Ritratto di Isabella d'Este (Leonardo): differenze tra le versioni
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Fuggito da Milano alla vigilia della capitolazione ai francesi nel [[1499]], Leonardo fece innanzitutto sosta a [[Mantova]], dove fu accolto da [[Isabella d'Este]], la carismatica e acculturata moglie di [[Francesco II Gonzaga]]. Isabella, durante il suo viaggio a Milano del [[1498]], aveva visto il ''[[Ritratto di Cecilia Gallerani]]'', mostratole dalla stessa amante di Ludovico, e ne era rimasta talmente affascinata da desiderare intensamente un suo ritratto da parte di Leonardo. L'intento originale della marchesa era quello di mettere in competizione il genio fiorentino con [[Giovanni Bellini]], l'artista veneziano allora più noto, commissionando a entrambi un suo ritratto e scegliere poi il vincitore. In realtà l'iniziativa non andò in porto. |
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Si sa dalle fonti che Leonardo dovette eseguire almeno due ritratti, in tutta probabilità l'esecuzione non andò oltre il disegno preparatorio. Un primo disegno era rimasto a Mantova e nel [[1501]] venne donato dai [[Gonzaga]], facendone perdere le tracce. Un secondo disegno venne invece portato da Leonardo nella sua successiva tappa a [[Venezia]], opera che dai primi del Novecento viene in genere riconosciuta nel disegno del Louvre. Il disegno ha una serie di forellini praticati con un ago lungo le linee di contorno della veste e della mano destra, testimoniando come l'opera fosse pronta per lo [[spolvero]], la tecnica con cui si riportavano, tramite un tampone di polvere di carboncino, i puntini che avrebbero guidato la mano del pittore sul supporto finale. |
Si sa dalle fonti che Leonardo dovette eseguire almeno due ritratti, in tutta probabilità l'esecuzione non andò oltre il disegno preparatorio. Un primo disegno era rimasto a Mantova e nel [[1501]] venne donato dai [[Gonzaga]], facendone perdere le tracce. Un secondo disegno venne invece portato da Leonardo nella sua successiva tappa a [[Venezia]], opera che dai primi del Novecento viene in genere riconosciuta nel disegno del Louvre. Il disegno ha una serie di forellini praticati con un ago lungo le linee di contorno della veste e della mano destra, testimoniando come l'opera fosse pronta per lo [[spolvero]], la tecnica con cui si riportavano, tramite un tampone di polvere di carboncino, i puntini che avrebbero guidato la mano del pittore sul supporto finale. |
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Nell'ottobre 2013, a conclusione di un periodo si studio triennale, [[Carlo Pedretti]] ha presentato un ritratto di Isabella in collezione privata (acconciato come una santa Caterina d'Alessandria), come il dipinto avviato da Leonardo, che ne avrebbe dipinto il solo volto di profilo, e poi concluso alla bell'e meglio da qualche altro artista successivo. L'opera è stata scoperta da Ernesto Solari, ed è stata vagliata da ricerche documentari e tecnico-stilistiche, confermando una datazione al carbonio |
Nell'ottobre 2013, a conclusione di un periodo si studio triennale, [[Carlo Pedretti]] ha presentato un ritratto di Isabella in collezione privata (acconciato come una santa Caterina d'Alessandria), come il dipinto avviato da Leonardo, che ne avrebbe dipinto il solo volto di profilo, e poi concluso alla bell'e meglio da qualche altro artista successivo. L'opera è stata scoperta da Ernesto Solari, ed è stata vagliata da ricerche documentari e tecnico-stilistiche, confermando una [[Metodo del carbonio-14|datazione al carbonio-14]] e un'analisi chimica dei pigmenti del viso compatibile con il tempo e l'opera di Leonardo. Con la fluorescenza è riapparso inoltre il segno del cartone oggi al Louvre, compreso il libro nelle mani della duchessa, sostituito poi dalla ruota dentata. Se confermata l'attribuzione, si rivelerebbe come l'unico dipinto di Leonardo eseguito su tela<ref>Pier Luigi Vercesi, ''Il Leonardo mai visto. Scoperto il ritratto fatto a Isabella d'Este'', [[Corriere della Sera]], 4 ottobre 2013, p. 28.</ref>. |
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==Descrizione e stile== |
==Descrizione e stile== |
Versione delle 01:19, 10 ott 2013
Ritratto di Isabella d'Este | |
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Autore | Leonardo da Vinci |
Data | 1500 circa |
Tecnica | carboncino, sanguigna e pastello giallo su carta |
Dimensioni | 63×46 cm |
Ubicazione | Musée du Louvre, Parigi |
Il Ritratto di Isabella d'Este è un disegno preparatorio eseguito a carboncino, sanguigna e pastello giallo su carta (63x46 cm) di Leonardo da Vinci, databile al 1500 circa e conservato nel Louvre a Parigi.
