Augusto Antonio Dirani

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Augusto Antonio Dirani (Forlì, 1897Forlì, 1983) è stato un pittore italiano di scuola forlivese.

Artista attivo nell'ambito dell'esperienza del Cenacolo Forlivese si diplomò in disegno a Ravenna nel 1920 , quindi frequentò, fino al 1924, l'Accademia di Belle Arti di Roma. Nell'anno 1926 fu scelto da una severa giuria per partecipare alla Biennale di Venezia con l'opera "Tenerezze" e fu il primo forlivese che ebbe l'onore di parteciparvi. Personalità moderna e interessante, ebbe anche commissioni internazionali. Lavorò, infatti, come illustratore per il giornale argentino “La Prensa”, e nel 1929 ottiene un incarico di docenza presso l’Accademia di Belle Arti di Buenos Aires. Nella capitale argentina avviò un rinomato studio di pittura con il quale eccelse nel genere del ritratto Nell'anno 1930 partecipó alla Biennale d'arte di Buenos Aires con l'opera "Naturaléza Muerta", tuttora visibile al pubblico e presente nel Catalogo.

Figlio di Ercole Eteocle e della ferrarese Elvira Pozzi. La famiglia Dirani di chiara fede repubblicana, Gaetano il capostipite che gestiva un negozio di cuoio e pellami nel borgo Ravaldino, cuore del centro forlivese, apparteneva alla piccola borghesia mercantile cittadina. Antonio (Nino come lo chiamavano in famiglia) dimostrò fin da bambino, una certa dimestichezza per il disegno ed una sensibilità alla pittura che Edvige Dirani, zia dell'artista e maestra elementare fra le più note a Forlì, nei primi decenni del 900 ricordava con particolare affetto, riferendosi ad alcuni deliziosi puttini dipinti su un paravento, che il piccolo Nino, all'età di 3/4 anni, contemplava alungo in silenzio. Un precoce interesse dimostrato anche da ragazzino, quando si divertiva a disegnare sul lastricato del torrione di Forlì (ex acquedotto) scene di cavalieri che attiravano l'attenzione e gli elogi dei passanti, probabilmente suggestionato dalla vicina rocca di Ravaldino e dalle sue storie.