Utente:GiuseppeLibasci/Sandbox

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Localizzazione[modifica | modifica wikitesto]

La localizzazione (eng. localisation, spesso abbreviato come L10n, dove 10 rappresenta il numero di lettere compreso tra la L e la N[1]), indicata in letteratura anche come internazionalizzazione o globalizzazione[1],  è il processo di adattamento di un prodotto o, più specificamente, l'adattamento linguistico e culturale di contenuti digitali per un particolare mercato locale[2][3]. Il processo di localizzazione è spesso legato alla traduzione di siti web e altri prodotti (per esempio, videogiochi), interessando però anche altre importanti attività. La localizzazione include l'offerta di servizi e tecnologie per la gestione del multilinguismo e del flusso di informazioni digitali a livello globale.[3]

In questo contesto, l'adattamento linguistico implica la traduzione di tutti gli elementi testuali di un prodotto, spesso costituito da interfacce utente (per esempio, menu o finestre di dialogo), documentazione varia (come materiale di supporto online, manuali cartacei) o materiali secondari (confezioni e demo multimediali)[2]. Poiché ci si aspetta che la traduzione di questi elementi rifletta le convenzioni associate al mercato di riferimento, solitamente si rende necessario anche un adattamento di tipo culturale[2].

Grazie alla localizzazione, i servizi di traduzione hanno assunto una configurazione di tipo industriale, in cui l'intero processo di traduzione si svolge nella modalità di 'produzione a catena', con l'inclusione di un project manager che coordina e assiste le squadre di traduttori[2]. Oggi gli standard operativi adottati dei processi di localizzazione costituiscono un modello a cui aderiscono anche altri ambiti della traduzione professionale[2].

Il processo di localizzazione comprende un’ampia gamma di attività che non riguardano esclusivamente la traduzione; si compone, infatti, di fasi specifiche e ben distinte[4]:

  1. Analisi: permette di comprendere meglio il progetto in corso
  2. Preparazione: i project manager, gli ingegneri e gli esperti linguistici preparano il kit di localizzazione per i traduttori e gli ingegneri che contiene tutto il materiale originale, materiale di riferimento come database terminologici, memorie di traduzione (TM), guide di stile e script di test, così come uno schema dei compiti, pietre miliari e piani finanziari. Il kit di localizzazione include una descrizione di tutti i prodotti da consegnare, le responsabilità delle parti interessate e tutti i recapiti.
  3. Translation: sebbene la traduzione sia al centro di questa attività, non tutta la traduzione è necessariamente svolta da traduttori. Una parte, o addirittura tutta, può essere eseguita (semi-) automaticamente da tecnologie di traduzione assistita, compresi i database terminologici, memoria di traduzione e sistemi di traduzione automatica (MT, Machine Translation).
  4. Engineering e testing: dopo la traduzione, il contenuto digitale deve sempre essere riassemblato e testato per controllarne la funzionalità, la correttezza linguistica e il layout.
  5. Revisione: come fase finale, i team di localizzazione conducono una revisione approfondita che coinvolge sia il cliente che il sito del fornitore.

Il termine "localizzazione" (come l'aggettivo locale suggerisce) denota la combinazione tra convenzioni culturali, standard di natura tecnica e determinate aree geografiche e mercati. È stato introdotto originariamente per indicare il processo di traduzione di applicativi software. Questi, grazie all'avvento del personal computer tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso, costituivano la prima tipologia di prodotti che richiedevano traduzioni in grandi quantità e conseguentemente adeguate innovazioni tecnologiche[2]. Infatti, i traduttori operanti nell'industria della localizzazione sono stati i primi a fare uso di strumenti di traduzione assistita (nota anche come CAT, o Computer-aided translation)[3]. Si tratta di software inizialmente sviluppati per agevolare il lavoro nei progetti di localizzazione che continuano ad aumentare la produttività, perfezionare il coordinamento tra gli attori del flusso di lavoro e mantenere la coerenza terminologica, in particolare grazie alle memorie di traduzione e ai sistemi di gestione terminologica[2].

Negli anni '90 i produttori multinazionali di software nordamericani, già alla ricerca di nuovi mercati, puntavano a paesi europei come Francia, Germania, Italia e Spagna. Col tempo, alcuni tra i più importanti editori digitali sono arrivati a generare più del 60% del loro fatturato complessivo attraverso le rispettive divisioni commerciali internazionali. La localizzazione è quindi anche uno strumento adottato da aziende per sbloccare nuove opportunità di mercato, in quanto la scelta di queste di “localizzare” i propri prodotti, infatti, non è mai basata sul numero di parlanti di una lingua specifica, bensì sul Prodotto Interno Lordo (PIL) del mercato in cui vogliono immettersi[3]. Ad esempio, se alcuni produttori “localizzano” i loro contenuti in danese (5 milioni di parlanti, approssimativamente), non fanno lo stesso in amarico, nonostante conti 100 milioni di parlanti.

Al momento, la lingua di partenza predefinita nell’industria della localizzazione rimane l’inglese. Tuttavia, la diffusione globale di internet e la crescita esponenziale del numero di utenti in paesi come la Cina indicano possibili cambiamenti a venire[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bert Esselink, Localisation and Translation, John Benjamins Publishing Company, 2003, p. 68.
  2. ^ a b c d e f g Henri Bloemen, Palumbo, Giuseppe. 2009. Key Terms in Translation Studies, in Target. International Journal of Translation Studies, vol. 25, n. 2, 17 maggio 2013, pp. 277–280, DOI:10.1075/target.25.2.06blo. URL consultato il 28 aprile 2022.
  3. ^ a b c d e Reinhard Schäler, Localization and translation, John Benjamins Publishing Company, 28 ottobre 2010, pp. 209–214. URL consultato il 28 aprile 2022.
  4. ^ Yves Gambier; Luc van Doorslaer (a cura di), Handbook of Translation Studies, Volume 1, John Benjamins Publishing Company, 2010.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Giuseppe Palumbo, Key Terms in Translation Studies, Continuum International Publishing Group, 2009, ISBN 978-0-8264-9824-3.

Yves Gambier, Luc van Doorslaer (a cura di), Handbook of Translation Studies - Volume 1, John Benjamins Publishing Company, 2010.

Reinhard Schäler, Localization and Translation, John Benjamins Publishing Company, 2010.

Bert Esselink, Localisation and Translation, John Benjamins Publishing Company, 2003.