Potenziale elettrochimico: differenze tra le versioni
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Il '''potenziale elettrochimico''', introdotto da [[John Alfred Valentine Butler]] ([[1899]]–[[1977]]) e [[Edward Armand Guggenheim]] ([[1901]]-[[1970]])<ref>{{Cita|Fink|p. 68}}</ref> per tenere conto delle diverse scale di forze alle quali è sottoposta una certa specie chimica (ad esempio quando si trova in [[soluzione (chimica)|soluzione]] o allo stato [[solido]] nel [[reticolo cristallino]] dell'[[elettrodo]]), è definito come: |
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L'utilità di questo potenziale può essere compresa considerando come esempio l'interfaccia <math> Zn/Zn^{2+}, Cl^- </math> e concentrando la nostra attenzione sulle [[ione]] [[zinco]] allo stato solido e in soluzione. Allo stato metallico, lo ione <math> Zn^{2+} </math> è fissato in un reticolo rigido di ioni zinco positivi immerso in una nube di elettroni liberi che permea la struttura. In soluzione lo zinco è idratato e può interagire con lo ione <math> Cl^- </math>. Lo stato energetico di <math> Zn^{2+} </math> dipende chiaramente dall'intorno chimico, che si manifesta attraverso le forze a corto raggio che sono prevalentemente di natura elettrica. Inoltre bisogna considerare l'energia che è necessaria per trasportare la carica 2+, al di là degli effetti chimici, nella zona in questione. Questo secondo contributo energetico è chiaramente proporzionale al potenziale <math> \phi </math> della regione, quindi dipende molto di più dalle proprietà del mezzo in questione che dalla natura stessa dello ione. |
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==Note== |
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==Bibliografia== |
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* {{cita libro | cognome= Fink | nome= Johannes Karl | titolo= Physical Chemistry in Depth | editore= Springer |ed= | anno= 2009 |lingua= |id= ISBN 364201013X |cid= Fink |url= http://books.google.it/books?id=QMCNpXahcfcC&source=gbs_navlinks_s}} |
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==Voci correlate== |
==Voci correlate== |
Versione delle 16:41, 2 nov 2010
Il potenziale elettrochimico, introdotto da John Alfred Valentine Butler (1899–1977) e Edward Armand Guggenheim (1901-1970)[1] per tenere conto delle diverse scale di forze alle quali è sottoposta una certa specie chimica (ad esempio quando si trova in soluzione o allo stato solido nel reticolo cristallino dell'elettrodo), è definito come:
dove:
- è il potenziale chimico della specie nella fase
- è la carica della specie
- la costante di Faraday
- è il potenziale elettrostatico assoluto della fase .
L'utilità di questo potenziale può essere compresa considerando come esempio l'interfaccia e concentrando la nostra attenzione sulle ione zinco allo stato solido e in soluzione. Allo stato metallico, lo ione è fissato in un reticolo rigido di ioni zinco positivi immerso in una nube di elettroni liberi che permea la struttura. In soluzione lo zinco è idratato e può interagire con lo ione . Lo stato energetico di dipende chiaramente dall'intorno chimico, che si manifesta attraverso le forze a corto raggio che sono prevalentemente di natura elettrica. Inoltre bisogna considerare l'energia che è necessaria per trasportare la carica 2+, al di là degli effetti chimici, nella zona in questione. Questo secondo contributo energetico è chiaramente proporzionale al potenziale della regione, quindi dipende molto di più dalle proprietà del mezzo in questione che dalla natura stessa dello ione.
Note
Bibliografia
- Johannes Karl Fink, Physical Chemistry in Depth, Springer, 2009, ISBN 364201013X.