Baronetti Douglas

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Baronetto Douglas è il titolo di baronetto concesso alla famiglia Douglas tra i baronetti della Nuova Scozia, di Gran Bretagna e del Regno Unito.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il titolo di baronetto Douglas di Glenbervie venne creato il 28 maggio 1625 nel baronettaggio della Nuova Scozia (prima creazione).

Il titolo di baronetto Douglas di Kelhead venne creato il 26 febbraio 1668 nel baronettaggio della Nuova Scozia.

Il titolo di baronetto Douglas di Carr venne creato il 23 gennaio 1777 nel baronettaggio della Gran Bretagna per il capitano (poi ammiraglio) Charles Douglas per il suo lodevole servizio a Quebec durante la rivoluzione americana. Alla morte di sir Charles nel 1789, il suo primogenito, il viceammiraglio William Henry Douglas, ne ereditò il titolo. Questi morì senza eredi ed alla sua morte nel 1809 il titolo passò a suo fratello minore, il generale Howard Douglas. La baronia è estinta.

Il titolo di baronetto Douglas di Maxwell venne creato il 17 giugno 1786 nella Baronia della Gran Bretagna.

Il titolo di baronetto Douglas di Castle Douglas venne creato il 17 luglio 1801 nella Baronia del Regno Unito.

Il titolo di baronetto Douglas di Glenbervie (seconda creazione) venne creato il 30 settembre 1831 nella Baronia del Regno Unito.

Douglas di Glenbervie (1625)[modifica | modifica wikitesto]

La tomba di sir Alexander Douglas di Glenbervie, Howff Cemetery, Dundee
Baronettaggio quiescente

Douglas di Kelhead (1668)[modifica | modifica wikitesto]

Douglas di Carr (1777)[modifica | modifica wikitesto]

Titolo estinto

Douglas di Maxwell (1786)[modifica | modifica wikitesto]

Titolo estinto

Douglas di Castle Douglas (1801)[modifica | modifica wikitesto]

Titolo estinto

Douglas di Glenbervie (1831)[modifica | modifica wikitesto]

Titolo estinto

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Cokayne, vol ii, p284
  2. ^ Netherlands, Select Births and Baptisms, 1564–1910, as found on ancestry.com
  3. ^ Death of Sir Arthur Douglas, in The Times, London, England, 8 settembre 1913, p. 8. URL consultato il 2 dicembre 2012.