Utente:Katscara/Sanbox/Ottavia Vitagliano

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Ottavia Vitaliano nata Mellone (Milano, 27 febbraio 1894Milano, 8 aprile 1975) è stata un'editrice e scrittrice italiana.

Ottavia è stata redattrice della rivista Casa e Moda, che però ha chiuso nel giro di un anno. Altri periodici ai quali collaborò nel secondo dopoguerra furono Novella 2000, Settimo Giorno, Novelle film e Rossana. Pubblicò anche la rivista per bambini Libro e Moschetto, basata sui principi fascisti. [1] Un volume per i giovani dedicato ai principi del fascismo e dopo l’8 settembre 1943, «Donne d’Italia», un numero unico a cura dei gruppi femminili fascisti repubblichini.[2] Ottavia fu anche autrice, scrisse infatti, sia libri per ragazzi ma anche Proibito sognare, del 1965, a metà tra il romanzo e l'autobiografia, priva però di riferimenti e quindi particolarmente difficile per la ricostruzione delle sua vita.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nasce in una famiglia di condizioni modeste. Il padre Igino Mellone, usciere presso la cassa di risparmio di Lombardia, la madre Giulia Piacentini, casalinga. Inizia a lavorare con l'editore Antonio (Nino) Vitagliano, che sposa poco nel 1916 e con cui ha due figli, Rossana e Giovanni, nati rispettivamente nel 1917 e nel 1918[3].

Attività editoriale[modifica | modifica wikitesto]

Ottavia aiuta il marito nelle sue diverse imprese editoriali: Nino avvia nel 18 una casa editrice specializzata nel cinema, presto però ceduta a bemporad. Nel 1921 da vita alla Casa Editrice Italiana Gloriosa, puntando principalmente su autori popolari e su la creazione di periodici quale «Cine-Cinema» del 1924 e «Excelsior» del 1926, in cui di grande importanza sono le illustrazioni e le notizie di cinema, teatro e novelle. Viste le scarse competenze gestionali di Nino, e la sua cattiva salute, la direzione passa prima al palermitano Giuseppe Faraci e in seguito a Ottavia nel 1929[4].

Fu proprio con questa ultima testata che il nome di Ottavia acquisisce rilevanza, entrando a far parte del mondo dell'editoria con un ruolo di spessore.

A «Excelsior» seguì Zenit, che dal 1939 divenne Le Vostre Novelle, un settimanale di novelle e romanzi rivolto a un pubblico femminile. [5] La rivista cessarà le pubblicazioni nel 1961[6].

Il successo della Casa Editrice la Gloriosa porta alla crescita dei numeri dei dipendenti ed all'acquisto di una tipografia dedicata emencipandosi dalla tipografia Rizzoli; Ottavia recupera il marchio originario precedentemente ceduto a Bemporad[7].

Alla morte di Nino, 12 settembre 1933, Ottavia divenne titolare dell'azienda a tutti gli effetti, dandole la propria impronta, espandendo il settore periodico, lanciando alcune riviste sportive come «Cosmos» e «Azzurri» acquisite entrambe nel 1934.

I due coniugi, legati al mondo del Fascismo avevano due modi molto diversi di approcciarsi a quest'ultimo e di conseguenza all'operato di Mussolini. Ottavia, per esempio, era partecipativa nei confronti del fascismo. La sua partecipazione la porta a pubblicare una rivista per bambini libro e moschetto, basata sui principi fascisti[8].

significativo per la carriera di Ottavia è il settimanale «Eva» del 1933, ceduto a Rusconi nel 1964 e che divenne «Eva Express» nel 1969. Inoltre, a Ottavia venne proposta la “rivista per la donna Italiana” da Rosa Menni Giolli, artista e imprenditrice.[9]

L'adesione al fascismo da parte di Ottavia, non andò a compromettere il rapporto lavorativo con Rosa Menni Giolli, particolarmente avversa al fascismo, entrambe avevano un rapporto completamente diverso con il fascismo che portò a eclissare il contrasto politico e caratteriale tra le due donne. La loro collaborazione portò alla vendita di 100mila copie nel momento in cui le viene affidata la direzione di «Eva», nascondendosi dietro lo pseudonimo di Sonia per firmare la rubrica dedicata alla posta.[10]

Con la liberazione dal Fascismo, Ottavia riuscì a sottrarsi a una condanna a morte per i suoi precedenti politici grazie ad alcune amicizie[11].

Onorificienza[modifica | modifica wikitesto]

Ottavia Vitagliano fu nominata Commendatore Ordine al Merito della Repubblica Italiana,[1]

Nel Soroptimist[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1955 venne eletta presidente del Soroptimist di Milano, un’associazione mondiale di donne professioniste. E nel maggio 1961, il Club 71, costituito dagli ex allievi del collegio San Carlo, la premiò per l’attività svolta.

Scritti[modifica | modifica wikitesto]

  • Oh, divina bellezza (1936)
  • Il Capitano Cip, romanzo per ragazzi, con Mario Mortara (1940)
  • Proibito sognare (1965)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b lib.uchicago.edu, https://www.lib.uchicago.edu/efts/IWW/BIOS/A0616.html.
  2. ^ Ottavia Vitagliano | enciclopedia delle donne, su enciclopediadelledonne.it. URL consultato il 28 agosto 2023.
  3. ^ Patrizia Caccia, Ottavia Vitaliano, su enciclopediadlledonne.it. URL consultato il 15 settembre 2023.
  4. ^ Introduzione., Quodlibet, pp. 7–22. URL consultato il 28 agosto 2023.
  5. ^ Patrizia Caccia, Ottavia Vitagliano, in Enciclopedia delle donne.
  6. ^ Irene Piazzoni, Shaping a Weekly ‘For Everyone’: Italian Rotocalchi Entre-Deux-Guerres, vol. 5, DOI:10.21825/jeps.v5i1.16525.
  7. ^ Ottavia Vitagliano | enciclopedia delle donne, su enciclopediadelledonne.it. URL consultato il 28 agosto 2023.
  8. ^ Enzo Magrì, Guido Da Verona l'ebreo fascista, Pellegrini Editore, 2005, pp. 302-303, ISBN 978-88-8101-278-7. URL consultato il 28 agosto 2023.
  9. ^ Rosa Menni Giolli | enciclopedia delle donne, su enciclopediadelledonne.it. URL consultato il 19 settembre 2023.
  10. ^ Ottavia Vitagliano | enciclopedia delle donne, su enciclopediadelledonne.it. URL consultato il 19 settembre 2023.
  11. ^ Ottavia Vitagliano | enciclopedia delle donne, su enciclopediadelledonne.it. URL consultato il 19 settembre 2023.

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