Turing tarpit

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Un Turing tarpit o pozzo di Turing[1] è un linguaggio di programmazione o un'interfaccia che in principio offre ampie potenzialità in termini di funzionalità, ma in pratica non offre nessun supporto pratico per l'esecuzione di attività comuni.[2] Tale espressione è stata introdotta nel 1982 Alan Perlis in Epigrams on Programming:[3]

(EN)

«54. Beware of the Turing tar-pit in which everything is possible but nothing of interest is easy.»

(IT)

«54. Attenzione al pozzo di Turing in cui tutto è possibile ma niente di interesse è facile.»

Qualsiasi linguaggio Turing equivalente può implementare qualsiasi programma calcolabile da una macchina di Turing, per cui in teoria tutti tali linguaggi (che includono praticamente tutti i linguaggi di uso pratico) hanno la potenzialità di poter risolvere gli stessi problemi in questa categoria. Questo tuttavia non significa che in pratica tutti i linguaggi siano convenienti da usare allo stesso modo, e i Turing tarpit si caratterizzano per il fatto di offrire una macchina astratta molto semplice, delegando al programmatore la gestione di molti dettagli necessari per la soluzione di un problema.[4]

Alcuni linguaggi di programmazione esoterici, ad esempio Brainfuck, sono comunemente etichettati come Turing tarpit[5] perché implementano deliberatamente solo le funzionalità minime per renderli Turing equivalenti. Tali linguaggi sono usati principalmente a scopo ricreativo.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michal Zalewski, Il rumore dell'hacking, Apogeo Editore, 19 ottobre 2010, ISBN 978-88-503-1121-7. URL consultato il 27 aprile 2024.
  2. ^ Turing Tarpit, su c2.com, 10 marzo 2010. URL consultato il 7 novembre 2012.
  3. ^ A Perlis, Epigrams on Programming, in ACM SIGPLAN Notices, vol. 17, n. 9, Yale University, September 1982, pp. 7–13, DOI:10.1145/947955.1083808. URL consultato il 28 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 22 marzo 2015).
  4. ^ Exploring the depths of a Turing tarpit, su practicingruby.com, 7 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2012).
  5. ^ V Chandra, Geek Sublime: The Beauty of Code, the Code of Beauty, Graywolf Press, 2014, ISBN 978-1-55597-326-1. URL consultato il 28 agosto 2015.
  6. ^ Esoteric Topics in Computer Programming, Cat's Eye Technologies, Canada.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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