Utente:Ebreoerrante/Sandbox/Biofiltrazione

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La biofiltrazione dell'aria è un'operazione di depurazione dell'aria basata sul processo di ossidazione biochimica effettuata da parte di microrganismi sui composti organici inquinanti e spesso odorigeni contenuti nel flusso d’aria.

Meccanismo[modifica | modifica wikitesto]

La corrente gassosa viene fatta passare attraverso del materiale (detto anche letto filtrante) dove i microorganismi metabolizzano le sostanze organiche e le trasformano in prodotti di reazione non più odorigeni, producendo acqua ed anidride carbonica come sostanze di scarto.

Il processo naturale di biofiltrazione consiste generalmente nei seguenti impianti o passaggi:

  • scrubber o unità di precondizionamento, in cui avviene la regolazione dell’umidità e dell’eventuale materiale particellare come i residui di polvere
  • controllo della temperatura del flusso
  • biofiltro, la cui composizione microbica (muffe, batteri e lieviti) si sviluppa sul supporto o “letto” formato da vari composti vegetali come la torba, il cippato, le cortecce o il terriccio
  • adsorbitore a carboni attivi, da inserire a valle nel caso di inquinanti difficili da degradare e/o sostanze con forte odore

Caratteristiche dell'impianto[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista impiantistico i biofiltri sono costituiti da una vasca in calcestruzzo o materiale metallico ad elevata superficie. All’interno della vasca si trova il materiale filtrante appoggiato ad una superficie grigliata, al di sotto della quale si trova una camera necessaria alla distribuzione dell’aria. La permanenza dell’aria all’interno del letto deve essere di almeno 35-40 secondi.

Applicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Tipiche applicazioni dei biofiltri sono i processi industriali che utilizzano vernici e smalti, cabine di verniciatura e nella produzione di vetro e plastica. Inoltre, la biofiltrazione viene utilizzata nei casi in cui si debbano eliminare odori sgradevoli (industrie alimentari, mangimistiche, cartarie, petrolchimiche, conciarie, allevamenti, macelli, essiccazione, smaltimento rifiuti, depurazione acque, trattamento fanghi, materie plastiche…). I principali responsabili di queste emissioni maleodoranti sono l’ammoniaca NH3, l’acido solfidrico H2S, i mercaptani e il dimetilsolfuro.

La tecnica della biofiltrazione si utilizza quando la concentrazione dei COV inquinanti è relativamente bassa rispetto al flusso d’aria da trattare (i valori tipici sono tra 5 e 500 ppm di inquinante). I biofiltri sono spesso utilizzati per eliminare i COV caratterizzati da un forte odore.

A livello Europeo i sistemi a biofiltrazione sono molto diffusi, in quanto presentano dei vantaggi economici rispetto alle tecniche di combustione, sia per i costi di installazione che per quelli di esercizio. Tuttavia, la manutenzione dei biofiltri deve essere gestita in modo efficiente, in quanto il letto di microrganismi richiede un controllo rigoroso di tutti i parametri di funzionamento (pH, velocità del flusso, livello di umidità, contenuto di nutrienti, perdita di carico, temperatura, curva di crescita della biomassa). Il sistema permette l’ottenimento di elevate efficienze di abbattimento (spesso superiori al 90%) con ridotti tempi di contatto, tuttavia esso richiede solitamente grandi volumi e superfici.

Uno dei principali fattori da tenere in considerazione nella biofiltrazione è che un’eventuale presenza nel flusso d’aria da trattare di composti inibenti potrebbe distruggere l’attività microbica.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

La fonte diretta usata nella redazione di questa voce è la scheda tecnica

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]