Storia
Fuggito da Milano alla vigilia della capitolazione ai francesi nel 1499, Leonardo fece innanzitutto sosta a Mantova, dove fu accolto da Isabella d'Este, la carismatica e acculturata moglie di Francesco II Gonzaga. Isabella, durante il suo viaggio a Milano del 1498, aveva visto il Ritratto di Cecilia Gallerani, mostratole dalla stessa amante di Ludovico, e ne era rimasta talmente affascinata da desiderare intensamente un suo ritratto da parte di Leonardo. L'intento originale della marchesa era quello di mettere in competizione il genio fiorentino con Giovanni Bellini, l'artista veneziano allora più noto, commissionando a entrambi un suo ritratto e scegliere poi il vincitore. In realtà l'iniziativa non andò in porto.
Si sa dalle fonti che Leonardo dovette eseguire almeno due ritratti, in tutta probabilità l'esecuzione non andò oltre il disegno preparatorio. Un primo disegno era rimasto a Mantova e nel 1501 venne donato dai Gonzaga, facendone perdere le tracce. Un secondo disegno venne invece portato da Leonardo nella sua successiva tappa a Venezia, opera che dai primi del Novecento viene in genere riconosciuta nel disegno del Louvre. Il disegno ha una serie di forellini praticati con un ago lungo le linee di contorno della veste e della mano destra, testimoniando come l'opera fosse pronta per lo spolvero, la tecnica con cui si riportavano, tramite un tampone di polvere di carboncino, i puntini che avrebbero guidato la mano del pittore sul supporto finale.
Ritrovamento?
Nell'ottobre 2013, a conclusione di un periodo si studio triennale, Carlo Pedretti ha presentato un ritratto di Isabella in collezione privata (acconciato come una santa Caterina d'Alessandria), come il dipinto avviato da Leonardo, che ne avrebbe dipinto il solo volto di profilo, e poi concluso alla bell'e meglio da qualche altro artista successivo. L'opera è stata scoperta da Ernesto Solari, ed è stata vagliata da ricerche documentari e tecnico-stilistiche, confermando una datazione al carbonio-14 e un'analisi chimica dei pigmenti del viso compatibile con il tempo e l'opera di Leonardo. Con la fluorescenza è riapparso inoltre il segno del cartone oggi al Louvre, compreso il libro nelle mani della duchessa, sostituito poi dalla ruota dentata. Se confermata l'attribuzione, si rivelerebbe come l'unico dipinto di Leonardo eseguito su tela[1].
Descrizione e stile
La donna è ritratta a mezzobusto con la testa di profilo, girata a destra, e il busto invece in posizione frontale, con le mani appoggiate in primo piano al centro. La posa è stata spesso indicata come un'anticipazione della Gioconda. I lineamenti del volto sono delicatamente modellati con un chiaroscuro morbido, con i capelli sciolti, lunghi e fluenti, leggermente mossi.
L'elegante abito scollato, con gonfie maniche a sbuffo e un corpetto rigato, è decorato da nastrini cuciti, come quello lungo la scollatura, accentuato dal lieve tono giallo di un pastello.
Note
- ^ Pier Luigi Vercesi, Il Leonardo mai visto. Scoperto il ritratto fatto a Isabella d'Este, Corriere della Sera, 4 ottobre 2013, p. 28.
Bibliografia
- Milena Magnano, Leonardo, collana I Geni dell'arte, Mondadori Arte, Milano 2007, pag. 108. ISBN 978-88-370-6432-7
Voci correlate
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