Amministrazione generale di Lombardia

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L’Amministrazione generale della Lombardia fu il governo provvisorio instaurato dall’esercito francese sullo Stato di Milano dopo averlo conquistato nel 1796.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il 25 agosto la vecchia Congregazione dello Stato assorbì i poteri della disciolta Agenzia militare di Lombardia, e cambiò nome in Amministrazione generale, ristabilendo così un governo regionale di tipo civile. Il 9 messidoro IV la sede fu fissata a palazzo Marino.

Il 4 brumale V le fu sottoposta l’Intendenza di finanza, che di conseguenza fu derubricata ad Ispettoria centrale. Quattro giorni dopo le furono affidati i pieni poteri politici e civili.

L’amministrazione comprendeva tre comitati, uno di corrispondenza, uno militare e uno di polizia, quest’ultimo con diramazioni in ciascuna provincia.

Gli amministratori nominati da Napoleone furono dodici, di alto profilo e selezionati in modo che tutte le sei province fossero rappresentate.[1] Il generale corso impiantò anche un più ampio Consiglio dei Quaranta di tipo consultivo.[2]

Il decreto dell’11 piovoso V organizzò meglio la struttura interna dell’Amministrazione dividendola in quattro comitati, uno per i servizi pubblici, uno per i lavori pubblici, uno per le questioni finanziarie e uno per quelle economiche.[3]

Con la proclamazione della Repubblica Cisalpina, il governo provvisorio fu infine sciolto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I milanesi Alberto Alemagna, Giovanni Battista Sommariva, Gaetano Porro, Carlo Isimbardi, Francesco Visconti, Angelo Pavesi, il cremonese Bartolomeo Macchi, il pavese Giuseppe Perelli, il lodigiano Benedetto Mattia, il comasco Giambattista Magnacavallo, il casalmaggiorino Antonio Porcelli, e Paolo Fadigati per le terre separate.
  2. ^ Raccolta degli editti pubblicati in Milano nel 1796
  3. ^ vedi

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]