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Sradicamenti Altopiano di Pinè ottobre 2018

Bedolpian è un toponimo dialettale locale [2] e significa il pianoro delle betulle [3] ed è un esteso territorio pianeggiante a 1100 m circa di altitudine posto sopra il villaggio di Baselga di Pinè, uno dei due comuni [4]dell’ Altopiano di Pinè [5].

L’area è circondata da 2 colli, Ceramont e Roza, dove prevale un certo tipo di pianta, il pino silvestre ed è una meta di passeggiate per residenti e turisti grazie alla sua facile percorribilità. E’ delimitata a sud dal campo sportivo e a nord dal lago delle rane, un piccolo bacino lacustre che oggi si presenta come uno specchio d’acqua privo di vegetazione al centro e bordato da una fascia di elofite, con alcuni gruppi di ninfee. Esso si trova a 1118 m di altitudine. L’acqua del lago è diventata sempre più limpida grazie ai lavori che sono stati effettuati insieme al ripristino dei boschi dopo la tempesta Vaia, avvenuta nel 2018. Grazie a questi particolari lavori è quindi molto più facile osservare i diversi lucci che vivono al suo interno.

[1]

Bedolpian dopo la tempesta Vaia [6][7]

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Nel corso del 2018 (tra il 27 e il 30 ottobre) il nord-est Italia, è stato colpito da un eccezionale evento meteorologico soprannominato “tempesta Vaia” che ha abbattuto 42.800 di boschi nell’area delle Dolomiti e delle Prealpi in Veneto (la regione più colpita), Alto Adige e Trentino4.

Nei pressi della frazione Ricaldo, la località Bedolpian è stata gravemente colpita: nell’area, grande in tutto 18 ettari che circonda il centro sportivo e l'area ristoro, la potenza del vento ha abbattuto quasi la totalità delle piante di pino silvestre e larice.

A distanza di tre anni il legname è stato in gran parte recuperato e i lavori di ripristino quasi completati e Bedolpian ha cambiato volto e se prima si poteva fare un pic-nic all’ombra di un albero, ora ciò che si vede sono immense distese di verde. Inoltre, sono state trovate [8] aree tematiche con differenti funzioni di

utilizzo. La prima si trova vicino al centro sportivo dove sono presenti un campo da calcio con i suoi spogliatoi, un ampio parcheggio e un’area pic-nic con tavolini e panchine in legno. Sul posto è presente il locale bar ristorante La Capannina, di proprietà dell’ASUC [9] di Baselga. L’immobile è chiuso definitivamente dalla primavera del 2019.

Da quest’area partono alcuni sentieri per le escursioni nei dintorni da fare a piedi o in mountain bike e ciò la rende un punto di riferimento per i turisti. L’area 2, di circa 60 ettari, si trova nella parte settentrionale del complesso boscoso di Bedolpian, pertinente al “laghetto delle rane”.

In quest’ area, dopo le operazioni di esbosco si è proceduto con la copertura del suolo di vegetazione spontanea attraverso la semina meccanica di un tappeto erboso;inoltre il sentiero è stato reso più agevole percorribile anche con passeggini e mountain bike ed infine sono state posizionate infrastrutture in legno a servizio degli utenti

Lo specchio d’acqua presente, noto come “laghetto delle rane” è stato oggetto di pulizia del fondo e sistemazione delle sponde. Inoltre è stato realizzato un secondo bacino idrico che grazie all’impiego di un bio-attivatore ha reso l’acqua del laghetto più limpida.

In Una terza area non si sono previsti interventi di livellamento o semina e piantumazione ma si è scelto di permettere la rinaturalizzazione spontanea. L’ultima area collega tutte le altre aree e qui si prevede la creazione di zone vegetate di circa 2 ettari di superficie; i lavori inizieranno quando verranno sgomberati tutti gli alberi abbattuti da Vaia.

