Eremo di San Giovanni all'Orfento: differenze tra le versioni

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Il sito è certamente tra i più inaccessibili degli eremi abitati dai discepoli del santo. Si accede all'eremo, dopo aver ottenuto l'autorizzazione dal Comando della Stazione Forestale di Caramanico, attraverso Piana Grande ad est della frazione di Decontra. Si scende, quindi, lungo la una faggeta verso la valle dell’Orfento su stretti sentieri.
Il sito è certamente tra i più inaccessibili degli eremi abitati dai discepoli del santo. Si accede all'eremo, dopo aver ottenuto l'autorizzazione dal Comando della Stazione Forestale di Caramanico, attraverso Piana Grande ad est della frazione di Decontra. Si scende, quindi, lungo la una faggeta verso la valle dell’Orfento su stretti sentieri.


== L'eremo==
==Descrizione==
Probabilmente l'eremo è stato scavato sfruttando cavità preesistenti, al di sotto delle quali, poi, sono stati realizzati in pietra gli ambienti di un monastero; gli scavi archeologici del [[1995]], infatti, hanno rilevato reperti databili all'[[età del bronzo]].
Probabilmente l'eremo è stato scavato sfruttando cavità preesistenti, al di sotto delle quali, poi, sono stati realizzati in pietra gli ambienti di un monastero; gli scavi archeologici del [[1995]], infatti, hanno rilevato reperti databili all'[[età del bronzo]].



Versione delle 11:47, 23 apr 2012

Coordinate: 42°09′14.09″N 14°04′50.52″E / 42.153913°N 14.080699°E42.153913; 14.080699

Template:Infobox edifici religiosi

L'eremo di San Giovanni all'Orfento si trova nella Majella a 1227m s.l.m. lungo la valle dell'Orfento, nel comune di Caramanico Terme[1].

Storia

L'eremo si trova nella Riserva naturale Valle dell'Orfento e fu frequentato da Pietro da Morrone (futuro Papa Celestino V) tra il 1284 e il 1293.

Il sito è certamente tra i più inaccessibili degli eremi abitati dai discepoli del santo. Si accede all'eremo, dopo aver ottenuto l'autorizzazione dal Comando della Stazione Forestale di Caramanico, attraverso Piana Grande ad est della frazione di Decontra. Si scende, quindi, lungo la una faggeta verso la valle dell’Orfento su stretti sentieri.

Descrizione

Probabilmente l'eremo è stato scavato sfruttando cavità preesistenti, al di sotto delle quali, poi, sono stati realizzati in pietra gli ambienti di un monastero; gli scavi archeologici del 1995, infatti, hanno rilevato reperti databili all'età del bronzo.

L'accesso all'eremo avviene tramite una scala di venti gradini lunga circa otto metri seguita da un camminamento scavato nella rocciosa; data la larghezza estremamente ridotta del camminamento, che si restringe ulteriormente in prossimità delle celle costringendo il visitatore ad avanzare carponi, si ritiene che l'ingresso avvenisse tramite una passerella in legno addossata alla parete in roccia.

La prima stanza che si incontra è un ambiente rettangolare di 2x3,8 metri, con una a volta piatta; nella parete sinistra della stanza sono ricavate due nicchie, con una terza nella parete di fondo. Segue una stanza con una volta a botte, che ospita un semplice altare, ed altri vani con delle nicchie ricavate nelle pareti, presumibilmente utilizzate come ripostigli.

L'eremo è dotato anche di un impianto idrico scavato nella roccia che raccoglie l'acqua piovana, convogliandola in vasche di raccolta.

Note

Bibliografia

  • Edoardo Micati, Eremi d'Abruzzo, Carsa edizioni, 2000, pp. 26-29.

Voci correlate

Collegamenti esterni