Arlotti

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Arlotti
Partito: nel primo sbarrato d'oro e d'azzurro; nel secondo d'azzurro, a tre scettri gigliati d'oro moventi a ventaglio da un crescente d'argento.
Data di fondazioneXII secolo

Arlotti, nobile famiglia originaria di Arles, in Francia, che si trapiantò in Italia agli inizi del XII secolo. Si divisero in tre rami, a Mantova, Lucca e Reggio.[1]

Arlotti di Mantova[modifica | modifica wikitesto]

In epoca comunale furono, assieme ai Bonacolsi, ai Casalodi, ai Da Riva, ai Zanicalli e ai Gaffari tra le famiglie più potenti di Mantova.[2] Nel 1217 Arlottino fu console di giustizia. Gli Arlotti, nel 1266, appoggiarono il rientro a Mantova della famiglia Da Riva, che, agli inizi del Duecento, erano stati cacciati dai Gaffari a Suzzara, loro luogo di origine.[3] Molti esponenti, tra cui Niccolò Arlotti decapitato, furono incarcerati per la morte di Mastino I della Scala, signore di Verona, avvenuta nel 1277.[4] Ramo estinto.

Arlotti di Lucca[modifica | modifica wikitesto]

Nel XIV e XV secolo alcuni esponenti della famiglia ricoprirono importanti ruoli nella Repubblica. Ramo estinto.

Arlotti di Reggio[modifica | modifica wikitesto]

Di questo ramo della famiglia si ricordano:

Arma[modifica | modifica wikitesto]

Partito: nel primo sbarrato d'oro e d'azzurro; nel secondo d'azzurro, a tre scettri gigliati d'oro moventi a ventaglio da un crescente d'argento.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1.
  2. ^ Il secolo di Dante.
  3. ^ Mario Castagna, Valerio Predari, Stemmario mantovano, Vol. II, Montichiari, Zanetti, 1992.
  4. ^ Il Chronicon Veronense di Paride da Cerea e dei suoi continuatori.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giovan Battista di Crollalanza, Dizionario storico blasonico delle famiglie nobili o notabili italiane estinte e fiorenti, Bologna, 1886, Vol.1, ISBN non esistente.
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