Utente:PrincipeRoby/Area sacra delle cattedrali di Brescia

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L'area sacra delle cattedrali di Brescia è l'area, situata attorno a piazza del Duomo, dove sorgono le due cattedrali di Brescia, il Duomo nuovo e il Duomo vecchio.

L'area ha alle spalle una storia bimillenaria ed è il risultato di una complessa serie di aggiunte, demolizioni e modifiche di edifici sacri. La complicata stratigrafia del sito, ancora non del tutto sondata, comprende resti di domus e terme di epoca romana, le consistenti tracce delle basiliche paleocristiane, le aggiunte medievali e i rifacimenti dal XVII secolo in poi. Dei numerosi edifici che si sono susseguiti nell'area in più di duemila anni di storia, spesso sovrapponendosi gli uni agli altri, ci sono pervenuti solamente le due cattedrali e il Palazzo Vescovile, a sua volta ricostruzione ex novo di un precedente palazzo.

Scavi saltuari nelle vicinanze delle cattedrali portano continuamente alla scoperta di nuove testimonianze romane e medievali, contribuendo a tratteggiare sempre più chiaramente l'articolata storia architettonica del sito.

Storia degli scavi[modifica | modifica wikitesto]

Storia dell'area sacra[modifica | modifica wikitesto]

Fase I[modifica | modifica wikitesto]

Fase II[modifica | modifica wikitesto]

Fase III[modifica | modifica wikitesto]

Fase IV[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Cripta di san Filastrio e Chiesa dei Santi Crisante e Daria.

Durante la dominazione dei Longobardi, tra il VI e l'VIII secolo, l'area delle cattedrali è interessata da alcune modifiche e aggiunte. In particolare, sotto Santa Maria Maggiore viene revisionata, per volere di Ramperto, la cripta di san Filastrio.

All'esterno si ha invece la costruzione della chiesa dei Santi Crisante e Daria, ma in epoca più tarda, probabilmente nel X secolo. La chiesa, probabilmente di piccole dimensioni e funzionante più come cappella o oratorio piuttosto che come vera a propria chiesa, è attestata a partire dal 952.

Non sono noti altri interventi databili a questo periodo, l'ultimo che vedrà coesistere le due basiliche paleocristiane e, pertanto, l'ultimo caratterizzato dall'integrità originale del sito.

Fase V[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo vecchio.

Fase VI[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Vescovile (Brescia).

I lavori di fortificazione della Cittadella Nuova, promossi da Filippo Maria Visconti all'inizio del Quattrocento, prevedono la costruzione di una cinta muraria interna alla città che inglobi il Broletto e le cattedrali, dunque i principali luoghi del potere civile e religiosi cittadino. Le nuove mura vengono erette immediatamente a est delle cattedrali, dietro e le absidi, portando all'abbattimento di tutti gli edifici presenti in questa fascia, in particolare il Palazzo Vescovile e, probabilmente, anche la chiesa dei Santi Crisante e Daria, il cui titolo risulta già trasferito nel 1410. È noto che, all'ingresso in diocesi del vescovo Francesco Marerio, nel 1418, questi dovette insediarsi nel monastero dei Santi Faustino e Giovita, non potendo abitare le poche sale rimaste del palazzo dietro le cattedrali[1].

Nel 1426 è ancora il vescovo Marerio a chiedere direttamente alla Repubblica di Venezia il permesso di costruire la nuova sede vescovile: la richiesta viene accolta solo nel 1437, a condizione che il nuovo edificio non superasse in altezza gli edifici adiacenti e che non invadesse la nuova strada lungo le mura della Cittadella Nuova (via Mazzini)[1].

Il cantiere del nuovo Palazzo Vescovile viene aperto nel 1470 dal vescovo Domenico de Dominici, ma sarà completato solo durante l'episcopato di Domenico Bollani, nel 1567. Altri lavori di completamento sono attuati negli anni immediatamente successivi, sotto la direzione del vescovo Giovanni Dolfin, successore del Bollani. Nella progettazione intervengono vari architetti, tra i quali Giovanni Maria Piantavigna, che lavora sull'ala sud e sul fianco rivolto verso il cortile d'ingresso. Il palazzo sarà poi completato nei secoli successivi, in particolare durante il Settecento[1].

L'intervento muta radicalmente l'aspetto della fascia a est delle cattedrali, separandole fisicamente dal nuovo Palazzo Vescovile, costruito ex novo, e separandole nettamente dal contesto urbano retrostante. L'inserimento delle mura crea un vicolo, lungo e tortuoso, che dalla piazza a ovest penetra lungo i fianchi delle cattedrali e si insinua sul retro, separandole dalla fortificazione per pochi metri o anche meno. Il collegamento tra le due cattedrali viene comunque mantenuto mediante un passaggio porticato, attestato nel 1544.

Le ultime tracce del vicolo, che nei secoli prenderà il nome di vicolo del Lupo, sono scomparse negli anni 30 del Novecento quando, per liberare il fianco sud del Duomo vecchio, è stata demolita una stecca di abitazioni che si interponeva tra quest'ultimo e via Trieste. Il ristretto camminamento tra il lato nord delle abitazioni demolite e il fianco del Duomo vecchio era l'ultimo brandello del lungo vicolo che, anticamente, correva lungo tutto il perimetro delle cattedrali.

Fase VII[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Duomo nuovo.

L'area oggi[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Fappani, p. 298

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Antonio Fappani, Enciclopedia Bresciana, vol. III, Brescia 1978

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

[[Categoria:Storia di Brescia]] [[Categoria:Chiese di Brescia]] [[Categoria:Cattedrali di Brescia]]