Aristobulo di Alessandria

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Aristobulo di Alessandria (ca 160 a.C.), detto anche erroneamente Aristobulo di Panea, fu un filosofo peripatetico ebreo, noto per aver scritto un Commentario al Pentateuco dedicato al re Tolomeo Filometore. In quest'opera egli cerca di dimostrare che la cultura greca è tributaria di quella ebraica in quanto poeti, filosofi e storici greci, fra cui Omero, Platone e Pitagora, conoscevano e utilizzavano i libri di Mosè. Per dimostrare la sua tesi non esitò ad alterare le citazioni greche da lui utilizzate, ingannando molti autori a lui successivi.

Clemente Alessandrino (Stromati, libro I, cap. 22, § 150) riferisce le parole di Aristobulo secondo le quali vari secoli prima della Septuaginta già esistevano le traduzioni greche della Torah e del Pentateuco note a Platone e a Pitagora.[1][2]

Il tono chiaramente apologetico del passaggio rende però l'affermazione poco attendibile.[3]

  1. ^ De Luise, Farinetti, Ebraismo e Cristianesimo - alle origini della cultura cristiana (PDF), su Lezioni di storia della filosofia, online.scuola.zanichelli.it, Zanichelli, 2010, p. 2. URL consultato il 17 dicembre 2020.
  2. ^ Marco Rizzi e Giovanni Pini (a cura di), Gli Stromati: note di vera filosofia, Letture cristiane del primo millennio, n. 40, Milano, Paoline, 2006, p. 149, ISBN 9788831531474, OCLC 1075841667.
  3. ^ Nikolaus Walter, Der Thoraausleger Aristobulos: Utitersuchungen zu seinen Fragmenten und zu pseudepigraphischen Resten der Jüdisch-hellenistischen Literatur, Berlino, Akademie Verlag, 1964, p. 45, nota 1.
  • Carl R. Holladay (ed.), Fragments from Hellenistic Jewish Authors, Vol. 3: Aristobulus, Atlanta (Georgia) Scholars Press, 1995 (edizione critica dei frammenti e traduzione inglese)
  • Sean A. Adams, "Did Aristobulus Use the LXX for His Citations?", Journal for the Study of Judaism, 45, 2014, pp. 1-14.
  • Roberto Radice, La filosofia di Aristobulo e i suoi nessi con il "De mundo" attribuito ad Aristotele, Milano, Vita e Pensiero, 1994.

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