Nawaf bin Faysal Al Sa'ud: differenze tra le versioni
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Nawāf bin Fayṣal Āl Saʿūd | |
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Principe dell'Arabia Saudita | |
Nome completo | Nawāf bin Fayṣal bin Fahd bin Abd al-Aziz Al Sa'ud |
Nascita | Londra, 1° aprile 1978 |
Dinastia | Dinastia Saudita |
Padre | Faysal bin Fahd Al Sa'ud |
Madre | Munira bint Sultan bin Abd al-Aziz al Sa'ud |
Religione | Musulmano sunnita |
Nawāf bin Fayṣal Āl Saʿūd | |
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Presidente della Federazione dei Giochi della Solidarietà Islamica | |
Durata mandato | 3 ottobre 2011 – 4 dicembre 2014 |
Predecessore | Sultan bin Fahd Al Sa'ud |
Successore | Abd Allah bin Musa'id Al Sa'ud |
Presidente dell'Ente del Welfare Giovanile | |
Durata mandato | 16 gennaio 2011 – 26 giugno 2014 |
Monarca | Re Abd Allah |
Predecessore | Sultan bin Fahd Al Sa'ud |
Successore | Abd Allah bin Musaed Al Sa'ud |
Presidente dell'Unione delle Associazioni Calcistiche Arabe | |
Durata mandato | 2011 – 2014 |
Predecessore | Sultan bin Fahd Al Sa'ud |
Successore | Turki bin Khalid Al Sa'ud |
Presidente della Federazione Calcistica dell'Arabia Saudita | |
Durata mandato | 2011 – 2014 |
Predecessore | Sultan bin Fahd Al Sa'ud |
Successore | Ahmad Eid Al Harbi |
Nawāf bin Fayṣal Āl Saʿūd (in arabo نواف بن فيصل بن فهد آل سعود?; Londra, 13 ottobre 1984) è un principe, dirigente sportivo e politico saudita, membro della famiglia reale Āl Saʿūd, già presidente del Comitato Olimpico dell'Arabia Saudita[1][2] e già presidente dell'Ente del Welfare Giovanile.[3]
Primi anni di vita e formazione
Il principe Nawaf è nato il 1° aprile 1978 [4] ed è il figlio primogenito del principe Faysal bin Fahd. Sua madre era Munira bint Sultan bin Abd al-Aziz al Sa'ud che è morta nel giugno del 2011 a 59 anni.[5] Munira era figlia del defunto principe ereditario Sultan.[6]
Dopo essersi diplomato nel 1998, ha conseguito una laurea in legge presso la facoltà di scienze amministrative dell'Università Re Sa'ud.[4]
Incarichi
Il principe è stato in passato vicepresidente dell'Ente del Welfare Giovanile.[7] Nel 2002 è diventato membro del Comitato Olimpico Internazionale che ha lasciato nel 2014 dopo aver rinunciato alla presidenza del Comitato Olimpico dell'Arabia Saudita.[2] Nel corso del 2011 è stato nominato presidente della Federazione Calcistica dell'Arabia Saudita. Ha rassegnato le dimissioni nel 2014 a causa della rapida uscita della nazionale di calcio dalle qualificazioni al campionato mondiale di calcio 2014.[8]
Il 16 gennaio 2011 è stato nominato presidente dell'Ente del Welfare Giovanile al posto dello zio Sultan bin Fahd.[9] Ha concluso il mandato il 26 giugno 2014.[3]
È stato anche presidente del Comitato Olimpico dell'Arabia Saudita,[2][10] presidente della Federazione dei comitati olimpici nazionali arabi,[5] presidente esecutivo dell'Unione delle associazioni calcistiche arabe e presidente della Federazione dei giochi della solidarietà islamica.[11] È stato anche ambasciatore di "Pace e sport", un'associazione con sede a Monaco impegnata a servire la pace nel mondo attraverso lo sport.[12]
Polemica
Secondo il giornale Al Hayat, nell'aprile del 2012 l'allora principe ereditario Nayef ha detto che le donne avrebbero potuto rappresentare il regno alle Olimpiadi di Londra, purché non contrastassero le leggi islamiche. La sua approvazione era condizionata al fatto che le donne "soddisfacessero gli standard di decenza femminile e non contraddicessero le leggi islamiche". Già questa concessione sembrava sorprendente. Eppure, solo pochi giorni dopo, il Nawaf ha esplicitamente escluso l'invio di atlete alle Olimpiadi di Londra. In una conferenza stampa a Gedda ha infatti dichiarato: "Al momento non stiamo per firmare qualsiasi partecipazione femminile saudita alle Olimpiadi o ad altri campionati internazionali". Nawaf ha aggiunto che le donne saudite avrebbero potuto partecipare come atlete indipendenti e che l'autorità olimpica del Regno avrebbe contribuito a garantire che la loro partecipazione non violasse la shari'a. Ha anche sottolineato che ciò era coerente con le passate politiche in questo campo e ha di fatto smentito il principe ereditario.[13] Nonostante ciò alle olimpiadi sono state effettivamente inviate due atlete in rappresentanza del paese.
Il 4 aprile 2012 ha annunciato il boicottaggio del produttore di abbigliamento sportivo Adidas, colpevole di aver sponsorizzato la maratona di Gerusalemme. Dopo un incontro a Gedda ha dichiarato che: "Tutte le aziende che hanno sponsorizzato la maratona di Gerusalemme, tra cui Adidas, saranno boicottate". Ha detto che i ministri hanno anche concordato di organizzare per l'anno successivo una maratona separata in concomitanza con l'evento annuale di Gerusalemme.[14]
Note
- ^ Should Saudi Arabia be Banned from the Olympics?
- ^ a b c HRH Prince Nawaf Faisal Fahd Abdulaziz stands down as IOC member, su olympic.org. URL consultato il 14 July 2014.
- ^ a b Saudi Arabia appoints new Youth Welfare president, in Al Arabiya, 26 June 2014. URL consultato il 14 July 2014.
- ^ a b HRH Prince Nawaf Faisal Fahd Abdulaziz, su olympic.org, Olympic Organization. URL consultato l'11 May 2012.
- ^ a b Prince Sattam performs funerary prayers over the deceased, 17 June 2011. URL consultato il 12 February 2013.
- ^ Funeral Prayers For Princess Munira bint Sultan, su spa.gov.sa, Saudi Press Agency. URL consultato il 6 May 2012.
- ^ Extensions of ministerial tenure, 30 April 2003. URL consultato il 2 April 2013.
- ^ Ben Somerford, Saudi Arabia FA president leads departures after early 2014 World Cup qualifying exit, 1º March 2012. URL consultato il 2 April 2013.
- ^ Nawaf is new head of Youth Welfare, 15 January 2011.
- ^ The Saudi Arabian football federation
- ^ تنصيب الأمير نواف بن فيصل رئيسا للاتحاد العربي, 7 March 2011. URL consultato il 2 November 2011.
- ^ Peace and Sport
- ^ Talal Kapoor, Nayif's Return - A Lame Duck Crown Prince?, su datarabia.com, Datarabia. URL consultato il 12 April 2012.
- ^ Arab sports council boycotts Adidas over Jerusalem event, su tensport.com.au, Ten Sport, 5 April 2012. URL consultato il 1º June 2012.
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