Anello di Schatzki

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L'anello di Schatzki è una membrana anulare dell’esofago inferiore, localizzata alla giunzione squamo-colonnare. Può essere asintomatico o causare disfagia intermittente. Quando necessario, il trattamento consiste nella dilatazione endoscopica.

Descritto per la prima volta nel 1953 da Schatzki e Gary, si osserva frequentemente, avendo una prevalenza di 0,2-14% nella popolazione generale. L’anello di Schatzki è una delle più comuni cause di disfagia intermittente nell’adulto.

La causa è sconosciuta. Fra le ipotesi avanzate vi è un’origine congenita, la coesistenza con ernia iatale, esofagite da reflusso, disfunzioni dello sfintere esofageo inferiore (LES).[1]

Anatomia patologica

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L’anello di Schatzki è costituito da mucosa, muscularis mucosae e sottomucosa; è rivestito sul versante prossimale da epitelio squamoso e sul versante distale da epitelio colonnare.[1] Spesso coesiste ernia iatale, mentre l’esofago di Barrett sembra meno frequente rispetto ai controlli.[2]

Sintomatologia

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La maggioranza dei pazienti sono asintomatici e la diagnosi è occasionale durante un’endoscopia digestiva o un Rx con bario. Quando il lume esofageo ha un diametro <13 mm, compare disfagia intermittente per cibi solidi, in particolare per i boli di maggiori dimensioni deglutiti in fretta senza sufficiente masticazione (sindrome della bistecca).[3] I sintomi persistono per pochi minuti e cessano per il passaggio spontaneo del bolo nello stomaco o per il suo rigurgito. Si può però avere un’ostruzione acuta del lume esofageo con dolore toracico, impossibilità a deglutire solidi e liquidi, salivazione, che richiede un intervento endoscopico.[4]

Diagnosi e terapia

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La diagnosi è molto spesso occasionale nel corso di un’indagine strumentale richiesta per altre cause. Nei pazienti sintomatici la diagnosi è sospettata per la disfagia intermittente. L’accertamento diagnostico si avvale dell’endoscopia e dell’Rx con bario.

L’esofagogastroduodenoscopia mette in evidenza un restringimento anulare a livello della giunzione gastro-esofagea, rivestito da mucosa di aspetto normale.

Quando necessaria, la terapia consiste nella dilatazione endoscopica del lume esofageo. In presenza di reflusso gastro-esofageo sono necessari trattamenti antireflusso.[5]

  1. ^ a b (EN) C.M. Townsend e al., Sabiston Textbook of Surgery, 19ª ed., Philadelphia, Elsevier-Saunders, 2012, p. 1037, ISBN 978-1-4377-1560-6.
  2. ^ (EN) Marcia C. Mitre e al., Schatzki Ring and Barrett's Esophagus: Do They Occur Together? (abstract), in Digestive Diseases and Sciences, vol. 49, 2004, pp. 770–773.
  3. ^ (EN) J.L. Jameson e al., Harrison's Principles of Internal Medicine, 20ª ed., McGraw Hill, 2018, p. 2211, ISBN 978-1-25-964404-7.
  4. ^ (EN) SM Noor Hossain e John de Caestecker, Acute oesophageal symptoms, in Clin Med (Lond), vol. 15, 2015, pp. 477–481, PMID 26430190.
  5. ^ (EN) F.C. Brunicardi e al., Schwartz's Principles of Surgery, 11ª ed., McGraw Hill, 2019, p. 1050, ISBN 978-1-25-983537-7.

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