Utente:Ervafanil/Sandbox

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La localizzazione è il processo di adattamento di un prodotto o, più specificamente, l'adattamento linguistico e culturale di contenuti digitali per un particolare mercato locale.[1][2] Il processo di localizzazione è spesso legato alla traduzione di siti web e altri prodotti (per esempio, videogiochi), interessando però anche altre importanti attività. La localizzazione include l'offerta di servizi e tecnologie per la gestione del multilinguismo e del flusso di informazioni digitali a livello globale.[2]

In questo contesto, l'adattamento linguistico implica la traduzione di tutti gli elementi testuali di un prodotto, spesso costituito da interfacce utente (per esempio, menu o finestre di dialogo), documentazione varia (come materiale di supporto online, manuali cartacei) o materiali secondari (confezioni e demo multimediali).[1] Poiché ci si aspetta che la traduzione di questi elementi rifletta le convenzioni associate al mercato di riferimento, solitamente si rende necessario anche un adattamento di tipo culturale.[1] Grazie alla localizzazione, i servizi di traduzione hanno assunto una configurazione di tipo industriale, in cui l'intero processo di traduzione si svolge nella modalità di 'produzione a catena', con l'inclusione di un project manager che coordina e assiste le squadre di traduttori.[1] Oggi gli standard operativi adottati dei processi di localizzazione costituiscono un modello a cui aderiscono anche altri ambiti della traduzione professionale.[1]

Il termine "localizzazione" (come l'aggettivo locale suggerisce) denota la combinazione tra convenzioni culturali, standard di natura tecnica e determinate aree geografiche e mercati. È stato introdotto originariamente per indicare il processo di traduzione di applicativi software. Questi, grazie all'avvento del personal computer tra gli anni '80 e '90 del secolo scorso, costituivano la prima tipologia di prodotti che richiedevano traduzioni in grandi quantità e conseguentemente adeguate innovazioni tecnologiche.[1] Infatti, i traduttori operanti nell'industria della localizzazione sono stati i primi a fare uso di strumenti di traduzione assistita (nota anche come CAT, o Computer-aided translation).[2] Si tratta di software inizialmente sviluppati per agevolare il lavoro nei progetti di localizzazione che continuano ad aumentare la produttività, perfezionare il coordinamento tra gli attori del flusso di lavoro e mantenere la coerenza terminologica, in particolare grazie alle memorie di traduzione e ai sistemi di gestione terminologica.[1] Questi supporti tecnologici risultano particolarmente utili nell'ambito della traduzione specializzata principalmente per due motivi: innanzitutto, spesso si tratta di testi ripetitivi o soggetti a frequenti aggiornamenti (quindi riutilizzati dopo essere stati modificati in piccola parte), il che li rende adatti all'impiego di memorie di traduzione; in secondo luogo, talvolta vengono scritti in formati che richiedono l'uso di specifici editor di testo (per esempio, pagine web).[1] La grande quantità di testi da tradurre e la loro specifica natura tecnica hanno fatto sì che il ruolo giocato dalla tecnologia nella traduzione fosse ancor più significativo rispetto ad altri ambiti della traduzione professionale. Infatti, la mole di testi da tradurre richiede il lavoro di diverse squadre di traduttori e altre figure, la cui collaborazione è fondamentale per assicurare coerenza e uniformità terminologica.[1]

Negli anni '90 i produttori multinazionali di software nordamericani, già alla ricerca di nuovi mercati, puntavano a paesi europei come Francia, Germania, Italia e Spagna. Col tempo, alcuni tra i più importanti editori digitali sono arrivati a generare più del 60% del loro fatturato complessivo attraverso le rispettive divisioni commerciali internazionali. È più probabile che un editore digitale localizzi i suoi contenuti in base al Prodotto Interno Lordo (PIL) del mercato in cui vuole immettersi, a prescindere dalla percentuale di popolazione che parla quella lingua.[2] Al momento, la lingua di partenza predefinita nell’industria della localizzazione rimane l’inglese. Tuttavia, la diffusione globale di internet e la crescita esponenziale del numero di utenti in paesi come la Cina indicano possibili cambiamenti a venire.[2]

  1. ^ a b c d e f g h i Henri Bloemen, Palumbo, Giuseppe. 2009. Key Terms in Translation Studies, in Target. International Journal of Translation Studies, vol. 25, n. 2, 17 maggio 2013, pp. 277–280, DOI:10.1075/target.25.2.06blo. URL consultato il 28 aprile 2022.
  2. ^ a b c d e Reinhard Schäler, Localization and translation, John Benjamins Publishing Company, 28 ottobre 2010, pp. 209–214. URL consultato il 28 aprile 2022.