Ufente (Eneide)

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Ufente (lat. Ufens) è un personaggio dell'Eneide di Virgilio.

Il mito[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Ufente è uno dei maggiori nemici contrastanti Enea sbarcato nel Lazio a seguito della distruzione della sua città Troia. Nel settimo libro del poema, dove Virgilio passa in rassegna le forze italiche, egli figura come comandante degli Equi; ed è uno dei pochi belligeranti in età matura, essendo padre di quattro giovani, anche loro guerrieri.

La morte[modifica | modifica wikitesto]

Ufente muore nella battaglia finale decapitato da Gia, giovane guerriero troiano tra i più vicini a Enea (libro 12), dopo aver perso in una sola volta tutti e quattro i figli, immolati sulla pira di Pallante in seguito alla loro cattura da parte di Enea in una precedente giornata bellica (libro 10).

 " ... ferit ense gravem Tymbraeus Osirin
Arcetium Mnestheus; Epulonem obtruncat Achates,
Ufentemque Gyas; cadit ipse Tolumnius augur "

(Virgilio, Eneide, libro XII)

 " Timbreo ferisce di spada il colossale Osiri,
Mnesteo ferisce Arcezio, Acate decapita Epulone,
e Gia Ufente; anche Tolumnio l'augure stramazza al suolo "

(traduzione di Francesco Della Corte)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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