Antonio Morillo Galletti

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Antonio Morillo Calafato Galletti Sfalanga

Don Antonio Morillo Calafato Galletti Sfalanga (Caltanissetta, 1717Caltanissetta, 4 luglio 1764) è stato un presbitero italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Don Antonio Morillo divenne coadiutore del parroco della chiesa madre Don Agostino Riva, dal 10 giugno 1749 prese il suo posto e rimase alla guida del tempio fino alla sua morte, nel 1764.[1][2] Esso da buon curatore del tempio parrocchiale non mancò di arricchirlo di preziosi arredi e magnifiche suppellettili.[1][2]La più grande opera per la chiesa nissena da parte del parroco Morillo fu sicuramente il rifacimento della statua dell'Immacolata. Infatti il popolo nisseno non era contento fino a quel momento del simulacro costruito nel 1682 a Messina poiché non era soddisfatto del viso e delle mani ricoperte d'argento.[1] Questo nuovo simulacro venne realizzato dallo scultore licatese Antonio Lacerda, la doratura toccò a Michele La Torre e il rivestimento in argento con fiori dorati a sbalzo toccò invece all'orafo Giacomo Glorioso.[1][2] Per permettersi codesta opera, padre Morillo, mise insieme le somme lasciategli da Agostino Riva, per la vendita del tenimento di case del defunto parroco La Russa e ne aggiunse qualcuna da parte sua.[1][2] Durante il suo servizio nella chiesa madre nissena, precisamente nel 1756, era tornato da Roma il padre Girolamo da Caltanissetta, portando con sé molte sacre reliquie e sei corpi di santi martiri dal cimitero di San Callisto, che furono esposte nella chiesa madre nissena. Il parroco Morillo fu incaricato dal vescovo agrigentino, monsignor Andrea Lucchesi Palli, di farne la recognizione.[1][2] Le reliquie furono condotte in processione alla chiesa dei Cappuccini di Viale Regina Margherita ed esposte al culto nel grande reliquiario.[1][2] Padre Girolamo, riconoscente verso il Morillo, donò al tempio parrocchiale parecchie reliquie, al tempo venerate sull'altare della Madonna dei Monti, oggi non più esistente.[1][2]

Omaggi[modifica | modifica wikitesto]

  • Monumento sepolcrale nella Cattedrale di Caltanissetta: posto all'interno della chiesa, per esattezza nella controfacciata a destra entrando, è un'opera di scultore siciliano ignoto e presenta lo stemma della sua famiglia nobiliare, sormontato dalla corona baronale. L'iscrizione recita così:[2]
(LA)

«D. O. M. ANTONIO MORILLO CALAFATO GALLETTI ET SFALANGA SACRÆ THEOLOGIÆ DOCTORI INSIGNIS HVIVS COLLEGIATÆ PREPOSTO ET CAPITI PAROCHO ITIDEM REGIOQ. CAPELLANO ET FILIALIVM S. IOSEPH ET S. IOANNIS ARCHIPRESBITEREO SSMÆ INQVISITIONIS COMMISS.° QUALIF. ATQVE CONSVLTORI RELIGIONIS CVLTV DIGNITATI PRISTINÆ RESTITVTO. AVGVSTO HOC TEMPLO PLVRIBVS EXORNATO GENERIS CLARITATE SPRETA CIVIBVS AD MELIOREM FRVGEM REVOCATIS ATQ. ÆGENIS LABORANTE ANNONA AB IPSIS MORTIS FAVCIBVS EREPTIS. PHILIPPVS MORILLO ET GALLETTI MÆRENS FILIO OPTVMO POSIVIT UIVERE DESIIT DIE IV JULII 1764 ÆTATIS 47.»

(IT)

«A Dio Ottimo Massimo Ad Antonio Morillo Calafato Galletti e Sfalanga Dottore in Sacra Teologia Prevosto e Capo di questa insigne Collegiata e Parroco Arciprete e parimenti Regio Cappellano delle filiali S. Giuseppe e S. Giovanni Commissario qualificatore e Consultore della Santissima Inquisizione per il culto restituito alla dignità della primitiva Religione. Ornato di più cose augusto Tempio disprezzata la nobiltà di nascita richiamati i cittadini a miglio bene e incrudendo la carestia strappati i bisognosi delle stesse fauci della morte Filippo Morillo e Galletti afflitto all'ottimo figlio pose cessò di vivere il giorno 4 luglio 1764 a 47 anni d'età»

Lapide commemorativa al parroco Morillo Galletti
Monumento sepolcrale del parroco Morillo Galetti

Ritratti[modifica | modifica wikitesto]

  • Ritratto in Cattedrale: posto nell'antisacrestia è opera di un ignoto siciliano del XVIII secolo. In codesto ritratto si leggono nome, cognome e poco altro. Nel dipinto, il Galletti è dipinto con un Crocifisso in mano, sotto il quale è lo stemma nobiliare, sormontato da corona baronale; lo stesso stemma è riportato nel monumento sepolcrale.[3]
Ritratto custodito in Cattedrale

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Francesco Pulci, Lavori sulla storia ecclesiastica di Caltanissetta.
  2. ^ a b c d e f g h Andrea Gaetano Muscarella, 4.1, in Le iscrizioni latine nella chiesa cattedrale di Santa Maria la Nova in Caltanissetta, Caltanissetta, Edizioni Lussografica, 2023, pp. 158-160, ISBN 978-88-8243-581-3.
  3. ^ Andrea Gaetano Muscarella, 5.3.3, in le iscrizioni latine nella chiesa cattedrale Santa Maria la Nova in Caltanissetta., Caltanissetta, Edizioni Lussografica, 2023, p. 258, ISBN 978-88-8243-581-3.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Gaetano Muscarella, Le iscrizioni latine nella chiesa cattedrale Santa Maria La Nova in Caltanissetta, Caltanissetta, Edizioni Lussografica, 2023, ISBN 978-88-8243-581-3.
  • Francesco Pulci, Lavori sulla storia ecclesiastica di Caltanissetta.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  • Cattedrale di Caltanissetta

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]