Pianola: differenze tra le versioni
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*{{en}} [http://www.pianola.org Storia dettagliata in inglese della Pianola e della sua musica] |
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*{{en}} [http://www.pianola.org/history/history_stravinsky.cfm Stravinsky and the Pianola] |
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*{{en}} [http://www.nmcrec.co.uk/?page=catalogue/item.html&id=157 Estratti musicali delle composizioni per Pianola d'Alfredo Casella, Gian-Francesco Malipiero ed Igor Strawinsky] |
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*{{en}} [http://www.pianolasociety.com Player Piano Group ] |
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*{{en}} [http://pianola.forumer.com Pianola Forum] |
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Versione delle 15:39, 19 mag 2008
Una pianola è un apparecchio musicale automatico, senza sfumature di tono automatico. Il nome pianola deriva da una marca della Aeolian Company di New York City. In Germania la Ditta Hupfeld di Lipsia produsse un sistema simile, chiamato Phonola. Le prime pianole furono prototipi; non avevano alcun sistema tecnico nella tastiera, ma suonavano con dita in legno imbottite su un pianoforte o pianoforte a coda, posatovi di fronte.
Il suonatore di pianola è colui che suona la pianola producendo il tipo di tono manualmente.
Più tardi apparvero anche pianole o autopiani il cui sistema meccanico venne montato in un normale pianoforte o pianoforte a coda. Nella foto ne è visibile la parte interna. Le corde vengono suonate, come nei normali pianoforti, tramite i martelletti, azionati però pneumaticamente. Questo apparecchio, introdotto nello strumento musicale, riproduceva brani musicali preparati su strisce di carta perforata (rulli cartacei per le note). Nella lingua tedesca si usa spesso definire tali pianoforti meccanici Treter (pedali). Nei modelli più perfezionati, indicava oltre alle note anche dinamiche, variazioni di tempo e perfino di timbro. La preparazione del rullo era effettuata su un pianoforte particolare suonato da un interprete. Riproducendo a posteriori l'esecuzione di un autentico pianista, gli autopiani si possono considerare i precursuri della registrazione su matrice che avrebbe dato adito alla nascita e diffusione del grammofono.Grazie ai rulli e agli autopiani a noi pervenuti possiamo oggi essere a conoscenza del modo di suonare di musicisti come Debussy, Stravinsky o Ravel, che nella carta hanno immortalato le proprie performance.
In questi strumenti l’aria aspirante veniva prodotta mediante due pedali del pianoforte o pianoforte a coda, simili a quelli dell’armonium; più tardi invece venne prodotta da un motore elettrico. In questo caso si parla di pianoforte elettrico, in inglese da pianola a piano.
Un altro modello più sviluppato di pianoforte automatico è il pianoforte meccanico automatico (Kunstspielklavier) ed il pianoforte di riproduzione Welte-Mignon. A livello mondiale furono prodotti fino al 1930 più di due milioni di strumenti meccanici automatici e prototipi.
Dal 1926 questi strumenti trovarono sul mercato una conocorrenza spietata a causa dei nuovi giradischi elettrici e della radio, molto più economici nella produzione e notevolmente più piccoli. Dal 1930 iniziò una forte crisi economica a livello mondiale nell’industria degli strumenti musicali meccanici, durante la quale solo poche Ditte riuscirono a sopravvivere.
La prima pianola fu costruita nel 1895 da Edwin S. Votey a Detroit. Non si può considerare la pianola come sua invenzione, ma indiscutibile è il suo guadagno per avere impiegato in modo ingegnoso numerose tecniche presenti nella costruzione del primo pianoforte meccanico. Votey fu ingaggiato dalla Aeolian Company che nel 1897 commerciallizzò questo strumento in USA ed in Europa.
Numerosi compositori hanno scritto brani musicali per pianoforti automatici, ad esempio Igor Strawinsky ed Alfredo Casella per la pianola; Paul Hindemith ed Ernst Toch per il pianoforte automatico Welte-Mignon. Esiste un arrangiamento della versione di Shepherd Hey per pianola di Percy Grainger. Nel luglio del 1927 George Antheil fece un arrangiamento della 1° parte del suo Ballet mécanique per Welte-Mignon. Conlon Nancarrow fu compositore che si dedicò quasi esclusivamente alle composizioni per player-piano (pianoforte meccanico).