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Tempesta Vaia#Danni

Nel corso del medioevo, Il comune di Pinè dovette sostenere parecchi conflitti per il possesso dei monti e dei diritti di sfruttamento dei pascoli, perché c'erano contese tra i comuni circostanti per questioni di confine. I più importanti monti contesi furono Ceramont e Roza sui quali, nel 1348, la comunità di Segonzano avanzava dei diritti di possesso e di uso. Per Segonzano le parti in causa erano rappresentate dal signor Concio del Castel Segonzano e Desiderato. Pinè fu rappresentato dal mastro Huele, sindaco della comunità di Pinè. Il 10 maggio le parti trovarono un compromesso, con l’elezione di un collegio di arbitri. I 4 arbitri, dopo tentativi fallimentari, il 18 giugno dichiararono necessaria la scelta del quinto arbitro individuato in Bartolomeo di Padova dottore e abate nel monastero di San Lorenzo di Trento. Nello stesso giorno venivano nell’abbazia di Trento i sindaci di Pinè e di Segonzano. Il sindaco di Pinè espose davanti ai 5 arbitri i suoi articoli sopra i monti in questione insistendo che la comunità pinetana fosse già in possesso dei monti Roza, Ziremont, Bedollo, Rude sasso, Mozzanega, Cuzio, Brusago, Gredana e Fregaroso. Il 25 giugno venne letta la relazione degli arbitri (e non essendo presente il rappresentante di Segonzano fu deciso che la popolazione dell’Altopiano di Pinè aveva diritto di uso dei monti in questione. La popolazione di Segonzano fu condannata al pagamento delle spese processuali e a risarcire al sindaco di Pinè 47 ducati d’oro.

[12][13]

  1. ^ Comune di Baselga di Piné, su comune.baselgadipine.tn.it.
  2. ^ Il dialetto pinaitro o pinetano
  3. ^ Guida all’escursione della Società Botanica Italiana al Lago della Serraia, in Firenze Società Botanica Italiana Onlus, 2013, pp. 9.
  4. ^ Sull’altopiano di Pinè ci sono due comuni che sono Baselga e Bedollo; nel comune di Baselga ci sono 10 frazioni che sono: Rizzolaga-Campolongo, Miola, Faida, Tressilla, Montagnaga, Vigo, Ferrari, San Mauro, Ricaldo e Sternigo. Nel comune di Bedollo ci sono 4 frazioni che sono: Brusago, Regnana e Piazze.
  5. ^ Il primo nome dell’Altopiano di Piné era Fagitano; questo nome avrebbe tratto origine dalla parola Faiten, un vocabolo dell’antica lingua trentina che avrebbe significato pino. Il nome Pinetum o Pinedum è stato usato successivamente alla conquista romana. Il nome Pinè è originario dal vocabolo latino Pinus ( luogo in cui crescono i pini). L’origine del nome Pinè è scritta in due documenti che descrivono anche il paesaggio del territorio e sono stati composti nel 1600 e nel 1673. Nel 1853 Perini scrisse che la valle, fiancheggiata da monti di porfido, una volta era coperta di piante, da dove deriva il nome stesso. All'inizio del secolo, per ogni singolo comune era stato proposto uno stemma, contenente una pigna, che simboleggiava la vallata. Nel dialetto locale gli abitanti di Pinè vengono chiamati pinaitri, nome derivato dal tedesco “Pinat”.
  6. ^ Ufficio stampa provincia, su ufficiostampa.provincia.tn.it.
  7. ^ light.pdf (pag 58,58,60) ufficio foreste e fauna PAT, su forestefauna.provincia.tn.it.
  8. ^ La tempesta Vaia si abbatté con violenza sul Veneto, spazzando via una superficie boschiva composta soprattutto da abeti rossi, bianchi e larici pari a 70.000 campi da calcio, abbattendo come stuzzicadenti più di 15 milioni di alberi. I danni arrecati dall'impressionante potenza del vento, che soffiava fino a 200 km orari, sono stati quantificati in una cifra vicina ai 1,769 miliardi di euro. Le stime per il Trentino sono sui 250-300 milioni di euro e 85,4 milioni in Alto Adige.
  9. ^ Associazione Provinciale delle Amministrazioni Separate di Uso Civico della Provincia di Trento- Associazione Provinciale A.S.U.C.
  10. ^ volto/ Voce del Trentino, su lavocedeltrentino.it.
  11. ^ /1035/scheda_dettaglio/237249?id=2578139 Dizionario toponomastico Trentino, su cultura.trentino.it.
  12. ^ Pat piano d’azione Vaia in Trentino, supplemento numero 2 a Sherwood- Foreste ed Alberi Oggi, numero 248, anno 26, numero 5 settembre/ottobre 2020.
  13. ^ A. VIGNA, Pinè ieri: il territorio, la storia, la comunità, Cassa Rurale Pinetana, 1989.