Portale:Bologna/Evidenza/2

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La Bologna turrita come appariva nel Medioevo

Le torri gentilizie di origine medioevale sono uno dei tratti più caratteristici della città di Bologna.

Tra il XII ed il XIII secolo il numero delle torri innalzate nella città era molto grande: in passato si è parlato addirittura di 180, ma si tratta di una sovrastima, nata da un'errata interpretazione degli antichi testi notarili.

Le ragioni per cui fossero innalzate tante torri non sono ancora chiare, ma si pensa che le famiglie più ricche, nel periodo di lotta per le investiture filo-imperiali e filo-papali, la utilizzassero come strumento di offesa e/o di difesa e come simbolo di potere.

Oltre alle torri sono ancora visibili alcuni "torresotti", fortificazioni innalzate in corrispondenza delle porte della seconda cerchia di mura del XII secolo (mura dei Torresotti o dei Mille), che fu quasi completamente abbattuta.

Nel corso del XIII secolo molte torri furono mozzate o demolite, altre crollarono. In epoche successive furono utilizzate in diversi modi: carceri, torri civiche, negozi, abitazioni. Le ultime demolizioni avvennero nel XX secolo insieme alla cerchia di mura del XIII secolo, secondo un ambizioso e - con gli occhi di oggi - sciagurato piano di ristrutturazione urbanistica (le torri Artenisi e Riccadonna, che sorgevano nel "Mercato di mezzo" nei pressi dell'Asinelli e Garisenda, furono abbattute nel 1917).

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