Applications Technology Satellite

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L'Applications Technology Satellite 3.

La Applications Technology Satellite o ATS è stata una serie di satelliti lanciati dalla NASA, durante la seconda metà degli anni sessanta e la prima degli anni settanta. In particolare, il programma fu lanciato nel 1966 con lo scopo di testare la fattibilità del posizionamento di un satellite in un'orbita geosincrona.[1][2]

I satelliti facenti parte di questa serie furono progettati in primo luogo per essere i successori dei satelliti per telecomunicazioni della serie Syncom ma la loro strumentazione includeva anche esperimenti tecnologici relativi alla meteorologia e allo spazio interplanetario.[3]

Contesto[modifica | modifica wikitesto]

La NASA e la Hughes Aircraft volevano bissare il successo della serie di satelliti sperimentali per telecomunicazioni Syncom, lanciata con successo nei primi anni sessanta, con una nuova serie chiamata "Advanced Syncom". Alcuni membri del Senato degli Stati Uniti d'America, però, si opposero, sostenendo che la NASA rischiasse, o addirittura volesse, sviluppare tali tecnologie a esclusivo beneficio della società privata Comsat. Per rispondere a queste critiche, gli obiettivi del programma furono così ampliati e il progetto fu rinominato ATS. Il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) sfruttò poi la propria influenza per far includere negli obiettivi lo sviluppo delle tecnologie relative al controllo di assetto a gradiente di gravità (ATS-2, ATS-4 e ATS-5) e al controllo di assetto a medie altitudini (ATS-2).

Struttura[modifica | modifica wikitesto]

La struttura interna dell'ATS-2.

Dei sei satelliti della serie ATS effettivamente lanciati, i primi cinque avevano tutti un corpo cilindrico da cui si estendevano diverse antenne. Il corpo aveva un diametro di circa 140 cm e un'altezza variabile dai 135 cm dell'ATS-1 ai 183 cm degli altri quattro ed era rivestito di pannelli solari, questi ultimi aventi la funzione di ricaricare gli accumulatori a nichel-cadmio presenti sui satelliti.[3]

L'ATS-6, invece, aveva un corpo troncoconico con alla sommità un'antenna parabolica da 9 m di diametro e due braccia con all'estremità dei pannelli solari. Quest'ultimo satellite, lanciato nel 1974, non fu costruito dalla Hughes Aicraft ma dalla Fairchild Aircraft e realizzato nell'ambito del Satellite Instructional Television Experiment, progetto portato avanti congiuntamente dalla NASA e dalla Indian Space Research Organisation (ISRA), e fu, non solo il primo satellite in orbita geosincrona ad essere stabilizzato sui tre assi, ma anche il primo satellite sperimentale per dirette televisive satellitari. Fu costruito anche un settimo satellite, denominato ATS-G, che non fu però mai lanciato a causa dei tagli ai finanziamenti decisi nel 1973.[4]

Satelliti[modifica | modifica wikitesto]

Satelliti della serie ATS
Satellite Data di lancio Lanciatore Massa Rientro in atmosfera Identificativo Cospar Note
ATS-1 7 dicembre 1966 Atlas-Agena D 352 kg 1º dicembre 1978 1966-110A Archiviato l'8 gennaio 2007 in Internet Archive.
ATS-2 6 aprile 1967 Atlas-Centaur D 324,3 kg 2 settembre 1969 1967-031A Archiviato il 1º ottobre 2006 in Internet Archive. Lancio parzialmente riuscito.
ATS-3 5 novembre 1967 Atlas-Agena D 365 kg 1º dicembre 1978 1967-111A Archiviato il 1º ottobre 2006 in Internet Archive. Lancio parzialmente riuscito.
ATS-4 10 agosto 1968 Atlas-Centaur D 305 kg 17 ottobre 1968 1968-068A Archiviato il 1º ottobre 2006 in Internet Archive. Lancio parzialmente riuscito.
Primo test di un motore ionico in orbita.
ATS-5 12 agosto 1969 Atlas-Agena D 821 kg marzo 1993 1969-069A Archiviato il 1º ottobre 2006 in Internet Archive. Lancio parzialmente riuscito.
ATS-6 30 maggio 1974 Titan-3(23)C 901 kg luglio 1979 1974-039A Archiviato il 2 aprile 2007 in Internet Archive.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ATS - Applications Technology Satellites (ATS I-V), su met.fsu.edu, FSU Department of Meteorology. URL consultato il 17 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 29 settembre 2011).
  2. ^ Applications Technology Satellite Program, su science.nasa.gov, NASA. URL consultato il 17 gennaio 2018.
  3. ^ a b ATS-1, 3, su space.skyrocket.de, Gunter's Space Pages. URL consultato il 17 gennaio 2018.
  4. ^ ATS-6, G, su space.skyrocket.de, Gunter's Space Pages. URL consultato il 17 gennaio 2018.

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