Abbondanza e Ricchezza
Abbondanza e Ricchezza | |
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Descrizione generale | |
Tipo | vascello a di terzo rango |
Ordine | 20 dicembre 1679 |
Cantiere | Arsenale di Venezia |
Impostazione | 1681 |
Varo | 12 febbraio 1688 |
Entrata in servizio | 1688 |
Radiazione | 9 febbraio 1695 |
Destino finale | persa per incaglio nel porto dell'isola di Chio |
Caratteristiche generali | |
Lunghezza | 24,34 m |
Larghezza | 10,08 m |
Pescaggio | 3,82 m |
Propulsione | Vela |
Armamento | |
Artiglieria | Alla costruzione[1]
Totale: 24+10 |
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Abbondanza e Ricchezza, seconda unità della classe Monton d'Oro, fu un vascello di terzo rango da 24 cannoni che prestò servizio nella Armada da Mar tra il 1688 e il 1694.[1]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La costruzione del vascello di terzo rango da 24 cannoni Abbondanza e Ricchezza fu ordinata dal Senato il 20 dicembre 1679,[2] e la nave fu impostata nel 1681 sotto la direzione del Proto dei Marangoni Antonio Filletto.[2] La nuova nave fu varata presso l'Arsenale il 12 febbraio 1688 e, al costo di 22.000 ducati, entrò subito a far parte dell'Armata Grossa, adibita a servire come magazzino mobile al seguito delle navi.[1]
Seconda unità della classe, partecipò alla guerra di Morea, andando persa per incaglio nel porto di Chio il 9 febbraio 1695.[2] Dopo l'occupazione dell'isola fortemente voluta dall'allora capitano generale da mar Antonio Zeno, nonostante il parere contrario del provveditore ordinario all'armata Carlo Pisani, i turchi compirono ogni sforzo possibile per riconquistarla.[2] Dopo la battaglia combattuta presso gli scogli degli Spalmadori, il comando veneziano decise di abbandonare l'isola, ormai ritenuta indifendibile, lasciando sul posto grandi quantità di artiglieria, munizioni, cavalli e navi.[2] Tra queste vi era il vascello Abbondanza e Ricchezza incagliatosi nel porto dell'isola.[3] Nonostante un malriuscito tentativo effettuato[3] dal Pisani di disincagliare la nave, il vascello dovette essere abbandonato al nemico con il suo prezioso carico, venendo poi catturato dai turchi.[2]
Dopo la sconfitta di Chio il Senato veneziano mise sotto inchiesta tutti i vertici dell'Armata da mar, e sia Antonio Zeno che Carlo Pisani, accusati per la sconfitta degli scogli degli Spalmadori, per non aver difeso tenacemente l'isola di Chio, e per aver abbandonato il vascello Abbondanza e Ricchezza nelle mani del nemico, vennero incarcerati. Lo Zeno si spense in prigione nel 1697, mentre il Pisani fu liberato dopo tre anni di prigionia,[3] nel 1698, e rimesso al suo posto di provveditore.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guido Candiani, I vascelli della Serenissima: guerra, politica e costruzioni navali a Venezia in età moderna, 1650-1720, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti, 2009.
- Guido Candiani, Dalla galea alla nave di linea: le trasformazioni della marina veneziana (1572-1699), Novi Ligure, Città del Silenzio, 2012.
- Guido Ercole, Duri i banchi. Le navi della Serenessima 421-1797, Gardolo, Gruppo Modellismo Trentino di studio e ricerca storica, 2006.
- Cesare Augusto Levi, Navi da guerra costruite nell'Arsenale di Venezia dal 1664 al 1896, Venezia, Stabilimento Tipografico Fratelli Visentini, 1896.
- Mario Nani Mocenigo, L'Arsenale di Venezia, Roma, Ufficio Storico della Regia Marina, 1938.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Venetian Fifth Rate armed storeship 'Abbondanza e Ricchezza' (1688), su threedecks.org.