Battaglia di Moncontour

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Battaglia di Moncontour
parte delle Guerre di religione francesi
La battaglia di Moncontour (Musée de l'Armée)
Data3 ottobre 1569
LuogoMoncontour (Poitou, Francia)
EsitoVittoria delle truppe realiste (cattolici)
Schieramenti
UgonottiTruppe realiste (cattolici)
Comandanti
Effettivi
12.000 fanti e 7.000 cavalieri18.000 fanti e 9.000 cavalieri
Perdite
Oltre 6.000 effettivi600 effettivi
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La battaglia di Moncontour (3 ottobre 1569) ebbe luogo a Moncontour nell'ambito delle Guerre di religione francesi e vide fronteggiarsi le truppe ugonotte al comando dell'ammiraglio Gaspard de Coligny e quelle del re Carlo IX al comando del fratello stesso del re, il duca di Angiò e futuro re Enrico III. La vittoria arrise alle truppe realiste.

Campagna militare prima della battaglia[modifica | modifica wikitesto]

L'ammiraglio de Coligny proveniente da sud aveva posto l'assedio alla città di Poitiers. Dopo sette settimane di assedio[1], quando ormai la città stava per essere conquistata, Coligny dovette andarsene a causa del sopraggiungere dell'armata reale che lo intercettò presso la città di Moncontour.

Svolgimento della battaglia[modifica | modifica wikitesto]

Le truppe mercenarie dell'armata protestante, prive del soldo pattuito, si rifiutarono di combattere. Indebolita, l'armata protestante fu severamente sconfitta. Secondo gli storici del tempo l'assalto fu di breve durata ma molto sanguinoso e da parte protestante si contarono dai 6 000 ed i 10 000 fra morti e prigionieri, mentre le perdite nelle schiere dei realisti cattolici le perdite non superarono le 600 unità[2] Come al termine della precedente battaglia di La Roche-l'Abeille (25 giugno 1569) i protestanti avevano massacrato i loro prigionieri, questa volta fecero altrettanto i vincitori cattolici, benché Enrico d'Angiò fosse riuscito a salvare alcuni gentiluomini francesi.

Coligny, ferito, riuscì a fuggire verso sud e ricongiungendo le sue forze residue ad altri eserciti ribelli in Linguadoca ricostituì la sua armata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ L'ammiraglio si era attardato nell'assedio non tanto per l'importanza strategica della città quanto per consentire ai propri mercenari di compensare la mancata corresponsione del soldo con il bottino che sarebbe loro derivato dal saccheggio della città conquistata.
  2. ^ Élisabeth Carpentier, Les Batailles de Poitiers. Charles Martel et les Arabes. en 30 questions. Geste éditions, La Crèche, 2000. Collection dirigée par Jean-Clément Martin, ISBN 2-84561-007-6, p 56