Apostrofe al cuore

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

L'Apostrofe al cuore[1] è un frammento di Archiloco[2].

Testo[modifica | modifica wikitesto]

Scudo di un oplita spartano (425 a.C.) - Museo dell'antica agorà ad Atene.
(GRC)

«θυμέ, θύμ᾽ ἀμηχάνοισι κήδεσιν κυκώμενε,
ἄνα δέ, δυσμενέων δ᾽ ἀλέξευ προσβαλὼν ἐναντίον
στέρνον, ἐν δοκοῖσιν ἐχθρῶν πλησίον κατασταθείς
ἀσφαλέως· καὶ μήτε νικῶν ἀμφαδὴν ἀγάλλεο
μηδὲ νικηθεὶς ἐν οἴκωι καταπεσὼν ὀδύρεο.
ἀλλὰ χαρτοῖσίν τε χαῖρε καὶ κακοῖσιν ἀσχάλα
μὴ λίην· γίνωσκε δ᾽ οἷος ῥυσμὸς ἀνθρώπους ἔχει.»

(IT)

«Cuore, o cuore, sballottato da insolubili dolori, rialzati, resisti contro chi ti tratta male, opponi
il petto, piazzato accanto alle tane dei nemici
con tenaciaː e, se vinci, non ti rallegrare assai,
o, se perdi, non crollare, messoti a lutto in casa,
ma rallegrati per i beni e per i mali soffri
non troppoː ammetti come questo ritmo è della vita.»

Analisi[modifica | modifica wikitesto]

Il frammento, in tetrametri trocaici catalettici, riprende materiale omerico, dalla celebre apostrofe (Τέτλαθι δή, κραδίη· καὶ κύντερον ἄλλο ποτ' ἔτλης) con cui Odisseo si controlla davanti alle offese dei Proci, in attesa della vendetta[3]. Tuttavia, come nei lirici successivi, lo spunto omerico è piegato alla situazione personale e al riconoscimento di una legge che regola la vita umana[4]: a ognuno toccano gioie e dolori e bisogna saper affrontare entrambe le situazioni. Inoltre, notevole l'uso di metafore belliche in un poeta soldato.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fr. 105 Tarditi.
  2. ^ Tramandato in Stobeo, III 20, 28.
  3. ^ Odissea, XX 18.
  4. ^ Già riconosciuta nel fr. 10 T., a Pericle.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]