio gli eserciti erano schierati e pronti per la battaglia: 14.000 spagnoli contro 10.000 austriaci. Il primo assalto spagnolo, comandato dal generale Montemar, si infranse contro la difesa approntata dagli Austriaci. Le cose si mettevano male per gli Spagnoli, ma furono subito aiutati dai reparti di cavalleria provenienti da Andria.

A quel punto, i combattimenti si spostarono verso il mare e durarono 9 ore. L’esito di quegli scontri fu favorevole agli spagnoli ed alcuni soldati austriaci ritornarono a Bitonto, altri ancora fuggirono col Belmonte a Bari.

Gli spagnoli conquistarono 15 bandiere, 24 stendardi, 23 cannoni, armi, munizioni ed equipaggiamenti e fecero migliaia di prigionieri. Il giorno successivo, i soldati austriaci asserragliati a Bitonto si arresero e si consegnarono come prigionieri agli spagnoli che minacciavano di abbattere le mura a cannonate.

Il generale Montemar, per punire la città di Bitonto della sua fedeltà al nemico decise di farla saccheggiare, ma gli apparve in sogno la Vergine Maria e la città venne risparmiata. I bitontini, a ricordo dell’evento ritenuto miracoloso, eressero un arco di trionfo dedicato all’Immacolata.

Il generale Montemar, a quel punto, si diresse verso Bari per combattere le forze austriache che si erano asserragliate a Bari. Il principe Belmonte si stava preparando per la difesa, ma una rivolta dei Baresi che non volevano subire la stessa sorte di Bitonto, lo costrinse ad arrendersi agli Spagnoli.

Questi eventi causarono il rapido possesso da parte degli Spagnoli di tutto il Regno delle Due Sicilie, in quanto le altre città del Sud Italia si consegnarono all’arrivo dell’esercito spagnolo.

Il nuovo re delle Due Sicilie, Carlo III, nominò Montemar duca di Bitonto e fece erigere sul luogo del campo di battaglia un obelisco in memoria dell’evento. Il possesso del Regno delle Due Sicilie venne riconosciuto a Carlo III nel trattato di pace che pose fine alla Guerra di Successione Polacca nel 1738.


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