Abbazia di Oigny
L'abbazia di Notre-Dame di Oigny (in latino Ungiacum) fu un monastero di canonici regolari sotto la regola di sant'Agostino sorto a Oigny nel XII secolo. Incorporato nella congregazione di Santa Genoveffa nel 1647, fu suppresso nel 1768.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]L'abbazia fu fodata agli inizi del XII secolo da un gruppo di uomini desiderosi di dedicarsi al servizio di Dio sotto la guida di un frate di nome Cristoforo. Sorse a Oigny, in un luogo solitario e boscoso a nord-ovest di Digione, lungo il corso della Senna, a due leghe delle sorgenti del fiume.[1]
I nobili Godin de Duesme e Milon de Frolois cedettero a Cristoforo e ai suoi compagni i beni e i diritti che possedevano nei dintorni e con un documento del 1116 Stefano di Baugé, vescovo di Autun, confermò questi lasciti.[1]
Inizialmente Cristoforo e la sua comunità conducevano vita eremitica, ma presto decisero di riunirsi in una comunità cenobitica, sotto la guida di un abate, con l'osservanza della regola di sant'Agostino.[1]
Molti signori laici ed ecclesiastici (Ugo II di Borgogna, l'abate benedettino di Flavigny) beneficiarono l'abbazia con cospicue donazioni.[2]
Nel 1535 l'abbazia cadde sotto il regime della commenda e gradualmente i religiosi abbandonarono l'osservanza della regola e delle tradizioni canonicali. Le truppe di Carlo IV di Lorena nel 1636 devastarono l'abbazia, costringendo i canonici a lasciare il monastero e a rifugiarsi a Digione.[2]
Nel 1647 ad Oigny rimanevano solo due religiosi e Raimondo di Lafond Saint-Saveur, priore di Marcheseux, iniziò a trattare con Francesco Branchart, abate di Santa Genoveffa a Parigi, al fine di installare nell'abbazia religiosi riformati: il 27 marzo 1647 Oigny fu unita e incorporata alla congregazione di Francia dei canonici regolari di Sant'Agostino. Giacomo Haudinet fu nominato priore dell'abbazia e Michele Gautier, priore di Châtillon, vi installò molti religiosi genoveffani.[3]
La riforma non interruppe la decadenza economica e regolare del monastero e nel 1768, quando arrivò a contare solo cinque religiosi, l'abbazia fu soppressa dall'autorità regia. Gli edifici monastici furono utilizzati come grange dai contadini e caddero in rovina.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guerrino Pelliccia e Giancarlo Rocca (curr.), Dizionario degli Istituti di Perfezione (DIP), 10 voll., Edizioni paoline, Milano 1974-2003.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Abbazia di Oigny
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